•1. L'inizio.•

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<<Buongiorno>> diciamo tutti in coro.
Entra la professoressa di latino.
Gira velocemente tra i banchi e si ferma da me.
<<Vaccaro. I compiti.>>

Si eh non mi bastava il nome che ho già un cognome di merda.
C'è un motivo se mi girano le vacche attorno.

Comunque, le consegno dei fogli.
Li sfoglia attentamente e segna tre + in rosso.
<<Dovete imparare da lui ragazzi>> dice riferendosi alla classe.
Avrei voluto mollarle tre schiaffi.
Anche se sono bravo non c'è bisogno di mostrarlo a tutti.
Soprattutto a quegli ingrati dei miei compagni di classe.
<<Secchione>> si sente dal fondo.
Mbeh tanto vedrà.

Esco dal portone della scuola a passo lento e scruto con lo sguardo molti ragazzi.
Trovo Amedeo, col suo gruppo, colui che in classe aveva osato chiamarmi 'secchione'.
Può sembrare una cosa banale ma non la passerà liscia.

*paf*
Gli arriva uno schiaffo in faccia.

<<O frocio come ti permetti>>
ringhia lui.
<<'Frocio'? Ho imparato da te puttaniere>>
rispondo aggressivo.
*bonk*
mi tira un pugno.
Eh no eh adesso lo faccio nero.

<<Ragazzi! Basta! Divideteli!>>
Urla qualcuna nella folla.
<<Rissa! Rissa! Rissa! Rissa!>> continuano gli altri cretini.

Le prende di brutto, quel coglione, finché una ragazza, suppongo quella che ha gridato prima, ci divide.

<<Ame smettila! Sei un mascalzone! Guarda che lo dico alla mamma e vedi cosa ti fa!>>
Lo prende per un orecchio e lo trascina via.
Credo sia sua sorella più grande da come l'ha trattato.
Però la frase 'lo dico alla mamma' è da poppanti, figa.
Bah almeno si ricorderà di non prendersela con me.
Pensandoci però potevo anche infischiarmene apparendo più furbo e intelligente.
Ma cazzo mene.

Giro la chiave ed entro in casa.
-La pasta è in frigo, torno tardi, sono a pranzo in ufficio e a cena con Valentino-

Leggo su un biglietto appoggiato sulla mensola.

Decido di stendermi sul letto a leggere.
Apro un libro ad una pagina a caso e comincio a riflettere sulle parole stampate.

Non capita a tutti di diventare scrittori eppure ciò che racchiude ogni libro viene ignorato da molte persone.
Mi piacerebbe posare la penna su uno di quei fogli sbiaditi esprimendo i miei pensieri senza esser giudicato.
Ma purtroppo è impossibile tutto ciò.

Giro pagina e collasso sul cuscino.
~E fu così che Angie si pentì della sua azione~
Leggo in una riga.

Mbah non mi sono del tutto pentito in fondo...

La carta è ruvida al tatto quasi consumata dalle mani che l'hanno toccata, anche se il libro è nuovo.
Un po' come me.

Però... Sarebbe bello far parte di un romanzo, essere per una volta davvero protagonista di qualcosa.
Apprezzato da qualcuno.
E odiato da qualcuno.
Al centro dell'attenzione, per così dire.

Mi rigiro e chiudo il libro e con lui le mie palpebre.

'Studio dopo' penso fra me e me.

•STAY AWAY FROM ME•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora