"Quindi tu senti una voce, e ogni volta che la senti hai mal di testa e ti tremano le gambe?"
"Si"
Pensavo che mi avrebbe riso in faccia, ma invece continuò a guardarmi seriamente
"A chi appartiene la voce?"
"Non lo so, è una voce adulta, penso maschile, non l'ho mai sentita ma è anche così familiare..."
Mi squadrò con i suoi occhi grigi
"Mi starai prendendo per pazza..."
Scosse la testa
"Perchè dovrei, solo l'anno scorso avrei considerato pazzo chiunque mi avesse parlato di incantesimi e domimatori"
Risi
"Purtroppo non so cosa fare..."
Ammise lui
"Non importa, l'importante è sapere che non mi consideri una matta"
"Posso sempre chiedere al mio istruttore, è uno dei migliori rigeneratori della scuola..."
"Grazie mille!"
Lo salutai e tornai verso la mia camera, era proprio gentile
Biblioteca, secondo scaffale della seconda libreria, terzo piano
Quelle parole mi risuonarono nella testa come uno squillo di tromba, facendomi cadere per il bruciore
La voce mi aveva dato delle informazioni
Ma per cosa?
Mi alzai in piedi e mi ripetei le parole della voce
"Biblioteca, secondo scaffale della seconda libreria, terzo piano"
Ormai non mi importava più nulla, dovevo raggiungere la biblioteca
Mi misi a correre urtando contro una coppia di ragazze, che mi strillarono dietro.
La biblioteca era situata nella torre centrale ed era divisa in tre piani,
Quando arrivai all'ingresso mi accorsi che era semivuota, imboccai subito le scale senza badare alle altre persone e raggiunsi il terzo piano,
Superai la prima libreria e mi fermai davanti alla seconda,
"E ora?"
Chiesi sussurrando
L'ultimo libro
Seguii la seconda fila fino ad arrivare all'ultimo libro, e lo estrassi
Era piccolo, uno strato di polvere copriva la già rovinata pelle cremisi del libro, sulla copertina era disegnato un albero dorato dentro ad un cerchio.
Aprii il libro, le pagine erano rovinate e scritte a mano
Lessi il titolo sulla prima pagina
"Diario di Andrew..."
La parte del cognome era illeggibile, come se quella parte di pagina fosse stata bruciata
E così il libro era un diario
Aprii a caso il libro e lessi
"Caro diario, oggi uno straniero si è offerto di accompagnarmi oltre le montagne...'scritte incomprensibili'...
Il viaggio è iniziato, lo straniero dice di chiamarsi Ombra...'strani simboli'...
Ora siamo fermati a riposare e lo straniero sta dormendo...'il simbolo di un occhio'...lo straniero non ha l'ombra!"
Chiusi il diario, perchè la voce mi aveva portato a questo inquietante reperto, chi era questo Andrew?
Ne avrei parlato con Carter,
Misi il diario nella tasca interna della giacca e tornai sui miei passi

"Giochiamo a Obbligo o Verità?"
Disse Jenny alzandosi dal suo letto
Era la nostra prima notte li, e nessuna riusciva a dormire
"Ci sta!"
Rise Emily
"Bene, bene, Dianna!"
"E ti pareva! Verità"
"Codarda"
Rise Annie
"Allora! Chi è quel bel ragazzo con cui parlavi oggi pomeriggiò?"
Jenny fece un sorrisino malizioso
"Chi? C-Carter? Oh, io...sai lui è del secondo anno e... io"
Arrossii
"Uuuh, una cotta"
Rise Annie
Io la guardai sorridendo
"Ah si Annie, molto bene...Obbligo o Verità?"
"Verità"
"Codarda"
Tossì Emily
"Bene, Dimmi Annie, perchè oggi David è venuto a cercarti?"
Le divenne rossissima
"David è...cosa? Lui è..."
Poi cercò di tornare in se
"N-no ne ho idea..."
Disse senza riuscire a trattenere la gioia nei suoi occhi
Jenny e Emily risero
"Questo gioco sta diventando pericoloso..."
Sogghignò Emily
Ridemmo tutte e quattro, quando qualcuno ci venne a bussare
"A dormire!"
Era la voce di un istruttore, così spegnemmo la luce e continuammo continuano a ridacchiare e a chiacchierare fino a notte tarda.

