4 paura

12 0 3
                                    

Era ancora in 4^ elementare, era marzo mi sembra, e mamma era da mesi che aveva mal di pancia, peró erano uno di quelli che ti fanno piegare in due dal doloro...mio padre aveva chiamato il 118, dissero che era in codice giallo, l'hanno portata al pronto soccorso e ci dissero che era quelcosa molto piú di un mal di pancia...

Io e mio padre eravamo lí ad aspettare, ore e ore...ad un tratto é venuto un dottore e ci ha detto : << Signor. Capitta, guardi le devo dire che sua moglie ha dei calcoli alla ciste. É molto grave e dovremo tenerla quí in ospedale e poi la opereremo...>>. Io avevo smesso di ascoltare perché il mondo, tutto quello che mi circondava era sperita come la voce che continuava a parlare con mio padre...

Ero traumatizzata, sapere che la propria made stava rischiando di morire. Non sarei riuscito a sopportarlo, mi avrei tenuto questo dolore per tutta la vita, e sicuramente sarei morta in giro di 2 settimane...oppure sarei stata viva, ma mi sarebbe rimasta la cicatrice che nessuno poteva cucire. Non potevo perdere mia madre, avevo già la persona piú buona che abbia mai conosciuto, non potevo perdere anche mia madre...


Era passato un giorno e io andavo a scuolo che sembravo assente, non parlavo, fissavo le righe del quederno in bianco, che si imbrattó di nero, il quederno si trasformó in cenere, tutta la classe non esisteva piú...neanche il mondo...sentivo la voce del mio angelo che mi parlava, diceva : << Non temere, mamma sopravivverà, faró in modo che accada. Lo faccio perché é mia figlia e perché ancora tu hai bisogno di lei. Non temere piccola...>>. Sentivo come se mi desse la mano, sorrisi al mio angelo, e gli credetti... io non credevo in Dio, ma credevo nei miei angeli, soprattutto nell'angelo piú grande, nonno...

Un giorno a scuola esplosi in lacrime, lacrime di paura di perdere la mia mamma...avevo cosí tanta paura di perderla che non ho pensato a come si sentisse mio padre...

A scuola mentre mi vedettero piangere ebbero compassione, ogni volta che piangevo a scuola si comportavano come se fossi un cerbiato ferito che urlava dal dolore, mi trattavano come se fossi debole. Poi l'indomani mi trattarono di nuovo di merda, come se fossi una preda per loro, pronti ha darmi lo schiaffo morale...

Peró, mi restó accanto la mia migliore amica, mi disse parole consolatorie, ma che non servivano a niente...sembrava cosí buona, come se ci tenesse veramente a me, come se io fossi sua figlia...mi asciugó le lacrime e mi si sbocció un sorrivo, uno di quelli veri...

Arrivato il giorno dell'operazione, non andai a scuola, ero troppo terrorizzata dalla paura di perderla.
Anche il quel momento venne il mio angelo custone, e come sempre sparí tutto il resto e restammo io e lui. Mi disse : << Tranquilla, ora vado dalla mamma e le staró accanto, faró in modo che i dottori non commettaro un errore...va bene? >>. In quel momento abbi l'istinto di annuire, perché io credevo in lui - e li credo tuttora - e affidai la mamma alle sue mani.

L'operazione è benissimo, gli hanno tolto i calcoli e ora é viva...sapevo che potevo contare sul mio angelo, sapevo che potevo confidarmi lui e che mi potesse parlare...

Ero al settimo cielo che la mamma era tornata a casa, la avevo abbracciata forte tra le mie braccia, e gli dissi : << Ti voglio bene mamma...>>. Lei mi sorrise e mi disse : << Anche io te ne voglio...tanto tanto...>>.

La Mia Storia...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora