Lux si alzò di scatto dalla sedia, buttando all'aria penna e lecca lecca, esalando un lungo e roco verso di liberazione.
Protese le braccia al soffitto, reclinando completamente la testa all'indietro e sbottando un: "grazie agli dèi!" ricadendo quindi a peso morto sulla seggiola che, con un macabro gemito, protestò per tutta quella delicatezza.
Il ragazzo la ignorò, fin troppo sollevato per aver finalmente finito la sua ricerca, scartando un altro dolciume nonostante il primo giacesse poco lontano sul pavimento.
Chiuse gli occhi, concentrandosi solo su quel gusto sublime, dolce, fruttato, l'unica cosa che volesse in quel momento, stirando le gambe intorpidite.
Mentalmente, stava insultando chiunque gli capitasse di pensare, anche se non legato a quel lavoraccio che era stato costretto a fare.
Mandò a quel paese Elia, mordendo intanto il chupa chups e rompendolo in due metà, poi passò ad inveire contro il tempo che in quel mese scarso gli era stato sempre contro.
Rise di cuore in faccia a quella dannatissima "D" che aveva scampato, al sonno che giocava ad acchiapperello e la stanchezza che gli si era incollata addosso.
E come dimenticare il cellulare insieme a quei suoi irritanti trilli?
Alle volte in cui era stato lì per lì dal lanciarlo fuori dal balcone?
Stropicciandosi gli occhi, controllò svogliato ed esausto l'ora al telefono, decidendo che fosse troppo tardi anche solo per mettersi ai fornelli e cucinare qualcosa di lontanamente mangiabile.
Decise di optare per una pizza, tenendo il telefono fra la spalla e l'orecchio intanto che radunava tutti i fogli sparsi sul tavolo, apparecchiando con un semplice piatto e una lattina di cola.
Aspettò il fattorino rileggendo ciò che aveva scritto, controllando ortografia ed eventuali errori di sintassi, accertandosi di aver utilizzato i termini più appropriati nelle diverse descrizioni.
La sua brevissima carriera da scrittore lo aveva reso attento in maniera quasi ossessiva verso quella varietà di errori.
Oh, quando quelle sottospecie di stambecchi dei suoi compagni sbagliavano i tempi.. la voglia di tirarli una penna in fronte era enorme, comparabile quasi quanto al suo amore per le ciliegie.
Ebbe modo di sfogliare un paio di volte il suo manoscritto prima che il citofono suonasse.
Lux non si preoccupò del suo aspetto, del fatto di esser sudato e probabilmente anche maleodorante, il viso lucido e le ciocche biondicce alla base della nuca appiccicate al collo.
Prese solo il portafoglio, aprendo la porta e sentendo l'aria fresca della sera donargli sollievo e ristoro al corpo. Quasi non fece caso all'occhiata interdetta che gli rivolse il portapizze mente lo pagava, chiudendogli per poco il cancello in faccia una volta con la sua cena in mano.
Passò una serata tranquilla fra programmi televisivi per famiglie, un notiziario e messaggi al cellulare.
Un vecchio gruppo di amici si stava organizzando per una serata fuori, traballando però nel buio del "dove" e "quando" fino a che non propose lui stesso una data e un posto.
Lo salutarono tutti, prendendolo per i fondelli e chiedendogli se nei giorni prima fosse morto; domanda a cui rispose con un banalissimo "non si può crepare e resuscitare in santa pace?"
Infondo un'uscita gli avrebbe fatto bene, soprattutto dopo quelle ultime settimane di isolamento forzato nel suo appartamento. Doveva svagarsi un po', quel tanto che bastava per alleggerire il cervello per non pensare alla facoltà.
Finito di mangiare era poi andato a fare una doccia, si era reso conto che puzzava veramente troppo dopo aver passato l'intera giornata con il computer accanto, rilassandosi sotto il getto tiepido dell'acqua, lasciando che questa gli massaggiasse i muscoli rigidi delle spalle.
