Un mese dopo...
Mi svegliai di soprassalto, e vidi una figura, seguita da Davide, Filippo e Carmine.
Avevo paura, e facevo bene.
La sagoma mi si avvicinò, ed ebbi la possibilità di mettere a fuoco i tratti della persona di fronte a me.
Era grosso, alto, con i capelli rasati a i lati, come Davide. Il tipico taglio orrendo dei rioni un po' più malfamati napoletani.
Inoltre, aveva una grossa e profonda cicatrice sulla guancia sinistra.
Incuteva parecchio timore.<<E chi sfaccimm è chest mo?>>
Chiede, guardando i tre dietro di lui, che abbassano lo sguardo.
Sono chiaramente intimoriti.
C'è un silenzio preoccupante per alcuni istanti, che viene poi rotto da Carmine.<<O' Gè, è il nostro ostaggio.>>
<<Un ostaggio? E a quann tnit bisogn e n'ostagg?>>
<<A quann nun c cac proprj cchiù, Gnnà. Nuj stamm facenn a famm rind o vic, si e genitor e sta wajon pavn—>>
<<Allor nun e capit manc o cazz, O' Cardì. Si coccurun ven a sapè e sta strunzat, c rimett tutt o clan Savastan. Nun c'arrivat? Sit accussì sciem? O riuscimm a apparà nu cervell san, mttenn a tutt'e tre vuj nziem? Nun penz proprj. Wajù, accussì accummenc o burdell, e ij burdell nun n vogl. M so spiegat?>>
Chiede, a pochi centimetri dal viso di Carmine, che per poco non trema.
La sua voce è profonda, è cattiva.
Ora mi rendo conto che quello è il loro boss, di cui Filippo mi ha parlato ieri.
Genny -se non ricordo male, questo dovrebbe essere il nome di quel bestione-, rimane qualche altra manciata di secondi a guardare male il trio di fronte a sé.
Poi si volta verso di me, e non perde occasione di squadrarmi e di lanciarmi occhiatacce, come se la colpa di quella situazione fosse mia.<<Nun a piglià a mal.>>
Mi dice, per poi prendere una pistola, nascosta nei propri pantaloni.
La carica, e me la punta contro.
Non so cosa fare.
Alzo le mani, indietreggiando, sperando di fare leva sulla sua pietà. È anche lui un essere umano, no?
Ma a quanto pare no, dato che dai suoi occhi non traspare alcuna emozione.
È rigido, fermo, paurosamente serio e deciso.<<Lasciarti qua è troppo rischioso per noi. Non voglio rotture di cazzo nel mio clan. M dispiac.>>
<<Ti prego...>>
Sussurro, ma ormai so che non c'è più nulla da fare.
Chiudo gli occhi, e aspetto di sentire il suono sordo dello sparo arrivarmi in faccia, senza provare più a ribellarmi.
So che è inutile.
Ma proprio quando comincio a perdere le speranze, una voce risuona nel silenzio generale.<<Aspiett Gnnà...>>
Schiudo gli occhi lentamente, ed è Filippo, che si mette davanti a me, come scudo.
<<Perché ucciderla? Faresti comunque casino. Teng n'idea migliore.>>
<<Ric ja Capebò, ca nun teng tiemp a perdr.>>
<<Prendiamocela con noi. Più persone ci sono, più piazze operano, più soldi ti arrivano, o m sbagl? Nun t convien cchiù accussì?>>
Dopo quelle parole, riesco chiaramente a sentire nell'aria la titubanza di Gennaro, degli altri ragazzi, ma soprattutto la mia.
Non so esattamente se essere grata a Filippo per avermi salvato la vita, o odiarlo, perché mi sta buttando in qualcosa che non mi appartiene.
Genny ci pensa un po', e mi guarda, come se volesse percepire dai miei occhi se sarò davvero in grado di gestire una situazione simile.<<C dic, t'a sient?>>
Non gli rispondo.
Perché la mia risposta, sarebbe un secco no, ma il mio no corrisponderebbe ad una pallottola in fronte, per cui evito di complicare ulteriormente la situazione.
Incredibile, come appena Filippo abbia messo in mezzo la parola soldi, Genny abbia cambiato immediatamente pensiero.
Mi fa schifo il fatto che questa gente non pensi ad altro che al denaro.<<Appost accussì allor. La piazza vicino al campo di calcetto è chiusa da un po'. C ramm chell. Va buon?>>
<<Va benissimo.>>
<<Appost accussì.>>
Conclude, per poi abbandonare la stanza, lasciandomi con i ragazzi.
Davide e Carmine sono contrariati e anche perplessi dalla scelta di Filippo, come me d'altronde.
Ma lui, al contrario, ne è molto felice.<<Ti ospitiamo da noi. Giusto, wajù?>>
Non rispondono. Probabilmente, sanno che il loro no vale come un due di picche in questo momento.
Sinceramente, condividere lo stesso tetto con loro tre non mi entusiasma troppo. Ma almeno sono ancora viva. Questa è la cosa più importante per me.Finalmente, posso vedere la luce del sole, dopo un intero mese passato chiusa in una squallida e solitaria stanza.
Ma purtroppo non sono completamente libera.
La mia vita dipende ancora da loro tre. Solo che, ora come ora, posso essere padrona dei miei movimenti.
Almeno quello...
Mi fanno salire su un'auto, presumo diretta verso casa loro, guidata da Carmine. Al posto del passeggero, c'è Davide, che sta fumando una sigaretta, mentre ai sedili posteriori, ci siamo io e Filippo, che non ci guardiamo, non ci parliamo, e non abbiamo alcun tipo di contatto.
C'è un silenzio a dir poco disturbante, e l'unica cosa che posso fare, è guardare fuori dal finestrino, ed osservare il mondo.
Quel mondo che avevo quasi dimenticato come fosse fatto.
Finalmente, Carmine si ferma e posso scendere.
Devo dire che questa "casa", non è tanto diversa dal luogo in cui ero rinchiusa.
Non è altro che una grande e triste stanza, composta da tre letti, un divano, un tavolo da pranzo, un piano cucina e una piccola porta, che conduce al bagno.
Fine.
Forse sono io, ad essere troppo abituata a case da ricchi.
Perlomeno, qui ci sono delle finestre.
Prima di quanto pensassi cala la sera, e i ragazzi, che hanno passato tutto il pomeriggio nelle loro piazze tornano a casa.
La presenza di Davide in particolar modo mi disturba tremendamente, specie se se ne esce con frasi tipo:<<Teng famm. Saj cucinà? Prepar coccos, oì.>>
Dopo tutto quello che mi ha fatto, non solo fa finta di niente, ma si permette anche di dare ordini.
Fortuna che, prima che potessi fracassargli la testa a sediate, Filippo interviene, allontanandomi da lui.
Ora che abitiamo praticamente assieme, posso notare che passano tutto il giorno a vendere droga, e poi ad assumerla una volta a casa.
Alla fine, chiesto gentilmente da Carmine e da Filippo, mi sono decisa a preparare da mangiare.
A tavola mi spiegano che avrò, ogni mattina a partire da domani, delle consegne di cocaina alla mia piazza.
Dovrò scaricare i camion, lavorare la droga, dividerla, imbustarla, e poi passare il testimone ad altri ragazzi, che raggiungeranno la piazza per il turno di notte.
Loro si occuperanno di venderla.
Ho davvero paura, di come andranno le mie future giornate.Mi sembrava tutto così paradossale, tutto così inadatto a me.
Tutto così fuori dalla mia portata, tutto così sbagliato.
Mi sentivo un pesce fuor d'acqua, e per un po' di tempo avrei preferito che Genny mi avesse sparato quella volta, piuttosto che rimanere in quella casa con quella gente.
Ma poi, chi l'avrebbe mai detto che la mia nuova vita mi sarebbe piaciuta molto di più di quella vecchia...N.A: Buooooonasera a tutti!
Finalmente sono tornata con un nuovo capitolo!! Perdonatemi infinitamente per il ritardo, ma sono in vacanza.
Concentrarmi, organizzare le idee e riuscire a scrivere il capitolo mi è risultato difficile, in queste ultime settimane; ma, d'altronde, meglio tardi che mai!
Io vi ringrazio tantissimo per le superate 100 visite, per me è già un traguardo molto grande, grazie di cuore a tutti.
Io vi invito, come al solito, a farmi sapere cosa pensate della storia con un commento o un messaggio privato.
Qualsiasi critica, positiva o negativa, per me è sempre ben accetta!
Vi mando un grosso bacio, alla prossima!❤️P.S: Ricordo che alcune vicende narrate e personaggi della storia sono ISPIRATI a Gomorra - La serie. Per cui, se non capite alcune delle frasi o parole in napoletano che spesso si ritroveranno nei dialoghi, commentate sotto la frase/parola in questione e verrà tradotta.
Inoltre, vi invito a consultare il cast che elenca i personaggi della storia associati al relativo presta-volto, in modo che possiate avere un'idea dell'aspetto dei personaggi.
Man mano che si andrà avanti nella storia, la lista verrà periodicamente aggiornata.
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Alone in my soul
FanfictionImmaginate una ragazza. Una ragazza bellissima, giovane, intelligente, sensibile, forse un po' ingenua, un'inguaribile romantica, che farebbe qualsiasi cosa pur di non rinunciare al suo sogno d'amore. Ora immaginate la stessa ragazza, che riesce fin...