Capitolo V

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Martha si svegliò, un po’ stanca. Aveva passato la notte in bianco sperando che Sam l’avrebbe assunta e avrebbe potuto aiutare il padre con le spese di casa. Si lavò, si vestì e scese per fare colazione. Il padre la aspettava al tavolo con un piatto di frittelle e bacon e un grande sorriso sul volto. ‘Cosa c’è Frank? Come mai così di buon umore?’ chiese, sorridendo appena. ‘Nulla, sono solo contento. La nostra vita sta cambiando e io… Sono solo felice, insomma.’ Non sapeva destreggiarsi nei discorsi sentimentali ma Martha sapeva cosa intendesse. ‘Tu, piccola? Sei strana. Hai dormito male?’ chiese, con un po’ di preoccupazione nella voce. Martha alzò gli occhi per guardarlo, ma non poteva dirgli che aveva pensato tutta la notte al mancato incontro con Mattew. Era stata così presa dagli impegni che l’aveva dimenticato. Per non parlare della chiamata ricevuta dal padre, aveva temuto il peggio. Come aveva potuto dimenticare una cosa simile? Continuava a chiedersi. Ma, ripensandoci, non si erano dati un vero e proprio appuntamento e la chiamata di Frank l’aveva distratta. I suoi sensi di colpa sembrarono alleviarsi dopo questa riflessione. ‘Martha?’ chiese Frank, scuotendola per un braccio. ‘Si Frank, scusami. Non riuscivo a prendere sonno, tutto qui.’ Mostrò il suo sorriso migliore cercando di non farlo preoccupare ulteriormente. Ci riuscì. ‘Va bene. Sei pronta per il colloquio?’ chiese, mentre prendeva una frittella. ‘Sì, spero che vada bene.’ Sospirò. ‘Ma sicuramente! Sei così brava! Hai preso la lode!’ disse, come se la sua assunzione fosse ovvia e scontata. ‘E poi sei bellissima.’ Continuò, sorridendo. ‘Papà, non credo mi assumeranno per il mio aspetto fisico. E poi non sono bellissima, piantala.’ Sbottò. Non sopportava apprezzamenti da nessuno, la infastidivano. Avendone ricevuti parecchi, e non tutti molto carini, aveva attivato dentro se stessa una sorta di muro di difesa con il quale respingeva ogni complimento. Era diventato ormai più forte di lei e non riusciva neanche ad accettare i complimenti di suo padre. ‘Sei bellissima.’ Le aveva detto Mattew, al loro primo incontro. Ma quel complimento non l’aveva disturbata, anzi. Si crogiolava nei suoi sguardi indagatori che sembravano decisamente apprezzare la sua bellezza. Era stata l’unica persona a cui non aveva risposto ‘Piantala.’ oppure ‘Evapora.’ Era scortese con gli altri, in quei momenti. Ma non le importava cosa pensassero di lei. ‘Martha, non te la prendere col tuo vecchio.’ Mise il broncio. A Martha venne da ridere per quella faccia buffa. ‘Ok, ti perdono.’ Rise anche Frank.

Mattew entrò nell’ufficio del padre, un po’ meno entusiasta degli ultimi giorni. Sam era preoccupato. ‘Mattew. Cosa diavolo hai?’ chiese, con tono burbero. ‘Nulla, vecchio.’ Rispose Mattew, cercando di tranquillizzarlo. ‘Ho finalmente trovato un’insegnante di spagnolo per Kate. E’ giovane e si è laureata con lode. Oggi ha un colloquio con me. Vuoi essere presente?’ Sam sembrava sollevato. Mattew sapeva che Kate era un tipo ‘particolare’. Ogni insegnante di spagnolo assunto da Sam e suo fratello sembrava un disastro per Kate. Li portava all’esasperazione. Uno di loro scappò letteralmente da casa sua. Kate aveva nascosto per giorni il suo taccuino degli appunti dove segnava gli incontri e i progressi di Kate. Era un tipo preciso, ma Kate odiava quella sua caratteristica. Mentre lui era nello studio, Kate gironzolava per casa, nascondendosi da lui. Alcuni giorni dopo, annoiata da quel giochetto, gli aveva fatto recapitare il taccuino per posta. Era distrutto in mille pezzi. ‘Gli hai dato un bell’avvertimento.’ Esordì Mattew, quando lo seppe. Sapeva che la sorella era fatta così e lo divertiva alquanto quell’aspetto, ma Sam era furibondo e l’aveva messa in punizione per una settimana. ‘No, non ne ho voglia.’ Rispose Mattew. ‘Come vuoi, speriamo che sia quella giusta. Non ne posso più con Kate!’ finse un tono esasperato, ma entrambi sapevano che Kate era la sua bimba e per lei avrebbe fatto di tutto. ‘Ci vediamo dopo, vecchio.’ Serio, uscì dall’ufficio del padre mentre gli urlava dietro ‘Non chiamarmi vecchio!’. Gli scappò un sorriso quando si chiuse la porta alle spalle. Si diresse verso la finestra, dopo aver gettato le scartoffie sulla sua scrivania. Gli incubi di quella notte sembravano più veri di quelli delle altre notti. Il fuoco sembrava scottarlo e il fumo soffocarlo. Si era svegliato diverse volte, madido di sudore e con il respiro corto. L’idea di andare al lavoro proprio non gli piaceva, ma non era il caso di far arrabbiare Sam. In fondo, lui poteva sempre scappare durante il pomeriggio…come sempre. Una ventata di aria fresca lo svegliò dai pensieri di quella notte. Pensò a Kate. Avrebbe dovuto controllare che la nuova insegnante fosse all’altezza, sarebbe andato a conoscerla quel pomeriggio.

L'isola di Martha.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora