-Em, ha detto di amarti da ubriaco cosa vuoi di più?- mi chiese con tono esasperato Spencer.
Già, anche io mi domandavo cosa volessi di più dalla vita. Avevo una famiglia bellissima, il ragazzo della quale ero innamorata aveva appena ammesso di amarmi, e pure c'era quella cosa che volevo e che quasi mi sembrava irraggiungibile. Volevo quell'amore, volevo che veramente Louis mi amasse senza alcun problema e senza nessun rimpianto, senza che ci fosse nulla a sperarci, ma purtroppo le cose non vanno mai come c'è le aspettiamo. Io ero sempre più confusa e nonostante fossi emozionata e contenta di aver ricevuto quel fatidico "ti amo", il mio inconscio era colmo di tristezza e di dolore, non sapevo se lo amassi sul serio, ma infondo cosa ne potevo capire io dell'amore?
In quel momento mi sentivo solo una stupida ragazzina che non faceva altro che tormentarsi per delle semplici parole, parole magari importanti quanto insignificanti. Sospirai ancora una volta prima di guardare il volto di Spencer e di Maddison, entrambe erano felici per me, ma non riuscivano a capire ciò che realmente stava accadendo nella mia testa e in quel cuore che man mano diventava incontrollabile.
-Io.. io non lo so.- sussurrai mentre iniziai a giocare col bordo del lenzuolo.
Spencer sospirò e Maddison mi carezzò la guancia, le sorrisi debolmente e anche falsamente, forse, ma in quel momento fingere poteva diventare la mia arma, arma dalla quale mi sarei potuta difendere da Louis, da tutti quelli che mi avrebbero fatto male.
-Em, parlane con Harry. Lui conosce Louis, sa come è fatto, potrà parlarti, aiutarti più di quanto possiamo fare noi.-
Maddison infondo aveva ragione, Harry conosceva a fondo Louis e sopportava ogni suo capriccio, magari sarebbe stata lui la mia soluzione e, ancora, se nemmeno ciò mi avrebbe aiutata allora sarei passata al fingere, all'apatia, o addirittura all'atarassia, se fosse stato necessario. Forse quello era l'unico modo per non soffrire più, adesso non ci diedi più peso, mi accasciai al letto e coprii il mio misero corpo col lenzuolo mentre le altre due ragazze fecero lo stesso. Andai a dormire con mille dubbi alla mente, mille domande senza una risposta e il cuore che batteva a mille solo al pensiero di quegli occhi puntati su di me.
***
Quella mattina il primo pensiero fu proprio Harry, anche perché non chiusi occhio per tutta la notte, ormai non c'era altra persona che non pensassi, Louis era quel chiodo fisso che solcava la mia mente e la mia anima. Guardai l'orologio, era mattino presto e non potei far altro che alzarmi e recarmi in camera del riccio, sapevo che li dormiva anche Louis, ma in quel momento mi serviva solo ed unicamente Harry. Frettolosamente mi recai verso la sua camera bussando leggermente per non svegliare gli altri, ero agitata, emozionata, e avevo anche paura di ciò che potesse accadere. La porta si aprì mostrando un ragazzo dai capelli ricci, leggermente alto e con aria assonnata.
-Dobbiamo parlare Harry.-
Furono le uniche parole che riuscii a dire mentre guardavo il riccio negli occhi e mentre sentivo il mio stato d'animo cambiare sempre più.
