Capitolo 2

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Jay si infilò la camicia bianca, lanciando un'occhiata ansiosa prima alla porta del bagno, ancora chiusa, e poi all'orologio appeso alla parete.

Almeno,non si sentiva più lo scrosciare dell'acqua, segno che Roy aveva finito di fare la doccia, ma erano già passati dieci minuti e la porta ancora non si apriva.

Lui aveva già fatto passare tutti i bottoni attraverso i rispettivi occhielli e stava infilando i lembi della camicia all'interno dei pantaloni quando, finalmente, il compagno lo raggiunse nella stanza con addosso solo un paio di aderenti boxer neri e, con tutta la calma del mondo, afferrò i pantaloni del completo elegante color sabbia che gli aveva preparato, appoggiandoli con cura sul letto sfatto per non spiegazzarli.

«Roy, finiremo con l'arrivare in ritardo» lo sollecitò, tirando su la cerniera dei propri e facendo scorrere la cintura nella fibbia.

«Siamo in orario perfetto, tesoro. Rilassati.»

Jay non condivideva affatto la flemma dell'altro, tanto che sbuffò spazientito mentre sollevava il colletto della camicia e si faceva scivolare attorno al collo la cravatta di seta bianca.

«No. Siamo già in ritardo. A quest'ora avremmo dovuto essere già pronti e, possibilmente, giù nella hall ad aspettare l'autista che ci deve portare sul set.»

«Forse tu dovresti, dato che hai fama di essere un ragazzo preciso e puntuale. Però io sono il bel bad boy della situazione, perciò tutti si aspettano che sia in ritardo. Sarebbe un peccato disilluderli.»

«Il regista non è un tipo paziente...»

«No, ma è stato proprio lui a insistere per avermi nel suo film, perciò non si arrabbierà con me. Puoi darmi tranquillamente tutta la colpa.»

«Non voglio farti passare per quello cattivo.»

«Umh... Che pensiero gentile, Jayden, ma la mia fama non ne risentirà. Anzi,i paparazzi ci andranno a nozze. Mi ameranno per il succoso articolo che potranno scrivere, grazie a me. Pensa già al titolo... "Il famoso bad boy di Hollywood, Royce Woods, esercita la sua famigerata cattiva influenza sul collega e storico rivale, Mr Perfezione Jayden Spencer, facendolo arrivare in ritardo alle riprese della scena madre del film di cui sono co-protagonisti, il tanto chiacchierato e controverso Pretty Woman al maschile, Gigolò for rent"!»

«Non è un po' troppo lungo, per essere un semplice titolo?» replicò Jay, distrattamente, per poi borbottare tra i denti un'imprecazione quando dovette sciogliere il nodo della cravatta perché non era venuto per niente dritto.

Il suo scatto nervoso fece voltare Roy nella sua direzione e l'uomo lo studiò per un lungo momento, mentre infilava le gambe nei pantaloni e li allacciava in vita.

Quando Jay dovette tentare per la terza volta di annodare la cravatta,emettendo un borbottio stizzito, lo raggiunse davanti allo specchio lungo, incombendo alle sue spalle per via della sua altezza.

La concentrazione di Jay era rivolta interamente a quella malefica cravatta, che non voleva saperne di annodarsi nel modo giusto, per cui l'altro dovette trovare un modo diverso per attirare su di sé la sua attenzione.

Non fu deluso dal sistema che decise di usare perché smise di essere ignorato nel momento esatto in cui lo abbracciò, avvolgendogli il braccio sinistro attorno al petto e appoggiandogli l'altra mano sul fianco.

I loro occhi si incontrarono attraverso la superficie riflettente,l'ambra di quelli di Jay persi nel verde di quelli di Roy.

Questi era ancora a torso nudo e Jay poteva avvertire il calore di quel corpo possente premuto contro il suo anche attraverso il sottile tessuto della camicia.

Roy era più alto di lui di quasi quindici centimetri, per cui l'uomo dovette chinarsi un pochino per strofinare la guancia contro i suoi capelli e depositargli un leggero bacetto sulla tempia.

Jay rimase letteralmente a bocca aperta per lo stupore.

Sapendo bene che il suo Roy non era il tipo da lasciarsi andare alle smancerie solo per il puro gusto di farle, anche se non disdegnava la sua razione di coccole dopo aver fatto l'amore, Jay fu doppiamente toccato da quel tenero gesto di affetto, a maggior ragione perché inaspettato.

«Mi piacciono i tuoi capelli» gli mormorò all'orecchio. «Sono così scuri e folti... E hai un profumo così dolce, amore mio...»

«Ho appena fatto la doccia, Roy... Odoro di sapone.»

«Non è solo per quello. Sei proprio tu che sai di buono. Vorrei assaggiarti un'altra volta.»

«Ma adesso non possiamo, purtroppo. Dobbiamo andare.»

Con un sospiro dispiaciuto, sollevò una mano per accarezzare i sottili capelli castano chiaro del compagno, facendo scorrere le dita tra le ciocche setose ancora leggermente umide per la doccia.

Adorava sentirseli scivolare sotto le dita e non si negava nessuna occasione per indulgere in quel piacere.

Se Roy glielo avesse lasciato fare, sarebbe stato capace di andare avanti per ore intere.

"Stasera"si ripromise, prima di riprendere a rigirare la striscia di seta per stringere quel benedetto nodo.

Ma poi Roy parlò, riportandolo al presente.

«Perché sei così teso?» gli chiese, in tono dolce.

«Beh...» Jay esitò. «La scena di oggi sarà... difficile...»

«Sei nervoso perché è la scena madre o per quello che dovremo fare?»

«Sì... No... Non lo so, Roy. Ho un po' di paura.»

«E perché? Temi che gli altri, guardandoci, intuiscano la nostra relazione?»

«Sì. Temo di non poter far finta di guardarti... beh, sai... senza amore.E tu non hai ancora fatto coming out. Non voglio rovinarti la carriera, tesoro.»

La stretta di Roy su di lui si fece più forte.

«Non devi fare finta di non amarmi, dolcezza mia. Tu sei già dichiarato, per cui non ci sarà nessun problema. Nessuno sospetterà mai di uno splendido ragazzo gay, affascinato da un altro bell'uomo, gay o etero che sia.»

«Sì, però...»

Roy interruppe sul nascere la sua obiezione.

«Sai che volevo farlo già da tempo, ma poi abbiamo accettato di fare questo film. Abbi solo un altro po' di pazienza. Dobbiamo prima lasciare che il pubblico lo veda e lo giudichi per quello che è, per quello che rappresenta e per il messaggio che vuole trasmettere.»

«Lo so. Anch'io non voglio che venga ricordato solo perché la coppia omosessuale protagonista si è innamorata sul set come il più classico dei cliché.»

«È per questo che dobbiamo aspettare un altro po'. Poi, passato lo scalpore della novità, potremo dire a tutti quanto ci amiamo.»

«Penseranno comunque che si tratti di un'abile manovra pubblicitaria» mormorò Jay. «Non ci crederanno. Non dopo che abbiamo passato gli ultimi due anni a fare finta di detestarci.»

«Sì, e tu sei stato fin troppo bravo a recitare la parte del mio eterno rivale, mio caro Mr Perfezione... Ma sai che ti dico? Potranno anche non crederci, perché la loro opinione non mi interessa. L'importante è che lo sappia tu.»

«Oh, io lo so. E ti amo anch'io da morire, Bad Boy.»

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