•6. Sapore di quasi-felicità.•

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Arrivati davanti all'edificio entriamo.

Cioè entro con in braccio Diamante.

Non c'è nessuno a controllare chi entra.
È decisamente molto pericoloso.

Le dico di scendere e ci incamminiamo in cerca del corridoio 9.

Lo troviamo e ritorno alla mia postazione, sulla solita sedia di plastica che dondola leggermente, a girarmi i pollici e ad aspettare.

Solo che accanto a me c'è una pazza stupenda.

<<Quindi.. Secondo te.. Potrebbero essere stati dei ladri?>>
le chiedo.
<<No, secondo me è stato un vostro conoscente.
O magari un amico.
Oppure un parente.
Ma non spetta a noi investigare, quando si sveglierà tua madre verranno quelli della polizia e risolveranno tutto, vedrai.>>

Lei cerca di tranquillizzarmi, mi accarezza le gambe e mi fa dei grattini sul braccio destro.

<<Se si sveglierà.>>
la correggo dopo qualche minuto.

Non avrei mai pensato di stare male per mia madre.
Insomma, mi è sempre parso di essere solamente un peso, per lei.
Sono sempre stato inutile in tutto, per lei.
E me lo ha sempre detto.

'Guarda che la vita non è solo lo studio.'
'Guarda che con quel cazzo di carattere nessuna donna ti vorrà.'
'Guarda che finirai nei guai con le tue pessime compagnie.'
'Guarda che tuo padre non sarebbe fiero di te.'

Mi sentivo sempre e comunque quello sbagliato anche se tutti mi dicono che sono 'giusto', forte.. bello.
Però scommetto che se morissi io lei si rimangerebbe tutto.

È ovvio, bisogna ricordare i deceduti per le cose belle, o sbaglio?
Non mi sembra giusto.
Potrei stuprare una bambina, finire su tutti i giornali e poi essere ricordato come un bravo ragazzo al mio funerale?
No, non è minimamente giusto.

Le convinzioni della gente non sono giuste.
L'immagine dell'adolescente modello non è giusta.
Perché intanto rimarremo sempre la gioventù bruciata, coloro che se fossero nati trent'anni fa sarebbero stati migliori dentro. E pure fuori.

Mi sono addormentato seduto, mentre pensavo a di tutto e di più.
Mi perdo nei miei pensieri, non riesco a uscirne.

9.48•
Diamante è sveglia ed è lì.
Accanto a me.
<<Scendo a prendere qualcosa al bar, tu che vuoi?>>
<<Beh.. Se c'è un succo al mirtillo.>>
'Sofisticata lei'
Penso.
Le sorrido e scendo per le scale frettoloso.
Tutti quei medici con lo sguardo assente che corrono da una parte all'altra dell'ospedale mi fanno passare la voglia di farlo come mestiere.
Basta, ho deciso.
Voglio fare lo psicologo.

<<Un cappuccino e un succo al mirtillo se c'è.>>
<<subito>>
<<Ah, due brioches al cioccolato.>>
Mi siedo su uno sgabello e mentre attendo la barista osservo le persone muoversi e parlare.
Se mia madre se ne andasse diventerei più vuoto di quello che sono già.

<<Tieni, ti ho preso pure una brioche.>>
Porgo la colazione a Diamante e mi focalizzo su una cosa.
Non è né il momento adatto né il posto adatto ma devo chiederle perché mi dava dei sonniferi.
<<Perché mi davi dei sonniferi?>>
Tossisce.
Continua a tossire.
Le è andato di traverso il boccone quando gliel'ho chiesto.
<<Si insomma lo so che sono sonniferi, ma perché? Fai qualcosa che io non so?>>

•STAY AWAY FROM ME•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora