capitolo 4- Mellon

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Sono a scuola. Dall'ospedale mi hanno dimessa subito il giorno dopo che mi sono sentita male.
"Hey Lucas "
"Hey Mellon" e picchietta sulla sedia per invitarmi a sedermi vicino a lui. Inizio ad addentare una mela e vedo un ragazzo seduto di schiena al tavolo davanti al nostro.
"Chi è? " dico indicandolo. Lucas segue la linea del mio dito
" credo si chiami William, è nuovo"
"Perché qualcuno dovrebbe venire in questa squallida scuola a metà semestre? " gli domando
" non credi che siano fatti suoi? " risponde il ragazzo di spalle
Ops... Ma che sgarbato non c'era bisogno di dirlo con quel tono
" devi sapere che non sono affatto brava a farmi gli affari miei"
"Confermo" dice Lucas sincero
"Non c'era bisogno che intervenissi" gli dico acida, mentre continuo a sostenere lo sguardo di william

"Hai un'amica che è la simpatia fatta persona" dice a Lucas sempre con lo sguardo inchiodato al mio

Lucas si alza dalla sedia " non voglio far parte di questa rissa... Quindi buona fortuna"

Rimaniamo con lo sguardo incollato per altri cinque minuti, finche non sento di star per scoppiare, prendo la mia roba e esco dalla mensa.

Ora di matematica: sento il panico invadersi del mio corpo, non riesco a controllarlo, la rabbia è sovrana. Mi alzo di scatto ed esco dalla porta
"Mellon, si chiede il permesso... " mi. Urla il prof
"È un'urgenza " e corro per il corridoio verso il bagno.
Mi sciacquo la faccia e sento piano piano la rabbia andarsene. Mi accascio a terra appoggiata al muro ed inizio a piangere.

Qualcuno mi tocca le spalle "hey, acida tutto a posto? "
"Non sono io quella che va nel bagno degli uomini, WILLIAM"
"hai ragione, ma come hai detto tu è un'emergenza" mi fa ridere
"Allora tutto a posto? "
"Si, si, adesso va meglio" sembra scrutarmi un attimo e poi esce dal bagno.
"E poi dicono alle ragazze che sono lunatiche"

Mi in cammino verso casa mentre cerco di trovare un spiegazione a ciò che è successo oggi, senza ottenere risultati purtroppo.
Non so cosa fosse, era come se un globo infuocato cercasse di uscire da me buttando fuori rabbia su rabbia.
Non sono mai stata una testa calda, una che si arrabbiava così, per poco... Quindi ora non so darmi pace, cerco di pensare a qualcosa d'altro ma la mia mente ritorna sempre li: la rabbia, il pianto e William che mi chiede come sto.

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