Guardando e tastando il proprio corpo intanto che si insaponava, Lux rifletté che forse non era stata una grande idea interrompere le corse giornaliere. Gli mancava uscire verso le cinque per rientrare prima di cena, con una cuffia addosso e l'altra fissata al colletto, i pantaloncini al ginocchio e la maglia traspirante.
Tutto fottutamente aderente come una seconda pelle.
Chissà quanti bei bocconi aveva perso in quei mesi, quanti nomi e volti differenti, voci e occhiate lascive..
Uh, non vedeva l'ora che arrivasse il sabato sera per scaricare un poco tutta quella tensione accumulata.
E doveva assolutamente ricominciare quegli allenamenti. Non voleva mica che le sue belle cosce e polpacci si rovinassero, erano uno dei suoi vanti!
Stette ancora qualche minuto a vezzeggiarsi, passando più e più volte le mani fra i capelli per districare ogni possibile nodo.
Si passò il sapone sul viso, grattando la pelle e risciacquando abbondantemente, stando attento a non far finire qualche residuo negli occhi.
Una volta perfettamente lindo, era quasi franato sul letto, i boxer infilati alla bel e meglio e l'asciugamano intorno al collo.
Non aveva voglia nemmeno di farsi la cartella per il giorno dopo, decidendo invece di impostare la sveglia cinque minuti prima.
Si rilassò, prendendo un lecca lecca dalla ciotola sul comodino e starnutendo.
-Salute- si disse da solo, strofinandosi il naso che pizzicava e mettendo in bocca il dolcetto, mugugnando felice.
Si addormentò quasi un'ora dopo, completamente sollevato e privo di brutti pensieri.Un rumore anomalo lo svegliò di soprassalto, bloccandogli il cuore nel petto. Gli occhi saettarono immediatamente all'ora mentre alzava di scatto il busto, avvertendo la pelle d'oca diffondersi fino alle punte delle dita.
Le due e mezza.
Merda, pensò, No no no no. NO.
Scese dal letto, i piedi che scivolavano sul pavimento, avvicinandosi alla porta della sua stanza.
Vide, affacciandosi terrorizzato al corridoio, una luce soffusa provenirne dall'inizio, facendolo sprofondare.
Un ladro. Perché un fottuto ladro doveva entrare proprio in casa sua?
Boccheggiò, sentendo l'ossigeno che gli mancava, tirandosi i capelli disperatamente.
Non poteva esser reale, era tutto un sogno. Vero? Vero?
Perché a lui? Insomma c'erano case più belle, più lussuose.. Più.. Perché lui? Che cazzo!
Fece un passo indietro, deglutendo a fatica e quasi strozzandosi, cercando un qualsiasi oggetto che avrebbe potuto essergli utile.
La scelta fu fra una penna stilografica o il taglierino che utilizzava per aprire la posta.
Una troppo innocua e l'altra troppo pericolosa.
Uno scricchiolio più vicino lo fece fremere, incitandolo a serrare il pugno su quell'azzardo.
Cazzo!Angolo autrice:
Oh, povero Lux! Perché devo mettere in situazioni di M i protagonisti delle mie storie?
L: *manda a quel paese*
Fantastico, adesso non mi parlerà più.
Ok torniamo normali; voglio ringraziare tutte le personcine che stanno leggendo e seguendo questa storia *lancia gelati* e in particolare Giorgia703 *le consegna una medaglia al cioccolato travestita da Obama(??)*
Ok. Scompaio prima di scendere ancora di più nel trash.
Hola!
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Red Cherries -Yaoi-
Romance"Lux, studente di psicologia e con il dono della scrittura, riceverà non poche critiche dopo aver postato la "gialla verità", così gli piaceva chiamarla, sull'arte effimera dell'amore scritto nero su bianco. E tra la strisciante sensazione di pote...