capitolo 14

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Non sapevo veramente se avevo preso la decisione giusta, ma sono molto fiduciosa, e credo di potercela fare. Quando l'ho detto a Lety la sua risposta è stato un urlo dall'altro capo del telefono, tanto che i vicini di casa l'hanno sentita e si sono spaventati... ok no, ho esagerato!

 Lety è la mia migliore amica,  come tale mi ha appoggiato sempre su tutto, ma perfino nella sua voce ho sentito un po' di insicurezza e dubbi.

Sapevo che era un rischio: James e il suo contratto ( non sapevo nemmeno cosa chiedesse, lo scoprirò tra qualche minuto). Justin e il suo tour (i provini saranno domani). 

Sono due occasioni  molto importanti perciò perché non accettarle entrambe. Se andassero male i provini avrei avuto sempre il lavoro in discoteca, insomma non sarei rimasta a mani vuote. Avrei finalmente dimostrato qualcosa a mia madre, che anche senza il suo aiuto e le sue stupide idee sul collage, ce l'avrei fatta  lo stesso. Più pensavo alla mia scelta e più sentivo che dentro di me qualcosa cresceva, non so spiegare cos'era, però mi dava quella spinta in più per credere a quello che stavo facendo.

Presi il telefono e sul display segnavano le sei e mezzo, il sole era quasi sparito lasciando solo qualche cenno luce qua e là. Mi alzai dalla panchina, sentii l'aria diventare sempre più fresca, l'inverno è alle porte. Chiusi la zip della mia giacca nera e tirai su il cappuccio, lasciando che i miei capelli sciolti andassero in avanti, iniziai a percorrere la strada per poi arrivare da James. Lo trovai dietro al bancone, intento ad aprire le bottiglie di alcolici, fissarle attentamente, annusare il contenuto e poi fare qualche "drink-esperimento" come al suo solito.

N: << Il genio dei drink è all'opera, barristi di tutto il mondo temete!>> urlai entrando nel locale. James riconoscendo la mia voce sorrise ma senza interrompere quello che stava facendo. Solo un instante dopo si fermò per rispondere.

J: << Hai detto bene ragazza! >> mi fece l'occhiolino e poi riprese con il drink. <<  Che ci fai da queste parti?>> mi chiese come se avesse dimenticato della proposta di lavoro che mi aveva fatto. << ma come? Non te lo ricordi più James? Questo vuol dire che già non mi vuoi più come dipendente del tuo locale>> la faccia di James diventò subito sorpresa << Mi stai dicendo che hai accettato?>> chiese curioso << Può darsi >> James incrociò le braccia al petto con un'aria seria dipinta sul volto. <<  sì ok, accetto>> dissi buttando le braccia in aria << ma prima voglio vedere il contratto!>>.

James entro in una piccola stanza che si trovava dietro il bancone, penso che si trovino tutte le scorte del bar lì dentro  e dopo circa due minuti ritornò con dei fogli in mano e mi chiese di seguirlo. Ci sedemmo e lui cominciò a leggere il contratto. Non diceva gran ché, a parte una o due cose che mi fecero rimanere perplessa. Mi tolsi la giacca, dentro al locale faceva decisamente più caldo, la presi e l'appoggiai dietro la sedia dietro di me. 

"Il contratto diceva che una volta iniziato, il/ la dipendente avrà l'obbligo di finire il suo periodo lavorativo, che durerà un anno, a tale scadenza il proprietario dell'esercizio e il/ la dipendente decideranno insieme se proseguire e allungare il contratto fino ad ulteriore scadenza. " ed altre  cose che riguardavano il giorno libero e altre sciocchezze che non sentii.

Quindi una volta iniziato non potrò più tornare indietro con la mia decisione. La preoccupazione si fece sentire... E adesso? Cosa avrei fatto se le audizioni sarebbero andate bene? No Nancy, calmati, insomma se fosse per Justin sarei già una delle ballerine ufficiali del tour, ma ci sono anche altri giudici, e se per loro non sono abbastanza brava o all'altezza di un tour mondiale e quindi andasse tutto male?

J << terra chiama Nancy >> sventolò una mano davanti alla mia faccia, e prima di all'ora non mi ero resa conto che stavo incantando in un punto del locale. James mi porse una penna. << Che dovrei farci?>>  chiesi << come cosa devi farci? Devi firmare il contratto, stupida. Così affermi tutto quello che c'è scritto qui>> indicò il foglio che era poggiato sul tavolo.

Afferrai la penna e con mano tremante l'avvicinai al foglio << sicura di stare bene Nancy?  cosa c'è hai cambiato idea per caso? Non è facile ballare davanti a tutti, molte persone sono scappate via durante il giorno di prova >> mi disse con un tono di sfida e con un sorrisetto che fece venir voglia di schiaffeggiarlo.

Ma in quel momento immaginai me all'audizione, davanti ai giudici mentre ballavo, intenta a fare un semplice passo di danza e all'improvviso cadere come un sacco di patate, e tutti intorno a me che ridevano. 

Mi ripresi, mi feci coraggio, e afferrando di più la penna firmai con le mie iniziali N.H. sul foglio.

"Gli altri non erano me." dissi con un tono da stronza. Feci per andarmene, quando con una delle sue mani enormi mi fermò << Inizierai domani, alle 18.30 devi stare già qui, conoscerai anche gli altri ragazzi che lavoreranno con te>>. PERFETTO! Domani mattina alle undici ho l'audizione, e non so nemmeno a che ora finirà. Mi bloccò un'altra volta e questa volta infastidita mi girai, mi guardò dalla testa ai piedi e aspettando che parlasse sentivo che il nervoso cresceva ancora di più << che c'è ancora?>> lui rise, si lecco le labbra e continuò a parlare << mettiti qualcosa di più... come dire... femminile. Conciata così, anche se sei una bella ragazza, non attirerai nessun ragazzo per ballare>> indicò le mie  vecchie converse un po' sporche, i miei Jeans strappati leggermente a cavallo basso e la maglietta nera con la scritta vans senza nessun tipo di scollatura". 

Lo guardai male, e con un cenno della testa lo salutai presi la mia giacca e la indossai uscendo dal locale. Una volta fuori sentii di nuovo quel brivido che sentii un'ora prima a causa del venticello. Misi le mani nella tasca della giacca e cominciai a camminare verso la direzione di casa.

Ora manca solo l'audizione di domani. 



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