Speravo solo che tutto questo sarebbe finito presto.Pov's Louis
Cosa stava accadendo a me stesso? Cosa stava accadendo a quel Louis forte, determinato, stronzo e menefreghista che ero diventato? Avevo speso tantissimo tempo a diventare tale persona, ad essere un niente di buono, ed ora? Tutto si stava frantumando ai miei occhi, tutto stava diventando di nuovo colorato, stavano comparendo di nuovo quei colori che avevo cercato di cancellare non solo dal mio quotidiano, ma anche dalla mia mente e dai miei occhi. Quegli occhi che nascondevano tanto, troppo, dolori che continuavo a ritorcere solo su me stesso, oppure li sfogavo sugli altri, mostrandomi un fottuto stronzo, una testa di cazzo. Ma io non ero e non sono così, sono solo le esperienze che ci cambiano, a volte in positivo, altre in negativo, ed io posso affermare di essere cambiato in negativo. Non sono più il Louis sensibile, quello che piange per uno stupido film d'amore, quello che cerca conforto in altre braccia, o meglio, sono solo diventato troppo orgoglioso per urlare ciò all'unica persona che nonostante lo sbaglio e il casino che sono si sta dimostrando disponibile ad ascoltarmi e a subirsi ogni mia paranoia. Paranoie che ci sono da più di un anno, che mi lacerano l'anima e che non mi fanno andare oltre quel dannato dolore che via via si è andato ad accumulare nel mio petto.
Non sono mai stato quel tipo di persona che urla contro una ragazza, che prende a pugni i compagni o che, addirittura se la prende col cugino, ma in questi anni per me era diventato difficile tutto, anche respirare. Avete presente quando un vuoto vi avvolge lo stomaco e no riuscite nemmeno a parlare? Bene, quello ero e sono io. Non ero in pace con me stesso, con il mio essere, anche perché c'era sempre quella voce costante nelle mie orecchie che mi urlava "fallito", già, forse lo ero, forse lo sono, ma non mi importa poiché l'unica cosa sicura, quella pura e sincera, l'avevo, ma non ero esperto, non sapevo come riuscire a conquistarla, ad arrivare ad essa. Lei, Emily, fu un colpo di fulmine, anzi un colpo di petto dato che la scontrai non so quante volte! Ormai non smettevo di pensarla, di sorridere come un idiota solo al suo pensiero e quella parte di me, che credevo ormai bruciata e persa stava rivivendo, forse.
Perché forse? Perché io sono un fottuto idiota, un cretino che cercava di allontanare le persone da se, per il proprio bene. Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra, erano le sette e trenta, in casa non c'era ancora nessuno sveglio così decisi di andare in spiaggia per correre e per sfogare i miei nervi, ormai nemmeno più quella sigaretta fra le labbra aveva senso, nulla aveva più senso. Continuai a correre, avanti e indietro, pensavo a quel "ti amo". Glielo avevo detto, si che glielo avevo detto, ma in fondo non ero nemmeno sicuro di cosa volesse significare la parola amore. Ad ogni passo mi maledicevo, ad ogni sospiro stringevo i denti, volevo essere ancora duro, volevo essere quel maledetto Louis che incuteva ancora terrore, che non riusciva a sfogarsi se non era solo col cugino, ma semplicemente non ci riuscivo.
Ero solo e dannatamente debole, ero solo uno schiocco, ero appunto un completo fallito. Già, proprio
come mi ricordava quella voce.S.A.
Allora, innanzitutto SCUSATEMI
PERDONATEMI
E AMATEMI
sono stata impegnata un carinissimo con la scuola e non sapevo seriamente dove sbattere la testa.
Prometto una cosa, giuro che lo faccio, per queste vacanze vi aspettano due amatissimi capitoli dove saprete tutta la verità sulla "Dirty Zone" di Louis. Finalmente vedremo cosa diamine ha combinato, ehehe.
Allora volevo dirvi che aspetto qualche piccolo commento e tante stelline, siate attive! Più attive sarete più i capitoli arriveranno in fretta.
Adesso vi lascio un bacio e volevo solo ricordarvi che la mamma di Louis resterà sempre e per sempre nei nostri cuori, era una donna eccezionale e quindi spero che Louis possa riuscire ad affrontare tutto ciò con la forza che ha sempre avuto. Noi ovviamente gli daremo il sostegno che merita.
Bene adesso vado.
Un bacio forte. Marika.❤
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Dirty Zone || [L.T.] SOSPESA
FanfictionTratto dal capitolo 7 -Fai la difficile?- disse. Non risposi, avevo solo paura, sentii prendere il fianco da quel ragazzi, volevo liberarmi dalla presa ma non ci riuscii. -Lasciala!-disse una voce familiare dietro di me. -E tu chi saresti?- chiese i...