1-Vorrei un'altra vita

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A volte mi sveglio nel cuore della notte con le lacrime agli occhi, e una nostalgia che mi trascina negli abissi più profondi. Mi manca la mia infanzia, e a volte mi chiedo se l'ho solo sognata. Mi mancano gli zii e la mia cuginetta Tiara. Mi manca il gelato al mango che mangiavamo la domenica. Mi manca il mio dodicesimo compleanno all'ippodromo. Mi manca la mia migliore amica Vicky e il suo fratellastro Brad, e se dico che mi manca pure lui, vuol dire che sono messa proprio male. Possono mancarmi tante cose, ma ormai sono solo vecchi ricordi, che ho dovuto lasciare quando mia madre è uscita di prigione.

«Kelly hai soldi?»
«Buongiorno mamma»
Mi alzo dal letto. Sono distrutta, ieri al lavoro ho avuto una festa che è durata fino alle 5 di mattina.
«Tieni»
Le allungo 200 dollari, e so già che li userà per l'alcol, ma non riesce a smettere e io non sono in grado di aiutarla. Già io dovrei essere aiutata da qualcuno, per uscire da questa vita di merda. Ma ho imparato a mie spese che se si vuole ottenere qualcosa, si può fare affidamento solo su se stessi.
«Grazie è!»
Sbatte la porta ed esce. Così decido di vestirmi, e uscire per le strade di Las Vegas. Vorrei poter sospirare, e dire "wow che bella vita", ma la realtà è ben diversa, la mia vita fa schifo. Ma buttarmi giù di morale non mi è possibile, devo essere forte. Ho da mantenere me e mia madre e la casa, ovvero il bilocale sporco e trasandato che condividiamo. Ma non posso permettermi di disperare, perchè la vita va avanti e se mi fermo va tutto in malora. Sono poche le cose che mi danno la gioia. Be ci sono: il gelato, la cioccolata, lo stipendio, e la mia Canon. Per questo, mi trovo in giro per la città a scattare foto. Questa è la mia droga, cercare il soggetto ideale, mettere a fuoco e scattare.

Passo il resto del pomeriggio così, io e la mia reflex. Ma la pace viene interrotta dalla sveglia impostata alle 18.00 che mi ricorda che un lavoro di merda mi attende. Perchè ecco fare la spogliarellista non è la mia ambizione. Ma ho anche capito a mie spese che fare carriera è difficile al giorno d'oggi se non hai i giusti agganci, o se non vai a letto con qualcuno. E be gli agganci non ce li ho, se non una madre alcolista. E a letto per lavoro con qualcuno non ci vado. Mi deve piacere la persona. Faccio un lavoro dove si direbbe che chi balla su un palo è una ragazza facile, ma non è così. Non vado a letto per soldi con nessuno. Vado a letto con uomini senza impegno solo se mi affascinano.

Il "Club 656" si trova nella via principale di Las Vegas, la Las Vegas Strip dove oltre a numerosi Strip Club, sono concentrati hotel e casinò. Il Club è uno dei più conosciuti, e quello che attira il maggior numero di clienti. Appena entri nel locale vieni investito dal profumo di rose e vaniglia, un profumo sexy e piacevole, che quando ti tacca sentirlo tutti i giorni vai ad odiarlo. In mezzo alla sala si trova il palco dove noi ragazze ci esibiamo, con 2 pali ai margini.  Il classico Strip Club insomma con poltrone e tavoli e un ampio bar.
Mi suona il telefono. Oddio è Vicky!
«Ciao Kelly!»
«Wei bellezza! E' una vita che non ci sentiamo! Come te la passi?»
«Macchè vita! Sono 2 mesi! Comunque ho una novità.»
Ride. Che bel suono. Vicky è una magnifica ragazza, ed è l'unica che mi è sempre stata accanto nonostante quello che sono io e che rappresento.
«Kelly sei in ritardo!»
Cole, il proprietario, mi fa segno di chiudere la chiamata. Quanto lo odio, e pensare che ci sono pure stata insieme. E' figo, ma un grande rompiscatole.
«Senti Vicky, ti devo proprio lasciare, qua non ti lasciano in pace nemmeno un secondo.»
Lo dico apposta a voce alta. Cole mi mostra il dico medio. Proprio una testa di cazzo.
«Mi chiami quando finisci? Metto il telefono vicino al cuscino stanotte, così sento la tua chiamata! Devo dirtelo assolutamente. Anche perchè voglio che tu sia la prima a saperlo»
Scommetto che è incinta o che. E' il classico. Anche se è strano, perchè da quel che io so è single.
«Scommetto che sei incinta. Ma dopo lo scoprirò. Ora meglio che vada»
Chiudo la chiamata. Cole mi sta fulminando.
«Che c'è?»
Mi guarda con i suoi penetranti occhi nocciola.
«Nuova conquista?»
Si passa una mano tra i capelli biondi. E' nervoso. Strano che sia interessato alla mia vita, vista la maniera con la quale mi ha scaricato un anno fa. Ero da lui, e dopo aver fatto sesso, mi ha detto di andarmene. Come se fossi una cazzo di puttana. E pensare che mi piaceva tanto, ma mi aveva conquistato, come molte altre prima di me, e una volta ottenuto il sesso, mi ha scaricato.
«Geloso? Senti non ero in ritardo? Vado a prepararmi!»

Nel camerino, ci sono già Holly e Mary, rispettivamente l'asiatica e l'irlandese. Ci aggiorniamo sulla nostra vita, o meglio loro mi aggiornano sulla loro, perchè a me mai una cazzo di novità mi sfiora. Così vengo a sapere che Holly, ieri ha conosciuto un ragazzo, rigorosamente orientale che le ha chiesto un appuntamento. Ma lei non si è presentata perchè si è addormentata. Mentre Mary ci parla di sua figlia, una bambina di appena un anno, che sta crescendo insieme alla madre.

Per lo spettacolo indosso un bikini rosso, e una maschera rossa che mi copre il volto. Mi do un ultima occhiata allo specchio, e devo ammetterlo sono bella. Non lo dico io, cioè anche si, ma me lo dicono pure gli altri. A parte l'altezza, sono alta solo 1 metro e 65, ho dei lunghi capelli biondi lisci e due grossi occhi grigi. Mentre per quanto riguarda le mie forme, il seno è una seconda, niente di sproporzionato, al contrario del sedere.

Sul palco illuminato dalle luci soffuse, Holly si sta già esibendo, mentre Mary sta girando per i tavoli. Ci sono già molti clienti, e inizio a lavorare. Ballo, sculetto, mi avvicino ai tavoli, sfiori i clienti, e ricomincio. Quando arrivano altre ragazze stacco un pò. Bevo qualcosa al bar, qualche cliente mi offre da bere, e rinizio tutto.

Alle 4 finalmente ho finito. In camerino mi trovo Cole.
«Sta andando bene la serata.»
«Se lo dici tu. Sei il capo.»
«Stasera vuoi passare del tempo in compagnia. O esci ancora con quel motociclista?»
Sta parlando di Ryan, ci sono uscita un paio di volte la scorsa settimana. Ma io non mi impegno con nessuno, è stato lui a rovinarmi. Pensavo che Cole fosse il ragazzo giusto, ma invece si è rivelato un verme come tutti gli uomini. E ora si fisicamente mi piace, ogni tanto una sveltina ce la facciamo, ma di testa non mi prende.
«Per quanto l'offerta mi possa allettare. Ho da continuare la chiamata che prima mi hai interrotto.»
E così dicendo esco dal Club.

Aspetto a chiamare Vicky. L'attesa aumenta il piacere, so che questa affermazione vale per il sesso, ma per me è utilizzabile anche per questa semplice chiamata.
Entro in casa a prendere una birra. Tengo nascosta una cassa nell'armadio. Così da tenere lontane dalla bocca di mia madre.
Vicky risponde con una voce assonata al primo squillo.
«Sono pronta per la notizia»
Mi siedo sul marciapiede di fronte casa. Che squallida la zona dove abito. Per strada ci sono un paio di prostitute, e uomini che bevono e fumono: Las Vegas non dorme mai.
«Ti ricordi Trevor?»
«Il migliore amico del tuo fratellastro? Non dirmi che ti ha messo incinta!»
«Si l'amico di Brad. No non sono incinta. Ma ci sposiamo!»
Mi cade dalle mani la birra, che va in mille pezzi per la strada. Sono sconvolta! Da quanto si conoscono?
«Kelly che cos'è questo rumore?»
«Niente. Ma da quanto state insieme?»
La mia voce è stridula. Sono offesa. Siamo migliore amiche, anche se non ci vediamo tutti i giorni, ma io le racconto tutto dai miei problemi alle mie scopate, mentre lei, come cazzo ha potuto?
«So che adesso te la sarei presa. Ma sei la prima a cui lo dico. E lo frequento da un paio di mesi, dopo la vacanza che ho trascorso li da te. Mi sono innamorata, ed è successo tutto così di fretta. Nella testa ho avuto un casino, ero sconvolta dalla velocità dei sentimenti e avevo timore a dirlo a te, e alla mia famiglia. Nessuno sa nemmeno che ci stiamo vedendo. Non avercela con me»
«Va bene. Posso capirti, a questo servono le amiche. E sono contentissima per te.»
«Anche perchè sarai la mia damigella d'onore»
Scoppio in lacrime. Lacrime di gioia. E' come una sorella per me, e sentire che nel suo giorno più importante mi farà ricoprire quel ruolo mi gonfia il cuore di felicità, mi fa stare bene.
«Non piangere! E prepara la valigia che il prossimo week end devi essere presente al mio matrimonio. Ecco ora piango pure io.»
Piangiamo per il resto della telefonata, mentre mi racconta cosa è successo in quei due mesi.

Quello che vorrei  ( #wattys2016 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora