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« Tutto bene ragazzina?»

Tutto bene un cavolo.                                                                                                                                                                   Abbiamo percorso all'incirca duecento metri sulla spiaggia allontanandoci da quel gruppo di fuori di testa. Posso ancora sentire le urla e le imprecazioni di quello che penso sia il loro "capo". L'odore nauseabondo del suo alito riecheggia ancora nell'aria e credo che non toccherò mai più una sigaretta per il resto della mia vita. Sento ancora l'adrenalina che mi percorre le braccia e arriva dritta alle gambe.

« Hey, hey calmati, se ne sono andati» mi afferra il braccio.

Mi volto guardandolo con aria spaventata ma allo stesso tempo irritata. Lui era uno di loro, chissà quante cose avrà fatto alle ragazze sulla spiaggia.

Come faccio a fidarmi di lui?

I suoi occhi sono uguali a come ricordavo, cosi intensi da togliere il fiato, cosi profondi che a confronto il mare sembra quasi piatto. Ma il suo viso, il suo viso è perfezione, mi fa tremare le gambe da quanto può essere rassicurante. Il suo sorriso basta da solo a illuminare il mio cuore spaventato, riesco a percepire il suo conforto per quello che mi è capitato. Mi piacerebbe abbracciarlo, piangere per lo spavento e aggrapparmi a lui cercando un contatto per calmarmi.

Ma probabilmente avrà incantato tutte le sue vittime con questo trucchetto del Robin Hood. Probabilmente mi ha portato via per approfittare di me da solo, lontano da loro.

Che stupida che sono.

Abbasso lo sguardo e sento la mano allentare la stretta sul mio braccio. Non posso e non voglio rischiare ancora una volta. Decisa gli sferro un potente calcio sulle gambe e mi metto a correre. Corro più che posso chiudendomi in me stessa, tappo le orecchie e urlo a squarciagola, ma la spiaggia è deserta e il mio eco rimbomba sul mare. Ad occhi chiusi mi abbandono alle lacrime correndo senza una meta. Il sole ha lasciato il posto ad una luna che mi guarda correre sola sulla spiaggia. Ho paura. Ho paura che mi trovino, ho paura di non trovare la strada di casa.

Ho paura di lui. Sono sola in un paese che, finora, mi ha messo solo i bastoni tra le ruote. E pensare che sono partita per dimenticare il passato. Ora vorrei solo che Kevin fosse qui con me. Mi avrebbe preso in braccio ed io avrei appoggiato la testa sulla sua spalla, per poi addormentarmi tra le sue braccia come una bambina.

«Ti prego Alexandra non andartene!» 

Mi sta seguendo. Devo scappare o me ne pentirò subito. Non mi deve prendere.

D'un tratto mi ritrovo ancora le sue mani strette sui fianchi che mi fermano. Mi agito più che posso cercando di sciogliermi dalla sua stretta, ma è impossibile. È talmente forte da resistere ad ogni mio movimento ma non ho nessuna intenzione di mollare anche se sono esausta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 19, 2016 ⏰

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