Solo il vento

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Capitolo 3

Aline dopo aver riportato sua sorella a casa e averla avvisata sul fatto di non tornare più al mercato demoniaco era corsa fuori verso la casa di Xena.
Adesso era lì a suonare il campanello.
La porta si spalancò e comparve sulla soglia una donna sulla quarantina la signora Dore.
-Mi scusi per il ritardo ho avuto un imprevisto- disse Aline con un sorriso imbarazzato.
-Ah non ti preoccupare cara sei arrivata giusto in tempo- disse invitandola ad entrare.
La casa di Xena era molto spaziosa non quanto quella di Aline, aveva un arredamento tradizione la sala era composta da un piccolo divano bianco e da una televisione posta poco più avanti appoggiata sopra al comodino e su i lati della sala era posta una libreria con tanti libri di diverso genere a partire dagli horror e ad arrivare a quelli culturali- Aline ne aveva letti alcuni, si interessava maggiormente a quelli culturali e antichi che trattavano l'argomento dei licantropi e che racchiudevano i nomi di alcuni dei più antichi branchi esistiti.
La signora Dore la accompagno nella sala da pranzo, riconobbe Xena intente a giocare con il gatto Felix, il padre di Xena, Michael scrutavano con attenzione un libro dall'aspetto piuttosto malandato.
Lui alzò gli occhi incontrando quelli neri di Aline.
-Ah ciao Aline, sei venuta perché ti serve qualche libro?-
-Rimane a pranzo- rispose Xena mentre si affiancava all'amica.
-Ah si scusami ormai la mia memoria si è persa col tempo- disse Michael tornando a guardare il libro.
-Cosa sta leggendo signor Dore?-
-Niente di eccezionalmente interessante, però riguardo la questione dei branchi antichi questo libro è molto preciso e ben informato-
Michael sapeva come erano morti i genitori di Aline e da allora l'aveva aiutata a trovare il branco cosiddetto colpevole, ma Aline conosceva solo il nome dell'Alpha di quel branco riferitogli dallo zio, ma di solito il branco prendeva il nome dal licantropo che l'aveva creato, e quindi bisognava indagare su tutta la discendenza di questo Alpha di nome Gideon, non era per niente un lavoro facile, sopratutto se si ha così poco materiale per indagare.
-Non è che quando a finito di leggerlo me lo può prestare- Chiese Aline
-O ma certo, tieni, io stavo solo cercando una curiosità- disse padre di Xena porgendo il libro ad Aline.
-Be adesso basta libri, tutti a tavola e pronto-

Cibyll stava sdraiata sul letto a osservare il soffitto, alcune ore fa aveva litigato con sua sorella, non era una casualità, litigavano spesso, anche per un piccolo problema, forse Aline era troppo protettiva nei suoi confronti o forse era troppo ossessionata dal fatto che non facesse la fine dei suoi stessi fratelli, lo capiva in fondo, lei non si poteva ricordare la morte dei suoi genitori e dei suoi fratelli,quando furono uccisi aveva solo qualche mese, eppure aveva sempre pensato che fosse meglio cosi, almeno non avrebbe avuto dei rimorsi.
Cibyll si lasciò i pensieri alle spalle, scivolò giù dal letto e corse per il corridoio fino a raggiungere lo studio di Cedrick, era vuoto.
Sbuffò, rimase ferma sul posto, osservò il suo braccio destro, il bracciale che gli aveva dato Arnold non c'era, forse gli era caduto, corse su per le scale cercando con lo sguardo il bracciale, guardò sotto il letto, ripercorse la strada che aveva fatto per raggiungere lo studio, ma non c'era.
Gli venne un tuffo al cuore quando pensò che poteva averlo perso nel tragitto per tornare a casa attraverso il bosco, spostò lo sguardo sulla sveglia, erano le sei, suo zio era sparito e il suo bracciale era perso chissà dove, afferrò la giacca e percorse la soglia di casa.

Il freddo gelido le pungeva il naso, si avvolse il più possibile alla giacca con la scarpa che ormai le volava via per vento, aveva perso la cognizione del tempo, ma non voleva rinunciare, era il regalo che gli aveva fatto Arnold e ci teneva molto, l'avrebbe trovato.
Il sole ormai stava lasciando spazio dall'oscurità e l'unico rumore che si sentiva era quello del vento, il bosco era fitto e copriva quella poca luce che era rimasta.
Cibyll vide qualcosa luccicare per terra in quella profonda oscurità, il suo bracciale.
Tirò un sospiro di sollievo, prese l'oggetto ormai freddo e lo strinse tra le sue mani altrettanto fredde, si voltò per tornare indietro.
-Come mai sei tutta sola nel bosco- una voce risuonò nell'oscurità, Cibyll si guardò in torno spaventata.
Vide una figura comparire da dietro un albero.
Il ragazzo si avvicinò, Cibyll non riuscì a distinguere il colore dei capelli e degli occhi, era alto forse un metro e ottanta o più.
Il ragazzo che adesso si trovava davanti a Cibyll si inginocchio sul terreno per raggiungere l'altezza della ragazzina.
-Non avere paura-
Cibyll rimase immobile nonostante la sua mente gli dicesse di scappare più veloce che poteva.
-Chi sei?- Chiese Cibyll al ragazzo che la stava scrutando attentamente.
-Sono nuovo da queste parti, il mio nome è Blake.
Tu come ti chiami..?-
Ci fu un attimo di silenzio poi la voce delicata di Cibyll risuonò nel bosco.
-Cibyll..-
La ragazzina riuscì a notare che un leggero sorriso comparire sul volto del ragazzo.
-Cibyll eh.., davvero un bel nome-

-Be è meglio se vai adesso, ti vedo un po infreddolita- continuò il ragazzo.
Cibyll lo guardò un ultima volta, poi si voltò e corse via, con il bracciale stretto fra le mani gelide.

Amnesy- The Alpha insaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora