SPECIALE - Il Pescatore

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SPECIALE III - Il Pescatore

Questo, é l'ultimo speciale della raccolta.
Mi dispiace lasciare Petrichor, mi dispiace lasciare voi e i bellissimi commenti che mi lasciate. Mi dispiace perché le avventure migliori finiscono troppo presto, anche se questa qui é durata quasi un anno intero.
Sono cresciuta durante questo anno, sono cambiata, lo sarete anche voi e per questo queste ultime poesie potrebbero risultare meno interessanti e belle delle prime. Sono delusa dalla vita, e da tutto quello che comporta, soprattutto da questo ultimo anno. Ma la vita va avanti, e per questo ho iniziato a scrivere Spleen & Vecchie Storie (che trovate tra le mie storie). Spleen é una raccolta molto meno poetica,ma molto più forte. Per questo, mi sento in dovere di chiudere il capitolo che rappresenta per me Petrichor. Spero di avermi invogliato ad apprezzare quelle che sono le uniche cose che potrebbero darci la felicità. Vorrei concludere dicendo che non credo ci sia l'anima gemella per tutti, io credo di averla trovata (beccandomi,per altro, una quasi-denuncia) ma lui non é più qui. Forse non ci reincontreremo mai più,ma era come se lui fosse qualcosa di indescrivibilmente letale che mi ha anninetato in un secondo. Davvero. Non lo conoscevo,non ci ho mai parlato, ma non mi bastava mai. Sono innamorata di lui, ma lui non sa della mia esistenza. Perciò questa la dedico ad un ragazzo di nome Giovanni, che ha avuto una ragazza che l'avrebbe amato per sempre, e lo farà, ma non l'ha mai saputo. Spero che lui lo sappia adesso. Ti amo.

Brucia la notte il suo percorso,
strade, fieno,
una mela e qualche morso,
il mare agitato,
una barca,due remi
e lo spirito che viaggia sulle onde,
c'é un signore,
barbuto che si immette in mare,
con la faccia stanca,
senza alcuna voglia di nuotare,
tra tutti i problemi
che lo voglio mangiar vivo,
scappa, mio diletto,
fatti inghiottire dal mare.
Un cappello in testa,
e tanti bei cappelli al vento,
sogni di un giorno lontano,
a cui seguono altri cento,
di sole, di stelle,
del profumo, e della sera,
che ti sorride, cordiale,
vecchia di un'esistenza intera.
Cala la rete,
si alza, e si asciuga il sudore,
la salsedine,
la bestie dentro gli occhi,
l'amore
e poi si lascia cadere, sprofondare
perché non c'é una ragione,
per cui un bambino insegue un aquilone.
E così termina la storia
di chi si chiede che fine abbia fatto il pescatore,
egli é morto,
dannandoci tutti,
in nome dell'errore
più grande,più bello,
terribile della sua vita:
che l'amore sia
una maledizione,
crudele ed infinita.


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