I hate you, Cameron Dallas ! ( IN REVISIONE COMPLETA dal 2024)

54.

Ansia. Nessun'altra parola del vocabolario potrebbe descrivere come mi sento in questo preciso momento. Mi trovo nella hall di questo albergo a cui ormai mi sono affezionata, aspettando gli altri e facendo mentalmente le peggiori supposizioni su quello che Lady Malefica e consorte potrebbero avere escogitato per questa giornata. Giornata che ricordo bene, ha ventiquattro ore e troppi minuti. Già mi sento male, sono sicura che quella ne approfitterà per farmela pagare per tutte le volte che le ho dato fastidio quando eravamo piccole o peggio ancora quando litigavamo. E se sommiamo il mio carattere da permalosa perenne e il suo dannato orgoglio, abbiamo il quadro completo.

L'unica nota positiva della giornata, o meglio, il dato certo, e' che andremo in spiaggia, per cui ho provveduto in modo da vestirmi bene, ma leggera, in modo tale da potermi cambiare facilmente una volta arrivata al lido. Cosa ancora più assurda, sono soddisfatta di come sono vestita, per una volta della vita. Qualche giorno fa infatti, sono stata colta da un raptus di shopping compulsivo mentre mi trovavo con mia sorella, tanto che abbiamo retto per quasi tre ore, fino a che Brooklyn e Nash si sono rifiutati di proseguire oltre, fermandosi e sedendosi esattamente in mezzo a una piazza. Non scherzo, dei turisti giapponesi si sono messi a fotografarli senza sosta,credendoli artisti o qualcosa del genere. Non ho ben capito perché, ma sembra che in qualsiasi luogo io vada, attiri giapponesi. Sempre e comunque. Perlomeno questa volta non sono stata io a fare figuracce.

Quei due, che si professano tanto essere ragazzi tosti e sportivi, hanno mollato dopo neanche tre ore di shopping! Ammetto che in quanto a buste, abbiamo leggermente esagerato, ma qualche volta le follie vanno fatte, o no? Specialmente se ti trovi a Barcellona!

Tuttavia i ragazzi non hanno apprezzato questa nostra mentalità e i nostri sacchetti. In totale erano quindici a testa, ma a mia difesa posso dire he alcuni erano talmente piccoli, che non si notavano neanche.

E durante questo piccolo momento di follia, ho trovato numerose cose bellissime, fra cui il vestito che sto indossando ora. In realtà è costituto da una gonna a stampo floreale, con una cintura stretta in vita, completato da una canotta bianca, ma una volta indossato sembra quasi un vestito. Ai piedi le immancabili all star bianche, che nonostante mia madre disapprovi perché dice che mi fanno i piedi a papera, io non riesco ad abbandonare. Ho promesso finche'  morte non ci separi e così sarà.

Inoltre, dato che sapevo che avremmo trascorso almeno un giorno in spiaggia, ho comprato un bel costume blu, semplice ma stranamente carino, che ho prontamente infilato in borsa. Vista da fuori questa borsa sembra minuscola, ma dentro contiene il mondo, proprio come quella di Mary Poppins. Al suo interno ho messo il necessario per la spiaggia, tra cui crema e occhiali da sole, il solito trio costituto da portafoglio, caricatore, cuffie, oltre che cellulare e burro cacao, più eventuale piccola trousse di emergenza. Secondo mio padre sono esagerata, perché porto dietro troppa roba, ma dopo la mia esperienza a Dublino, dove spesso passavo intere giornate, compresa la sera fuori, ho imparato che è meglio abbondare, perché non sai mai cosa ti potrebbe succedere.

Proprio mentre sto per chiudere gli occhi, sento il cellulare vibrare. Apro gli occhi e lo tiro fuori, fino a che non leggo il nome del mittente, Lydia. Un sorriso spontaneo mi spunta subito in volto, perché l'allegria della mia migliore amica e' talmente coinvolgente che mi contagia anche a migliaia di chilometri di distanza.

<< Ciao Rossa!! Come stai ??>>

Di sottofondo la sento trafficare un attimo, fino a che la sua voce non mi giunge all'orecchio.

<< Sono nei casini Lils. Nei casini grossi.>>

Non appena sento questa frase, la versione fatalista ma pratica  della sottoscritta prende il sopravvento.