Capitolo 5

3.5K 197 6
                                    

Il ritorno all'hotel in cui alloggiavano in due suite attigue fu strano e silenzioso.

Svanita l'ansia da prestazione, si era goduto la soddisfazione per gli elogi ricevuti dal regista e da tutto lo staff per la splendida scena che erano riusciti a registrare al primo chack, ma poi Jay aveva iniziato a notare l'umore sempre più taciturno e introverso di Roy.

Il suo compagno sorrise forzatamente ai complimenti e fu il primo a raggiungere la macchina quando furono finalmente liberi di andarsene,tuttavia il suo malumore non migliorò durante il tragitto di quaranta minuti nel traffico dell'ora di punta di Hollywood.

Non pronunciò una sola parola nemmeno nell'ascensore e percorse a passo di marcia il corridoio ricoperto di lussuosa moquette, facendo passare in fretta la chiave magnetica nel lettore della sua suite.

Fino a quel momento, avevano sempre dormito insieme nella sua e Roy entrava in quella che gli era stata riservata solo per prendere i propri vestiti dal guardaroba e disfare il letto come se ci avesse davvero dormito tutta la notte, perciò quell'improvviso cambio di programma turbò Jay più dello strano comportamento del compagno.

«Roy...» lo chiamò, esitante.

Il compagno gli lanciò un'occhiata scura.

Sembrava decisamente arrabbiato per qualcosa e Jay si pentì di averlo richiamato, temendo di essere lui la causa del malumore dell'altro, ma, prima che potesse anche solo pensare ad una scusa per defilarsi nella propria suite, Roy lo afferrò per un braccio e lo trascinò dentro la camera, sbattendosi la porta alle spalle.

L'istante successivo, Jay si ritrovò premuto contro il muro, con il corpo di Roy a inchiodarlo contro la parete, le mani affondate nei suoi capelli e le labbra che gli rubavano il respiro in un bacio soffocante.

Ricambiò con tutto se stesso a quella passione quasi disperata, fino a che Roy non si fermò, anche se continuò a tenerlo stretto a sé come se avesse paura di lasciarlo andare, e Jay si chiese cosa avesse innescato quella reazione.

La sua espressione perplessa doveva essere stata eloquente, perché Roy sospirò, appoggiando la fronte contro la sua.

«Perdonami, Jay. Non volevo essere così brusco con te.»

«Non importa» lo rassicurò, ricambiando l'abbraccio perché era evidente che era quello di cui Roy aveva bisogno. «Ma vorrei tanto sapere a cosa stai pensando.»

«Ti prego, non accettare mai più film dove devi recitare scene di sesso.»

«Eh? Perché?»

«Me lo stai davvero chiedendo?»

«Certo! Sono scene come tutte le altre...»

«No! Non lo sono! Non voglio che nessun altro ti tocchi in quel modo, nemmeno se fossero donne.»

«Roy, siamo attori! Recitiamo! Non significherebbe niente!»

«Lo so, ma non posso farci nulla! Già tollerare che ti guardino sarebbe difficile, per me...»

«Senti da che pulpito!» replicò Jay, accalorandosi. «Quando uscirà questo film, tutto il mondo si godrà una panoramica del tuo culo! È stata una richiesta esplicita del regista e va bene! Nemmeno io ne sono felice, ma me ne faccio una ragione perché tu mi ripeti ogni giorno quanto mi ami e so che solo io ho il diritto di toccarlo!»

E, reso audace dalla discussione, portò le mani ad afferrare il sedere di Roy, strizzandoglielo con fare possessivo.

Il compagno si lasciò sfuggire un gemito e si appoggiò di più a lui, schiacciandolo tra sé e la parete.

Dietro le quinteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora