{19} Nightmare

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Sono in questo stupido corridoio da ore.
Intorno a me è tutto bianco, le pareti, il pavimento, il soffitto...
Sono qui da quando mi hanno portato via Taylor in quella sala, e da allora non so piu niente di lei.

Se sta bene, se è viva...

Luke mi ha chiamato piu' volte, non ho mai risposto.
A che sarebbe servito? Avrei fatto scena muta.
Devo ancora realizzare ciò che è successo, e soprattutto che è tutta colpa mia.
Se non fossi venuto in Italia, se non...
Se non mi fossi immischiato nella sua vita il suo sorriso sarebbe ancora stampato sulle sue labbra.

Tutto d'un tratto esce dalla sala operatoria un dottore, alto, piuttosto d'età.
«Lei è un famigliare?»
«Emh... si, cioè no, sono il fidanzato »

Si guarda intorno, ma vede che sono l'unico qui, cosí inizia a parlare.

«Mh... Devo ammettere che l'intervento è durato molto a lungo...»

Fa una piccola pausa dove sfoglia il suo blocchetto e si massaggia il mento.

«Per fortuna la sua altezza ha evitato che venisse colpita più in alto, ovvero in zone dove sono situati organi vitali.... E non ha battuto la testa... Ora è fuori pericolo ma...»
«Ma...?»
«Ma purtroppo si è guadagnata un danno permanente alla gamba sinistra, dobbiamo ancora valutarne la gravità, appena saprò di piu' le farò sapere»
«Ma aspetti, che significa...»

Ma se ne era già andato.

"Danno permanente alla gamba sinistra..."

"Danno permanente"

"Danno"

"Permanente"

Queste parole iniziano a riempirmi la testa, immagini orribili mi si presentano davanti agli occhi.
Prendo coraggio e chiamo Luke.
Squilla.

«Luke...»
«CALUM SANTO CIELO»
«L'hanno portata all'ospedale, l'intervento è durato 5 ore...»
«Sant'Iddio, e come sta?»
«Non l'ho ancora vista, i-il dottore mi ha... mi ha detto che...»

Le parole mi si bloccano in gola.

Non...non riesco a credere che tutto questo stia succedendo davvero.

«Cosa cazzo ha detto?!»
«Che sta bene ma...»

Mi scende una lacrima sulla guancia.
Le mie labbra si lasciano scappare un singhiozzo.

«Ma?!»
«Ma... riporterà un... un danno permanente alla gamba sinistra... devono ancora valutarne la gravità...»
«Cazzo, cazzo, CAZZO»
«Luke stai calmo...»
«STAI CALMO?»
«Dove siete? »
«L'aereo è vicino all'Italia, arriveremo a Milano a breve...Tienimi aggiornato per favore»
«Certo, scusa...ciao»

Nel frattempo un infermiera esce di corsa dalla sala, il suo viso sembra segnato dalla preoccupazione.

«Signorina? Signorina la prego...»
«Scusi ma la situazione si sta aggravando, la prego di non infierire»
«Come si sta aggravando?!»

Ma lei è già sparita dietro questo enorme tendone bianco.

Bianco, come il mio viso. Pallido.

"Si sta aggravando"

Il mio cuore inizia a battere, non riesco a trattenere le lacrime.

COME CAZZO È POSSIBILE CHE SI STIA AGGRAVANDO.
NON PUÒ ESSERE.

Voglio urlare, voglio prendere a pugni qualcosa, ma non posso, non ne ho nemmeno la forza ora.

***

Un rumore si insinua nei miei padiglioni auricolari...apro gli occhi.
Mi ero addormentato.
Mi ritrovo mezzo coricato su queste poltroncine... No, non era un incubo.

Cazzo.

Vedo Luke e i ragazzi correre verso di me, sono arrivati. Finalmente.

«Allora!? Dov'è!? Come sta?!»
«È li dentro... l-l'infermiera mi ha detto che... Che la situazione -soffoco un singhiozzo- si è aggravata... Poi mi sono addormentato »
«COME?! CAZZO, CAZZO! E TU CHE CAZZO DORMI?! SIGNORE MIO»
«Luke io...»
«LUKE COSA? TU COSA? LASCIA STARE GUARDA, NON DIRE NIENTE! PIUTTOSTO, C'È UN DOTTORE IN QUESTA MERDA DI OSPEDALE?!»

Luke si mette a urlare e ad agitarsi in cerca di qualcuno che possa darci notizie su Taylor quando lo stesso dottore con cui avevo precedentemente parlato esce dalla sala.
Tutti noi ci precipiatiamo verso di lui che si toglie lentamente gli occhiali per osservarci meglio.

«Dunque...voi sareste?»
«Sono il fratello, Luke Hemmings, abbiamo lo stesso cognome!»
«Emh...si, lo avevo curiosamente notato»

Dice con un lieve accento di ironismo, per poi notare che forse non è il momento.
Sfoglia documenti e cartelle per poi sospirare e iniziare a parlare molto lentamente.

«L'intervento, come ho già detto al ragazzo, è andato come speravamo... purtroppo non siamo riusciti a restituire parte del normale funzionamento dell'arto inferiore sinistro...»
«Non camminerà piu?!»

Il mio cuore sta battendo a mille. Non può dirci subito come sta senza tanti giri di parole?!

«Ho detto "parte" non "totale"...il risultato sarà un piccolo dislivello nella sua abituale camminata»
«Per diavolo, parli una lingua comprensibile!»
«Luke... sarà un pó zoppa...»
«Se vogliamo metterla giù in codesti rozzi termini beh, si, sarà un pó "zoppa" dalla gamba sinistra»

Conclude sottolineando la parola "zoppa" con una lieve espressione di disgusto, per poi dileguarsi dietro alle nostre spalle.

Nel frattempo esce un infermiera.

«Scusi, signorina, aspetti, possiamo... Emh...  Possiamo vederla?»
«Sei il fidanzato?»
«Mhh…»

Mi osserva, poi mi sorride.

«Solo 5 minuti, uno alla volta»
Dice rivolgendosi anche agli altri.

Entro per primo. La stanza è illuminata da un piccolo lampadario a parete.
Le pareti sono bianche, tutto è bianco.
Lei è distesa su questo lettino, gli occhi serrati, la bocca che delinea una leggera espressione di dolore.

Mi fa male il cuore. Non riesco a vederla così.

Le prendo la mano, l'afferro, la stringo, la porto alle labbra e ne bacio le nocche.
Vorrei soltanto che tutto questo fosse davvero un brutto incubo.
Una lacrima scende e bagna il dorso pallido della sua mano delicata.
Ad un tratto sento una pressione alla mia.
Anche lei la sta stringendo.

Happiness || Calum Hood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora