- CAPITOLO 7 -

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"Ti prego, apri la porta"dico io con la testa appoggiata alla porta. Cassie è in camera mia chiusa a chiave da almeno 10 minuti. Carlos è uscito per andare a confermare delle pratiche al college, e Trevor tornerà nel tardo pomeriggio. Sento la porta aprirsi e io mi allontano. Mi fa spazio e entro in camera "i-io non volevo dirlo, era solo per..". "Ho capito Trevor, non importa scusarsi ancora". Mi stendo sul letto accanto a lei "mi vuoi dire cosa è successo questo pomeriggio?" Lei si alza sui gomiti "va bene: te eri sul divano che dormivi, saranno state le 2:30, quando sento rientrare i tuoi amici. Io ho il sonno leggero, sicche mi sveglio, ma senza dare nell'occhio. Li sento dire 'guarda un po' chi ha portato a casa Trevor questa volta', ma questo solo uno di loro, non so dirti chi precisamente". Io avevo già capito. Il sangue mi stava già ribollendo nelle vene, e non vedevo l'ora che finisse di raccontare per bene per sistemare quel bastardo di josh."sento l'altro tuo amico dire 'dai josh lasciala stare, che ti ha fatto?' e josh 'voglio fargli capire a questo bastardo chi è che comanda' e.." Lei inizia a singhiozzare. Io sono sempre più scioccato da ciò che mi ha appena detto, e mi sto trattenendo a fatica." Ho capito piccola, stai tranquilla" dico, mentre la abbraccio. "Stai due minuti qua e arrivo"."dove vai?" Mi chiede tra i singhiozzi." A dargli una lezione"."no Trevor, ti prego, non lo fare". Ma che gli passa per la testa a questa ragazza? Le hanno fatto del male, e non vuole nemmeno farsi giustizia."cassie, ascoltami.."." No ascoltami tu Trevor. Io ho capito che persona sei. Lo so che lo fai per proteggermi e tutto il resto, ma stai tranquillo e riposati un attimo. Hai già fatto tanto per me, adesso ci penso io". Non sono tanto convinto che ci riesca, ma mi fido di lei. "Va bene. Dai su, andiamo di sotto? Prima o poi dovrai farti vedere". Ed ecco che ho rovinato tutto un'altra volta. O forse no."tu aspettami qua" mi dice, ed esce per andare al piano di sotto. Questa non me la voglio perdere.
Dopo qualche minuto di silenzio mi affaccio alle scale per vedere la situazione, e non posso crederci.

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