La mattina dopo eravamo stanche morte e ci dovemmo tirare giù dal letto a vicenda.
Mi lavai la faccia e indossai la divisa, mentre mi mettevo la giacchetta qualcosa cadde facendo un tonfo
Guardai in terra e vidi il diario, me ne ero completamente scordata, lo raccolsi e lo guardai, dovevo parlarne a Carter.
Le lezioni sarebbero iniziate solo il pomeriggio, quindi decisi di cercarlo.
Uscii dalla camera e andai verso l'ala destra del castello, nella sezione d'allenamento dell'aria.
Stavo per raggiungerla quando un urlo mi fece fermare
"Attenta!"
Mi scansai in fterra prima che una pila di libri mi crollasse rovinosamente addosso.
Sdraiato a faccia in giù sulla pila di libri stava un ragazzino coi capelli castano scuro, indossava la divisa grigia dell'aria e stava mugugnando qualcosa
Lo aiutai ad alzarsi e lui mi guardò con i suoi occhi marron nocciola.
"S-scusami"
Balbettò lui
"Non c'è problema, piacere io sono Dianna..."
"I-io sono Alexander"
Mormorò lui imbarazzato
"Piacere Alexander, dove andavi così di fretta?"
"Da una mia amica...è venuta qui con me"
"Come si chiama?"
"Emily Stuart"
"Stai scherzando! È la mia compagna di stanza"
Sul suo volto timido prese forma un sorriso
"Fantastico, allora ci vediamo in giro Dianna!"
Disse lui raccogliendo gli ultimi libri
"A presto...ah, sai dove posso trovare Carter?"
"Carter? Il presidente del secondo anno? Il rigeneratore, penso...si, dovrebbe aver appena finito l'incontro d'istituto"
"Grazie Alex"
Lui sussultò al soprannome inaspettato e poi sorrise
"Prego Dianna"
Mi diressi verso il salone principale del reparto e li fuori vidi Carter intento a parlare con alcuni suoi amici
"C-Carter? Puoi venire un momento?"
Lui si voltò verso di me e sorrise, salutò i suoi amici e si diresse verso di me
"Ciao Dianna, vanno meglio le voci?"
"È di questo che volevo parlarti, ieri, la voce mi ha portato a questo..."
E gli porsi il diario
Lui lo sfogliò soffermandosi su alcuni simboli e poi guardò la copertina, studiando l'albero.
"Vieni con me..."
Mi disse lui con un velo di preoccupazione sulla voce
Lo seguii senza storie
Nel giro di poco ci trovavamo in una grande sala, piena di barattoli di erbe e sostanze vegetali.
"Questo è il magazzino dei rigeneratori, è il posti più sicuro..."
"Per cosa?"
"Ho dei sospetti sull'autore del diario, ma ho paura che non ti piacerebbe saperlo"
"Non importa, ormai è troppo tardi per tornare indietro no?"
Lui annuì
"Bene, potrei essere in grado di far tornare il diario alla sua antica forma, cioè come appariva non appena venne finito di scrivere"
"Ok..."
"Bene, allontanati"
Seguii le sue indicazioni e mi misi sul fondo della stanza
Lui chiuse gli occhi e sussurrò delle frasi in una lingua incomprensibile
La stanza iniziò a vibrare, ma lui restò immobile
Improvvisamente una luce abbagliante si sprigionò dal diario
Caddi per la sorpresa e aspettai che la luce diminuisse.
Non appena la luce fu scomparsa del tutto, Carter si piegò e riprese fiato
"C-ci sono ri-riuscito?"
"Penso di si..."
Presi in mano il quaderno, la pelle cremisi era nuova, e le pagine non presentavano nessuna piegatura
Aprii il diario alla prima pagina e lessi
"Diario di Andrew Heller"
Quel diario apparteneva a mio padre

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