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-Sei sicuro Cal?- disse Ashton. -Non puoi partire domani? O spiegare alla bell'e meglio la situazione al tuo capo?- Calum scosse la testa, con le lacrime agli occhi. -Ashton, non posso. Non voglio perdere il posto.- -Ma perché?! Non vuoi forse restare con Shirley? A che ti serve un appartamento quasi dall'altra parte dell'Australia? Tanto hai già violato l'ordine di lei di tenerti lontano da qui.- Ash sapeva che alla ragazza le si sarebbe spezzato il cuore nel sapere che Calum fu costretto a partire. -Ash, lo so bene! Fosse per me me ne fregherei dell'aereo, del posto di lavoro e dell'appartamento. Ma comunque, io non posso restare.- Il moro abbassò lo sguardo. Era triste e scoraggiato perché temeva che, nel dire ciò che pensava, Ashton si sarebbe messo a ridere e gli avrebbe dato dell'ingenuo. Poteva perfettamente evitare. -Calum Thomas Hood, dimmi il perché non puoi restare! Mi sembra troppo ridicola la tua motivazione.- -Ash i-io..- Ashton si spazientì. -Coraggio Calum!- gridò, attirando l'attenzione dei passanti. Calum prese un forte respiro e poi parlò. -Voglio lavorare, per mettere da parte dei soldi e fuggire da qualche altra parte con Shirley. Lei è una persona fantastica e non si merita tutto quello che ha passato, che sta passando e che passerà se non fugge via da qui. Voglio portarla in un bel posto, dove noi due insieme potremmo ricominciare da capo. Ashton io la amo, la amo più di quanto io ami me stesso, più di quanto tu e tutto il resto del mondo possiate immaginare. Credimi, andarmene è un grande sforzo per me, proprio perché lei è tutto ciò che ho.- Ashton si ammutolì. Non si aspettava una riposta del genere e, a dirla tutta, se Calum e lui fossero stati insieme, avrebbe condiviso in pieno la sua teoria di una vita migliore, e sarebbe scappato con lui. Non sapeva bene cosa dire, quindi lo abbracciò. Restarono abbracciati per un tempo indefinito e che terminò quando il conducente del taxi fece suonare due volte il clacson. -Abbi cura di te.- Fece Ashton. -Lo farò, ma tu prenditi cura di lei.- Calum prese le sue cose, le carico sul taxi, diede un ultimo sguardo ad Ashton e poi chiuse la portiera e fece segno al tassista di partire; il gesto fu accompagnato da un leggero -All'aeroporto, per favore.-
Così l'uomo sulla quarantina mise in moto il veicolo, facendolo allontanare dalla casa, da cui Ashton faceva ancora capolino.

Letters|| Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora