In my own little world

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LUKE
È buffo, la maggior parte delle volte non riesco a ricordare quello che ho fatto ieri, per cui faccio sempre molta fatica a ricordarmi della mia infanzia, ma mia mamma mi racconta sempre una storia di quando ero ancora piccolo. A quanto pare, è entrata in cucina e mi ha trovato con la mano infilata in un vasetto di margarina. Mi stavo leccando le dita, che dovevano avere un sapore orrendo, ma non è che ci facessi gran caso, all'epoca.
Ero un bambino felice, comunque. Vivevamo in una piccola città chiamata The Hawkesbury e la mia famiglia era formata da mamma e papà, dai miei due fratelli maggiori, Ben e Jack, e da me. La mamma era una contabile, e poi è diventata professoressa di matematica. In effetti, ha fatto lezione ad Ashton per uno o due anni. Ha sempre detto che non era proprio uno studente modello, ma che era davvero un bravo ragazzo.
Anche se la mia non era una famiglia con una grande passione per la musica, mio papà amava tutte le vecchie band australiane come gli INXS e gli AC/DC, per cui in casa c'era sempre musica, quand'ero piccolo. Un tempo la mamma suonava il piano, anche se non ne abbiamo mai avuto uno. Ma sono stati Ben e Jack che mi hanno fatto cominciare a suonare la chitarra. Ben aveva cercato di insegnarmi quando ero più piccolo, e c'era una chitarra elettrica in giro per casa che ogni tanto io prendevo in mano e provavo a suonare. In camera sua Jack aveva una batteria, per cui a volte facevamo un po' di rumore esercitandoci a suonare insieme. La prima canzone che Ben mi ha insegnato, quando avevo dieci anni, è stata "Smoke On The Water" dei Deep Purple, e io la suonavo con un dito sulla corda più alta. La provavo così tanto che avevo una specie di grossa piaga sulla pelle; penso anche di aver fatto impazzire tutti a forza di suonarla continuamente. Poi ho imparato il testo di "Holiday" dei Green Day, e per qualche motivo passavo ore e ore bella mia stanza a cantarla, finchè un giorno è entrato mio padre e mi ha urlato di smetterla.
Non ero un cattivo ragazzo, ma mi mettevo sempre nei guai per cose stupide. Alle elementari me ne stavo in un mondo tutto mio e spesso venivo rimproverato perchè facevo troppo casino. Poi, quando avevo circa sei anni, a un certo punto non volevo più entrare in classe. Andavo a scuola, ma poi me ne stavo a correre per il cortile mentre gli altri facevano lezione. L'insegnante dava un'occhiata alle facce degli alunni e, appena si rendeva conto che io non ero dove dovevo essere, si precipitava in cortile urlando: "Vieni qui, Luke! Ti metto in punizione!" Era quello che toccava ai bambini quando facevano i cattivi. Dovevi stare seduto su una sedia fuori dall'ufficio del preside. Era una cosa terribile.
Credo di essere stato un alunno piuttosto sveglio alle elementari. I miei voti non erano tanto male, ma su molte delle mie pagelle c'erano scritte cose come: "Sarebbe bene se in aula Luke non stesse seduto vicino ai suoi amici". Era tutta colpa mia e penso che fosse perchè mi piaceva troppo chiacchierare. Per quanto riguarda le materie di studio, non andavo molto bene in inglese ed ero scarsissimo in disegno e arte. La mia materia era la matematica. Be', bisogna anche considerare che mamma era una contabile e una professoressa di matematica, per cui sentivo che in quella materia dovevo assolutamente andare bene.
Mi piacevano molto anche gli sport. Da bambino giocavo a calcio ed ero un tifoso del Manchester United, per cui mi piaceva guardare le partite quando giocavano Wayne Rooney e Cristiano Ronaldo. Ero anche piuttosto bravo a nuotare. Vincevo tutte le gare della mia scuola e partecipavo alle selezioni regionali contro gli alunni di altre scuola. Ma non c'è voluto molto perchè la musica diventasse il centro della mia vita.

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