Quello Che Ho Sempre Voluto

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Me lo sentivo. Sentivo che quel giorno sarebbe successo qualcosa, qualcosa che avrebbe radicalmente cambiato la mia vita. Di nuovo.
Questa sensazione mi scorreva nel sangue, e c'era solo una persona che ho sempre sentito scorrere nel sangue, attraverso le mie vene.
Mickey.
Ho dormito poco, e pensato tanto a lui quella notte.
Non avevo scelto di farlo. Non ho mai scelto niente quando si trattava di Mickey.
Non ho scelto di essere attratto da lui. Non ho scelto di innamorarmi di lui.
Mickey Milkovich non era una delle persone più facili da amare, ho dovuto lottare tanto, ho dovuto aspettare per tenerlo stretto nel calore del nostro letto e dei nostri corpi aggrovigliati insieme tra le lenzuola sgualcite.
Ma Dio se era valsa la pena aspettare.
Non mi sono mai sentito più felice del giorno in cui Mickey, il mio Mickey, quello che aveva costantemente cercato di rinnegare chi fosse e il suo amore per me, ha dichiarato davanti a tutti, davanti a quel pezzo di merda di suo padre, che si, era gay, e stava con me.
Posso ancora percepire quella felicità se ci penso, posso ancora ricordare quanto cazzo mi sono sentito orgoglioso di lui in quel momento.
Poi tutto è andato a puttane, mi è stata diagnosticata questa fottuta malattia e ho scatenato tutta la mia rabbia e la mia frustrazione su di lui.
Nonostante questo, non è mai andato via. E io l'ho lasciato. Il più grande fottuto errore della mia vita.
E ora sono qui, nel letto del ragazzo a cui mi sono aggrappato con le unghie e con i denti per non andare alla deriva in una vita senza Mickey.
Mentre fisso il soffitto di una casa che non è la mia. La nostra.
Pensavo che Caleb sarebbe stata la risposta, solo ora mi rendo conto che non lo è mai stata, o forse l'ho sempre saputo.
Non è Mickey, non sarà mai Mickey. Nessuno lo sarà mai.
Lui non avrebbe mai saputo il motivo per il quale non ho mai voglia di dormire a "cucchiaio", lui non avrebbe mai saputo il motivo per il quale mi sono rifiutato di andare al campo da baseball con lui e cosa significhi per me, e nemmeno perché in un casuale giorno i miei occhi si sono inondati di lacrime quando ho sentito le parole "l'amore è un campo di battaglia" echeggiare attraverso la radio.
Ho amato Mickey. Più di me stesso. E ho deciso di lasciarlo andare per non portarlo a fondo con me. Mi ci è voluta tutta la forza di volontà del mondo per non scoppiare a piangere (cosa che Mickey avrebbe trovato estremamente gay) l'unica volta che sono andato a trovarlo in prigione. Ho dovuto lottare contro me stesso per non dirgli che lo amavo ancora, che lo avevo sempre amato, che lo avrei aspettato anche tutta la vita, quando mi ha mostrato il tatuaggio con il mio nome.
Sorrido. Sorrido perché quel tatuaggio assomigliava tanto al nostro rapporto, disordinato ed inesperto, ed è questo forse che l'ha reso così maledettamente bello ai miei occhi.
Mickey è stato sicuramente quello che ha dovuto lottare di più contro se stesso per definire il nostro rapporto per quello che era, Amore. E quando finalmente ce l'aveva fatta, sono stato io ad allontanarmi dalla verità.

Il suono del cellulare mi ha scosso dai miei pensieri, ho strofinato una mano sul viso e mi sono allungato sul comodino.
Un messaggio di Svetlana "Ex marito è fuori" . Il mio cuore ha perso un battito.
Ho a malapena registrato l'arrivo di un nuovo messaggio da parte di Caleb, che non ho letto, per una frazione di secondo mi sono chiesto se avessi dovuto sentirmi in colpa per questo, ma poi ho sorriso, e mi sono reso conto di non aver sorriso cosi da tanto di quel tempo.
Tutto il resto in quel momento era irrilevante, avevo bisogno di vederlo, anche se forse non avrei dovuto farlo, contro ogni buon senso ho infilato i miei vestiti velocemente e in men che non si dica ero fuori dalla porta.
Il tragitto in metropolitana è stato più lungo di quanto non lo fosse mai stato, forse tremavo, forse piangevo, forse ero felice, o avevo paura, non lo so.

Correvo verso casa sua, per quella strada che avrei saputo percorrere ad occhi chiusi, per un breve momento ho ripensato a quel giorno di qualche anno fa, quando sono corso da lui come se fosse il mio unico porto sicuro, la mia unica scialuppa di salvataggio, ero giovane allora, e non immaginavo minimamente che un giorno quella sarebbe stata anche la mia casa.

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