Ventitré. New boy.

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Matt's pov.
E da quindici minuti che camminavamo. Da quando eravamo usciti nessuno aveva proferito parola.
Amanda mi stava dietro e dinanzi avevo la schiena possente di Aidan. Ci stavamo ritirando a casa di quest'ultimo, poiché era l'unica residenza che avevamo. I miei genitori...non sapevano niente, erano ancora convinti che stessi in campeggio. Era stato il padre miliardario di Amanda a scagionarci. E dopo ciò, aveva esplicitamente chiesto di portare in collegio la figlia. Quindi ben presto saremmo rimasti in due. Almeno per quella sera. Che cosa avevamo combinato? Che cosa avevo fatto?!
Katy...oh Santo Cielo!
Mi tornarono in mente i suoi occhi spaventati. Era pietrificata.
Avevo pensato di chiamarla, ma forse sarebbe stato meglio di no. Me l'ero cercata.
"Quanto ci manca ancora?" chiesi ad Aidan.
Si girò infastidito. "Noi due dobbiamo ancora chiarire. Già è abbastanza ciò che sto facendo per te. Chiudi quella boccaccia e continua a camminare."
Stavo per controbattere, ma lo sguardo furioso di Amanda mi fermò.
Arrivammo finalmente dopo una ventina di minuti.
Aidan ci fece fare un giro turistico della casa e poi ci assegnò le nostre stanze.
Entrai nella mia. L'aveva sistemata bene. L'arredo era quasi carino.
Mi distesi sul letto e pensai a Katy. A ciò che le avevo fatto passare. Chissà cosa stava facendo. L'indomani sarei tornato a scuola, forse l'avrei rivista lì.
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Mi svegliai sentendo bussare leggermente alla porta. Mi sporsi per vedere l'orario. Le diciannove.
"Avanti" dissi con tono fermo.
Spuntarono prima i suoi capelli e poi il suo dolce visetto.
"Cosa spinge il tuo cuore a venire qui, miss Amanda?"
Lei ridacchió.
"Posso?" mi disse indicando il posto vuoto sul letto, accanto a me.
Gli feci un cenno del capo.
"Sono venuta a salutarti. E a dirti due parole prima di partire. Mio padre mi sta aspettando già giù."
"Uh, allora te le puoi risparmiare. Vite rovinate. Ecco le due parole."
Mi osservò attentamente prima di parlare. Alzò lo sguardo e iniziò a fissare la finestra, dove spuntavano i raggi del sole, che stava tramontando.
"Matt...non so da dove iniziare. Sono stata una stupida, una deficente. In fin dei conti volevo solo far ingelosire Aidan e invece ho coinvolto te e tutti i tuoi amici. Te e Katy, soprattutto. Ti ho illuso e mi dispiace tanto."
Ci fu un attimo di pausa e poi continuò.
"Ora andrò in collegio e me lo merito. Mi lascerò tutto alla spalle e spero lo farai anche tu. Ti do un consiglio..cerca di rimetterti in sesto e fai di tutto per riconquistarla. Eravate davvero due complici."
Mi diede un bacio sulla guancia e si avvicinò alla porta.
"Spero di rivederla un giorno, signorino Matthew."
Ci guardammo, penso, per l'ultima volta.
"Lo spero anch'io, miss Amanda."
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La mattina seguente 'salutai' e 'ringraziai' Aidan per la sua 'ospitalità' e pregai di non rivederlo mai più.
Mi aveva già dato troppo sui nervi.
Presi il bus e arrivai a scuola.
Camminavo per i corridoi, cercando il mio armadietto e ogni tanto vedevo persone che mi fissavano sghignazzando. La notizia si era già diffusa, lo immaginavo.
Passarono le prime quattro ore, oggi dovevo farne cinque, e stavo cercando di vedere Katy o gli altri, ma niente. Nel giardinetto, mi parve di scorgere Taylor tra la folla di studenti. Mi avvicinai, ma di colpo sparí. Forse si erano trasformati in fantasmi.
Passata anche la quinta ora, filosofia, andai al distributore e presi un caffè macchiato, dovevo riprendermi prima di fare ritorno a casa.
Stavo per berlo quando un ragazzo mi si scaraventó letteralmente contro. Ed ecco che il mio caffè ora si trovava sulla mia maglietta! Va bene, passiamo. Afferrai il ragazzo per il gomito e lo alzai da terra. Era alto e aveva sia gli occhi che i capelli castani.
"Tutto bene?" gli domandai preoccupato.
"Si..ehm..aiah..no."
"Dove ti fa male?"
"Qui." mi ripose indicando il polso.
In effetti si era gonfiato un poco ed era rosso.
"Cavolo, vieni ti porto in infermeria."
Dopo che la signorina Kylie medicó il polso del ragazzo, lo accompagnai fuori dal liceo.
"Allora brunetto, mi spieghi come cavolo hai fatto a venirmi addosso?"
"Sono inciampato nei lacci delle mie scarpe, si erano sciolti!"
Mi fece ridere un sacco, che stupido!
"Ehi potresti anche finirla di prendermi per culo!" disse con il broncio.
"Sisi, hai ragione scusami."
Ma non riuscì a trattenermi e risi di nuovo.
"Comunque grazie e scusami per la maglia."
Mi calmai un pochino e mi osservai la maglia. Quel tipo era proprio forte. Anche se solo in quel momento notai che aveva un accento strano.
"Figurati,la maglia mi dona anche così. Comunque sei nuovo da queste parti? Non ti ho mai visto."
"Sisi, sono arrivato ieri. Vengo dall'Italia e mi sta ospitando mia cugina, penso di stare un mesetto qui."
"Ah bene! Quindi verrai in questa scuola? Tanto tra un mese finiamo."
"No, in realtà da me è già finita." mi rispose sorridendo.
"E allora cosa ci facevi lì?"
"Sto aspettando mia cugina e i suoi compagni."
"Ah. Va bene io ora devo andare, ci si vede brunetto!" lo salutai.
"Cole. Mi chiamo Cole." mi disse porgendomi la mano.
"Matthew." gli risposi afferandogliela.
Ripeto, Cole era proprio forte.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 19, 2016 ⏰

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●Victory● //Matthew EspinosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora