#Michael
So che suonerà pazzesco, ma nel dicembre del 2011 sono riuscito in qualche modo a convincere un tipo, che era il proprietario del pub dell'Hotel Annandale a Sydney, a farci fare un concerto. Il nostro primo concerto! È stata un'esperienza assurda. L'Annandale aveva una lunga storia. Era un posto famosissimo, qualcosa tipo il vecchio 100 Club di Londra, dove hanno suonato i Sex Pistols, o il CBGBs di New York, Dove è nato il punk. Poi, quando lo abbiamo annunciato sulla pagina Facebook, trecento persone hanno detto che sarebbero venute, anche se prima non avevamo mai fatto nessun concerto.
A quel punto ci siamo resi conto che non eravamo per niente preparati per una cosa del genere. Così ci siamo seduti e ne abbiamo parlato. Io ho detto: "Ragazzi, cosa suoniamo al concerto?" Non avevamo un batterista, ma dato che noi tre avevamo fatto musica insieme, pensavamo di poter semplicemente chiamare qualcuno che venisse a darci una mano per quella serata. Poi abbiamo preso in considerazione l'ipotesi che io mi mettessi a suonare la batteria e che qualcun altro suonasse il basso. Alla fine ero tipo: "Okay, dobbiamo limitarci a fare le cose che sappiamo fare, quindi Calum al basso (anche se non ne aveva mai suonato uno prima), Luke e io alla chitarra. Il che vuol dire che abbiamo solo bisogno di trovare una persona per la batteria".
All'inizio abbiamo chiesto un certo Matt, che andava scuola con noi, se ci stava, ma lui ha detto: "No, non credo di potercela fare per il concerto". Poi mi sono ricordato di un altro tipo che si chiamava Ashton e che avevo conosciuta una festa. Era amico di un mio amico e avevo sentito che era un batterista piuttosto in gamba. Così sono andato su Facebook e gli ho mandato un messaggio: "Ciao, Ashton, non so se conosci la nostra band, i 5 Seconds of Summer, ma tra poco dobbiamo fare un concerto in città - ti va di suonare con noi?" Lui mi ha risposto subito: "Certo, come no, mi piacerebbe un sacco!"
#Calum
Io avevo un problema. All'epoca con il calcio stava andando benissimo e i miei ci tenevano molto che io giocassi. Mi allenavo con un coach di nome Marshal, e proprio nel periodo in cui i 5SOS si stavano mettendo insieme, lui mi fa: "Vuoi andare ad allenarti in Brasile? C'è un mio amico che gestisce un centro da quelle parti". All'inizio non ero molto convinto. Sapevo che il Brasile è un paese pazzesco per il calcio e che da lì uscivano dei calciatori formidabili come Neymar, ma sapevo anche che quella sarebbe stata una decisione impegnativa. Il Brasile era dell'altra parte del mondo, a migliaia di chilometri di distanza, e fino a quel momento non avevo praticamente mai viaggiato in vita mia. Non avevo idea di come avrei gestito il fatto di essere così lontano da casa.
Alla fine Marshal mi ha convinto e dopo aver salutato i miei sono stato lì per un mese. Tutta quell'esperienza è stata surreale - la gente, la cultura, il cibo... insomma, incredibile. Ero a circa tre ore da San Paolo, e ogni giorno giocavo un sacco a calcio. Era una cosa mitica stare in Brasile, qualcosa di grandioso, ma dopo un po' ho cominciato a sentire la nostalgia di casa. Comunicare con gli altri era difficile, dato che quasi nessuno parlava inglese. Adoro visitare Paesi diversi e incontrare persone diverse, specie adesso che viaggio con la band, ma quei tempi ero da solo, e la cosa era diventata più grande di me. In quel periodo, per di più, la musica stava conquistando un posto importante nella mia vita, e alla fine ho deciso che tenevo più alla band che il calcio. Anche se non era ancora successo niente, in realtà, e avevamo fatto solo un concerto, continuavo a pensare e ripensare le ultime prove che avevo fatto con i 5SOS prima di partire dall'Australia. Quel giorno avevamo avuto l'impressione che per tutti noi stesse per cominciare un'avventura fantastica. Avevamo suonato la mia canzone, "Gotta Get Out", nel garage del padre di Michael, ed eravamo tutti su di giri per il concerto, che era in programma due giorni dopo il mio ritorno.
