XV. Luna

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XV.

Luna

Le coperte sul corpo,

la testa sul cuscino,

pensavo al buio.

Avevo gli occhi aperti,

e osservavo dalla finestra aperta,

il viaggiare della notte,

accompagnato dai suoni di un treno

a volte da un tremolio,

e qualche volta dai richiami dei gufi.

Amavo la notte.

Non c'era nulla di cui preoccuparsi,

tranne dei demoni che venivano a trovarmi,

e con cui avevo fatto amicizia.

Era mentre, la Luna faceva bella mostra di sé,

che io mi rannicchiavo nelle tenebre,

dove nessuno poteva vedermi,

nessuno poteva giudicarmi.

Odiai la luce,

per le sue ombre,

e la sua verità.

Era nelle tenebre

che si trovavano bene,

i mostri come me.

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