Chapter 16 || Wood

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-Ti sembra facile star lontana da lui vivendo sotto lo stesso tetto?- risposi a tono.
Mi faceva imbestialire quella gatta morta, non la sopportavo e sopportavo ancora meno il fatto che stesse attaccata a Louis.
Avrebbe voluto rispondere, ma alcune urla dietro di noi non le permisero di dire nulla. Ci alzammo di scatto entrambe e i miei occhi videro una scena orribile. C'era Louis, aveva le mani strette intorno al colletto del ragazzo che probabilmente mi aveva dato l'alcol la sera prima. Intorno a loro c'era un po' di gente che non faceva nulla oltre che filmare ciò che stava accadendo. Deglutii, dovevo separare i due ragazzi, o almeno tranquillizzare Louis. Io, seguita da Amanda, mi recai verso il chiosco del bar e cercai di sorpassare quella poca gente che c'era. Mi avvicinai a occhi celesti, che ringhiava contro il cameriere.
-Come ti sei permesso di dare dell'alcol ad una minorenne?- disse stringendogli ancor di più il colletto.
-Louis lascialo.- dissi portando una mano sul suo braccio.
A quel tocco sentii il suo braccio diventare flessibile.
-Spegnete i cellulari ed evitate di mettere questi video in rete! Il responsabile che metterà il video su Facebook, su YouTube o dove cazzo gli pare passerà dei guai seri.- urlò Amanda dietro di me.
Per una volta concordavo con quella gallina.
Sentii lo sguardo di Louis posarsi sul mio. Gli sorrisi debolmente, lui allentò la presa. Diedi un respiro di sollievo quando lo vidi mettere il ragazzo giù. Quest'ultimo non ci mise molto a sparire dalla nostra vista. Guardai ancora i suoi occhi celesti, erano carichi di rabbia, paura, era un mix strano. Mi guardò ancora un po ed ebbi modo di perdermi nei suoi occhi, ma improvvisamente si girò e iniziò a camminare velocemente verso una rotta non definita. Decisi di non lasciarlo andare in quel modo, mi assicurai che con me ci fossero il cellulare e il portafogli e cercai di raggiungerlo.
Iniziò a correre, ed io correvo con lui.
-Louis.- urlai quando non ebbi più le forze per corrergli dietro.
Poggiai le mani sui ginocchi e cercai di riprendere fiato, quando rialzai il volto notai che si era girato verso di me. Aveva gli occhi distrutti e pieni di lacrime che non volevano venire fuori.
-Louis.- sussurrai iniziando ad avvicinarmi lentamente.
-Vattene.- strinse i pugni.
Bastò quella parola per ferirmi, sentii che anche le mie lacrime stavano per uscire.
-Cosa ti ho fatto?- chiesi stringendo i pugni.
Socchiuse la bocca a quella domanda, spalancò anche gli occhi.
-Louis, non capisco perché c'è l'hai con me. Una volta mi odi, una volta mi difendi, una volta mi tratti male, la volta dopo mi ..mi baci. Io non posso vivere così, sono in confusione. Spiegami come faccio a starti lontana se tu fai tutto questo?- gli puntai un dito contro.
Senti ormai le lacrime cadere sul mio volto, lui non sapeva cosa rispondere. Avevo ragione e lui lo sapeva, sapevo che lui stava male ma non poteva trattarmi a suo piacimento, anche io provavo emozioni e sentimenti, e tutti i suoi sbalzi di umore mi facevano deprime.
-Non hai parole, dovevo immaginarlo.- dissi abbassando il dito che gli avevo puntato. -Sai, Amanda mi ha detto di starti lontana, ed io le ho risposto che vivendo sotto lo stesso tetto star lontani è una cosa impossibile. Ma sai che ti dico, questa volta sono a chiederti di starmi lontano, pur vivendo sotto lo stesso tetto lasciami in pace, non parlarmi, rivolgiti a qualcun altro, bacia qualcun'altra e non rompere le scatole a me.-
Dopo quelle parole ero decisa ad andare via, volevo tornare a casa, chiudermi in camera e piangere, piangere fino a quando non sarei caduta in un sonno profondo, ma una mano che strinse il mio braccio me lo impedì.
-Aspetta.- disse.
Scossi la testa e mi slegai dalla sua presa, ora volevo starmene per conto mio, volevo stare sola. Iniziai a correre sulla sabbia che scottava e non poco, avevo ancora le lacrime che bagnavano le mie guance, ma non sarei potata rimare un po di più su quella spiaggia. Quando arrivai vidi che sotto l'ombrellone c'erano anche i ragazzi, mi guardarono tutti, ma nessuno di loro fecero domande ed era meglio così. Indossai la mia maglia, presi la mia borsa e senza dire nulla mi incamminai verso la salita per recarmi a casa. Iniziai a correre quando sentii che stavo per scoppiare sul serio ma non ebbi modo di arrivare a casa, mi bloccai fuori al cancello. Lasciai cadere la borsa e mi sedetti a terra, era un pianto che non aveva fine. Sentii quasi mancarmi il respiro.
Una mano mi toccò la spalla ma mi dimenai non facendomi toccare.
-Em..- era la voce di Zayn.
-Lasciami stare, non c'è la faccio più.- dissi nascondendo il mio viso con le mani.
Sentii le mani del moro alzarmi per le spalle, ma non lo aiutai, ero distrutta.
Quando mi sentii completamente sollevata, il ragazzo mi mantenne per i fianchi per farmi star in piedi.
Non ci pensai due volte prima di stringerlo a me e lui strinse a se.
-Adesso entriamo dentro e stiamo un po' soli, va bene?- sussurrò.
Mi allontanai di poco, non doveva stare lì con me, ma da Maddison, lei aveva bisogno che il suo ragazzo stesse con lei.
-No, voglio stare da sola. Ti prego, sono più felice se stai in spiaggia con Maddison.- dissi slacciandomi dall'abbraccio.
Cercai di mantenermi in piedi.
Zayn era incerto sul lasciarmi da sola.
-Zayn, vai in spiaggia, fallo per me.- dissi raccogliendo la borsa e asciugando le lacrime che erano cadute sul volto.
Dovevo far sembrare a Zayn che stessi bene oppure non se ne sarebbe mai andato.
Lui annuì incentro e mi lasciò un bacio sulla fronte.
-Qualunque cosa chiamami! Capito?- chiese.
Io annuii.
-Ciao Zayn.-
-A dopo Em!- mi salutò ed io entrai nel cancellino che portava a casa mia.
Sentii le lacrime bagnarmi di nuovo il volto, non ci misi molto tempo prima di recarmi in camera mia, mi gettai sul letto e lasciare libero sfogo alle mie lacrime. Lasciai che bagnassero le mie guance fino a quando non caddi in un sonno profondo.

Dirty Zone || [L.T.] SOSPESA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora