prima lezione (cap 10)

249 22 5
                                    

Quel giorno mi svegliai stranamente presto.
E scesi a fare colazione, poco dopo essermi svegliata, con un succo d'arancia e una fetta di torta al cioccolato.

Fuori pioveva e ne ero felice perché la pioggia mi tranquillizzava, e facevo tutto con più calma.

Ritornai in camera per vestirmi con dei jeans neri e una t-shirt, poi andai in bagno per lavarmi e truccarmi, dopo di che tornai in camera e decisi di fare qualche compito dato che non avevo niente di meglio da fare.

Verso mezzogiorno i miei genitori rientrarono dal lavoro per la pausa pranzo. Così scesi al piano di sotto per salutarli.

Mi aspettavo qualche rimprovero per bon aver fatto qualcosa, da parte di qualcuno di loro, che infatti non tardò ad arrivare. Mi dicevano sempre le stesse cose, e anche se mi impegnavo ad aiutarli loro riuscivano sempre a trovarmi da dire, non apprezzavano minimamente neanche una cosa che facessi.

Senza badare al motivo per cui mi stessero sgridando annui distattamente e mi scusai.
Presi il mio piatto di pasta e mi sedetti a tavola sbuffando.

Durante il pranzo nessuno parlò molto, e ne fui felice. Gli adulti quando sono a tavola parlano solo di lavoro e di soldi,
Come d'altronde ne parlino sempre.

E quando tutti finirono di mangiare andai in camera mia e usai un po' il mio computer portatile.
Nel frattempo i miei se ne andarono per tornare al lavoro, e io alle 3:30 avrei avuto la lezione di chitarra.

Così poco prima dell'inizio, andai in soffitta a cercare la vecchia chitarra di mio nonno.
La polvere era ovunque, e cominciava a darmi fastidio per via della mia allergia.
Fortunatamente trovai in fetta la chitarra e uscì da quel posto infestato dalla polvere.

In camera mia diedi un occhiata alla chitarra, era un po' rovinata, e le corde non erano messe tanto meglio.
Sperai che Tancredi portasse dei ricambi o semplicemente una chitarra.
--------------
Sentì suonare alla porta, sistemandomi la maglietta andai ad aprire, mi guardai in giro per vedere se fosse tutto in ordine, come se avessi potuto sistemare.

«ciao» mi salutò.

«ciao» dissi io con voce insicura.

Era proprio un bel ragazzo.
Aveva i capelli castani, come gli occhi e al naso aveva un septum, non andavo matta per i percing ma a lui stava proprio bene.

Rimanemmo in silenzio per un attimo, poi lo facendo segno con la mano lo invitai ad entrare.

Lo feci sedere in cucina e gli offrì dell'acqua.
poi parlammo un po' delle lezioni che avrei dovuto affrontare.

Andai in camera a prendere la chitarra che avevo lasciato li
E scesi tenendola in mano, appena la vide sul suo viso comparve un espressione stupita.

Appena raggiunsi il divano mi precedette da qualsiasi domanda dicendomi «ma quella è.. oh cavoli è la chitarra che ogni chitarrista sogna di avere!» rimasi stupita da quello che aveva detto e appoggiando la chitarra sul divano dissi «ma se è vecchia e rotta!»
«sarà pure vecchia e rotta ma è una chitarra che all'epoca pochissimi potevano permettersi e non essendo comprata l'azienda che le produceva fallì ed essendone state vendute poche, divennero alcune delle chitarre più rare al mondo, infatti solo 12 persone in tutto il mondo la possiedono!» disse.
Ero stupita dalla sua cultura sulle chitarre...
E io gli raccontai che era appartenuta a mio nonno eccetera eccetera.

Dopo aver parlato un po' delle cose base, provai a fare qualcosa di non ben definito con la chitarra...
---------------------------------------------
«grazie per la lezione!» dissi quando eravamo sulla soglia della porta, avendo finito la lezione.

«figurati» disse ci sentiamo per telefono e ci mettiamo d'accordo per la prossima lezione ok?
«certo» dissi passandomi una mano nei capelli. Lui sorrise e poi chiusi la porta.

L'unica cosa a cui avevo fatto caso era il suo sorriso.
Aveva dei denti perfetti e il sorriso era stupendo.

Interruppe i miei pensieri il suono del cannello.
Non mi ero spostata da li quindi aprì subito.

Era Chris che entrando senza salutarmi mi disse «era quello il tuo insegnante?»
annuì.
«che ragazzino..» borbottò.
«cosa c'è sei geloso?» dissi incociando le braccia.
«sì» ribattè.
Cosi lo abbracciai. E lui ricambiò.

SPAZIO AUTRICE
Ecco un'altro capitolo, spero vi piaccia. Se è così commentate e votate almeno capisco che vi piace e continuo.
Ho cercato di fare un capitolo un po' più lungo del solito.. c:







Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 19, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

|Quel fottuto sorriso| Christian CollinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora