«Sbrigati». Ringhiò Newt al suo compagno, anche se tra i due sembrava essere lui quello che reggeva peggio quell'andatura spedita.
La ragazza camminava fissando con profonda sfiducia ciò che le si ergeva intorno. I suoi piedi proseguivano faticosamente l'uno di fronte all'altro, scostando ogni volta dei ciuffi d'erba rinsecchita. Non c'era nulla che potesse descrivere quello che provava.
Che razza di posto era quello? Forse era una punizione? Cosa avevano fatto per meritarsi di finire lì?
Cleo serrò le labbra e si impose di abbassare lo sguardo, nascondendo ai suoi occhi la vista della muraglia di pietra.
In quel momento notò Minho chinarsi verso il suolo e raccogliere qualcosa tra l'erba. Quando si rialzò, tra le mani stringeva la sua camicia, quella che Cleo aveva recuperato nella Scatola e che si era sfilata per sfuggirli.
Invece che restituirgliela, come lei aveva ingenuamente immaginato, Minho avvicinò il suo compagno. Newt afferrò l'indumento e la maneggiò senza un senso ben preciso.
«Questa portala alla Stanza delle Mappe». Borbottò a Minho. L'altro ragazzo annuì.
«Newt!» Urlò una voce non molto distante.
Un ragazzo dalla pelle scura era apparso da un gruppetto sparso di alberi. Cleo aveva intravisto della frutta giallognola pendere dai rami.
Era un tipo di statura media, anche se il suo fisico massiccio lo faceva sembrare più basso di quanto in realtà non fosse. I suoi lineamenti aggrottati delineavano uno scalpo pressoché tondo.
Aveva un aspetto trasandato, cosa che in realtà accomunava tutti i ragazzi; braccia sporche di terra, unghie nere, vestiti vecchi e malmessi. I suoi soprattutto erano visibilmente troppo stretti per lui.
«Lei dov'è?» Chiese il nuovo arrivato, correndo per i restanti metri che li distanziavano. Nessuno dei presenti ritenne che fosse necessaria una risposta.
Non appena li raggiunse il suo corpo si impietrì. «Dimmi che siamo stati troppo sotto quel caspio di sole e adesso abbiamo tutti le allucinazioni». Il suo viso dimostrava esasperazione.
«Non capisco, non ci arrivo.» Farfugliò ancora.
Cleo non poté fare a meno di osservare quella scena. Per un fuggevole istante, i tre ragazzi, la loro posizione, la loro distanza, il modo in cui la guardavano... le ricordarono qualcos'altro. Qualcosa che aveva già visto una volta.
«Dobbiamo indire un'Adunanza». Commentò Newt, quasi con sufficienza. «I ragazzi che stavano vicino alla Scatola l'hanno già vista. E chi non c'era verrà a saperlo in una manciata di minuti. Non possiamo fare finta di niente».
Il ragazzo dalla pelle scura non rispose. Era chiaro che la sua testa fosse stracolma di pensieri.
Minho gli poggiò una mano sulla spalla. «Alby, amico? Ci sei?» Quindi era lui che dovevano incontrare, pensò la ragazza. Quello che comandava lì.
Alby avanzò lento verso di lei. Il ragazzo aveva un aspetto stralunato.
«Tutto questo tempo...» Disse. Ad ogni falcata, gli abiti gli si stringevano addosso, facendo risaltare il vigore dei muscoli.
«Tutto questo tempo senza un maledetto sputo di cambiamento, e ora questo» A quel punto Alby le si era avvicinato tanto che Cleo poteva sentire il suo odore di sudore.
«Perché?» Le chiese lui. Come se lei avesse dovuto sapere la risposta.
«Chi sei?» Le domandò con tono scabro. Cleo sentì di nuovo la paura crescere.
STAI LEGGENDO
LA PRIMA PROVA - Maze Runner Saga
FanficLe sue urla rimbombavano lungo i muri di pietra. Premeva forte sul fianco di lui con entrambe le mani, mentre ne sentiva il sangue bagnarle la pelle. Non sapeva cosa fare. Non riusciva nemmeno a guardare quella ferita. «Mi dispiace, mi dispiace tant...