disappear.

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Avevo passato l'intera giornata a far finta di non essermi infastidita il giorno precedente e per il nervoso mi ero messa a riordinare quelle poche cose che avevo portato con me e a lavare un paio di magliette sporche. Riguardai ciò che avevo e mi chiesi come avessi a far entrare tutto nello zaino, compresa la mia reflex. Presi quest'ultima e iniziati a guardare le ultime cose fatte e vidi all'inizio gli scatti di me ed Elvis a Sperlonga, alcuni selfie venuti storti per via della macchina fotografica troppo pesante e alcune foto di lui, quelle immagini inquadravano perfettamente la sua bellezza, ma non solo quella fisica, ma anche quella che vedevo io dalle sue espressioni, il suo atteggiamento; andando avanti trovai me...lui mi aveva fotografata sembra che me ne accorgessi, ma non solo quel giorno al mare, anche prima, mentre dormivo sul treno o nella casa precedente, andando indietro trovai persino uno scatto della notte prima che scappassimo, io che dormivo nel mio letto coi capelli sul viso che lasciavano scoperte solo le palpebre mezze chiuse come al mio solito, stranamente trovavo quella foto inquietante e nella allo stesso tempo, probabilmente era il modo in cui aveva scattato la foto, riuscendo a catturare la luce della luna che dalla finestra cadeva sul mio volto. Sentii un groppo in gola e mi venne quasi da piangere ma decisi che non era tempo di farlo e che dovevo prendere un po' d'aria. Lasciai la Canon sul letto, accesa, presi i miei occhiali da sole, un vecchio cappello preso in Irlanda con la scritta Guinness e mi affrettai ad uscire. Ringraziai il cielo quando mi accorsi che dormiva, così non avrei dovuto litigare. Presi una sigaretta dal pacchetto che avevo in tasca e la accessi, poi iniziai a camminare lungo la strada asfaltata che conduceva alla spiaggia. Mi stavo spingendo a rivivere altri ricordi della scorsa estate. Quando giunsi davanti al lido dove ero stata l'anno prima ogni giorno mi venne un tuffo al cuore, era tutto chiuso, non c'erano gli ombrelloni, non era periodo di mare e lo capivo, ma c'era qualcosa di immensamente triste in ciò che vedevo. Scesi le scalette di marmo e andai a sedermi sulla sabbia guardando il mare di fronte a me e iniziai a pensare.
Gli ultimi giorni di quella vacanza erano venute a trovarmi le mie sue amiche d'infanzia che conoscevo da quando ero all'asilo e che ora dicevano di non conoscere più me. Loro erano state il mio grilletto, insieme a mia madre. Pochi giorni prima che decidessi di andarmene mi avevano attaccata per il mio carattere scontroso e a volte altezzoso e avevano deciso di chiudere i rapporti con me. Sembra banale come cosa ma erano le mie vicine di casa, in un certo senso le mie sorelle e non avrei pensato mai che iniziassero a odiarmi in quel modo.
Poi c'era stata la lite con mia madre che la sera prima della mia partenza, mentre cucinava e si lamentava della mia generazione accecata dai sogni si infuriò perché le avevo detto che non per tutti erano sogni e mi domandò con tono aggressivo se mi sentissi speciale per poi accusarmi di pensare solo a me stessa, di essere egocentrica e di non vedere la realtà delle cose. Non ci avevo visto più.

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Tornai a casa ancora sporca di sabbia e mi accorsi di non avere le chiavi quindi non potevo rientrare sperando che lui dormisse perciò bussai alla porta. Nessuno rispose. Picchiai le nocche sulla fragile porta di legno con il numero cinque attaccato sopra un'altra volta. Nulla.
"Dove cazzo eri?" Lo sentii gridare da dietro di me e non feci in tempo a girarmi che lo fece lui prendendomi per le spalle e costringendomi a guardarlo in faccia sbattendo la schiena sulla porta dietro di me. Aveva uno sguardo pieno di rabbia e preoccupazione, mai l'avevo visto così. Mi sentii in soggezione ad averlo così vicino in quel momento, non mi capitava mai, in questo modo. Avvicinó le labbra alle mie sfiorandole e sentii lo stomaco stringersi in una morsa micidiale.
"Non farlo mai più" Mi implorò con la voce rotta e il suo viso mostró ora solo la preoccupazione. Scossi la testa.
"Dove sei stata? Ti ho cercata ovunque."

outsiders | (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora