Capitolo 6

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Un altro bacio rovente infiammò la passione di entrambi.

Jay rimase letteralmente senza fiato e mugolò di protesta quando Roy si staccò da lui, ma poi approvò incondizionatamente perché, in un rapidissimo movimento, il compagno si liberò della giacca casual e della polo che indossava sotto.

«Oh, bella idea» bofonchiò.

Intrigato da tutta quella pelle a sua disposizione, Jay incollò le labbra al collo di Roy, mentre le sue mani erano libere di accarezzarne a suo piacimento il torace e gli addominali definiti dalle lunghe ore trascorse in palestra.

«E sai cosa sarebbe ancora meglio?» gli chiese Roy.

La voce gli uscì un po' roca e sospirò di piacere quando Jay scese a baciargli il petto, dedicando particolari attenzioni ai capezzoli.

«No... Cosa?»

«Che anche tu ti liberassi di tutta questa roba inutile che hai addosso.»

Gli strattonò la camicia fuori dai pantaloni e prese a sbottonargliela dall'alto, ma Jay non riusciva a stare fermo per agevolarlo nella manovra.

Doveva assolutamente continuare a baciarlo e accarezzarlo fin dove riusciva a raggiungerlo.

La pazienza di Roy, però, si era già esaurita.

Con un altro strappo deciso, fece volare via i bottoni rimanenti, prima di fargli scivolare in fretta l'indumento lungo le braccia.

Le mani di Jay si incastrarono nei polsini ancora allacciati, costringendolo ad armeggiare alla cieca per liberarsele, mentre questa volta era Roy a prendere d'assalto il suo petto.

Non riuscendo a slacciarli abbastanza in fretta, Jay strappò via anche i bottoncini dei polsini, senza il minimo senso di colpa per aver rovinato irreparabilmente una camicia da quasi cento dollari.

Nel frattempo, Roy gli aveva già aperto i pantaloni, che gli calò in un colpo solo fino alle caviglie insieme ai boxer.

Jay gemette quando la lingua dell'amante gli leccò l'ombelico,portandogli alla mente ricordi di quello che, quella stessa lingua, aveva fatto ad altre parti del suo corpo soltanto poche ore prima.

«Roy... Sei ancora troppo vestito...»

«Ancora per poco, non preoccuparti...»

La voce di Roy provenne da una zona un po' troppo vicina al suo membro congestionato, per i gusti di Jay.

«Non osare perdere tempo a farmi un pompino» lo minacciò.

Gli afferrò i capelli, tirandogli indietro la testa fino a farsi guardare negli occhi da quelle iridi verdi, e Roy si rialzò davanti a lui.

Finì di spogliarsi velocemente come in un deja-vù della scena che avevano appena finito di girare, con l'unica differenza che, in quel momento, nessuno di loro due stava recitando e per fortuna non avevano attorno nessun pubblico indesiderato.

Erano, di nuovo, soltanto loro e la loro intimità.

«Cosa vuoi che faccia, allora?»

«Voglio te, Roy! Voglio che mi porti a letto! Voglio te dentro di me e voglio guardarti mentre mi scopi con tutta la forza che hai, come se non ci fosse un domani!»

«Oh, sì!» Roy gli prese di nuovo le labbra in un bacio aggressivo. «Ti scoperò tanto forte che ti farò piangere, bambino esigente e lascivo che sei!»

Jay si aggrappò forte alle spalle di Roy mentre lui, dopo avergli circondato le cosce con le braccia, lo sollevava con facilità.

In pochi passi, furono in camera da letto, dove il suo compagno lo gettò sul materasso come fosse stato un sacco di patate.

Dietro le quinteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora