LUI. (Capitolo3)

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"Sono sicura che ti troverai bene, e poi ci sono anch'io!" Sorrise Brooke a 32 denti.
Era il mio primo giorno al Lehman e avevo un po' d'ansia.
Nuovi professori, nuovi compagni, nuova struttura.. Fortunatamente avevo Brooke, che anche se non seguiva tutti i corsi uguali a me, era pur sempre nella scuola.
"Ally, ti presento Mark." Mi indicò il ragazzo davanti a noi.
"Piacere." Sorrisi porgendogli la mano.
"Che bella ragazza vedo qua davanti ai miei occhi." Si leccò le labbra lui.
Avvampai subito dalla vergogna. Non ero abituata a ricevere molti complimenti, perciò mi sentivo parecchio in imbarazzo.
Mark era davvero un bel ragazzo. Era moro, con occhi simili ai miei è molto alto.
Davanti la scuola c'erano un sacco di ragazzi e ragazze. C'erano vari gruppi: i nerd, subito pronti ad entrare a scuola, non appena la campanella faceva il suo richiamo.
I dark, tutti vestiti di nero, con anfibi e borchie.
Le "oche", classiche ragazzine viziate, fidanzate con i giocatori di football della scuola.
E poi c'era un ultimo gruppo.. Non saprei come definirlo. Era "strano", era composto da sei ragazzi e una ragazza. Sembravano misteriosi, cupi, come se nascondessero qualcosa.
Ad un certo punto, qualcosa catturò la mia attenzione è l'attenzione della maggior parte degli studenti della scuola. Era il rombo di una macchina.
Le oche iniziarono tutte a gioire e a dirsi cose nelle orecchie, mentre molte persone si allontanarono.
Girai gli occhi e da quella Rang Rover nera, scese la creatura più bella che io avessi mai visto. Era un ragazzo non tanto alto, capelli biondi cenere, occhi che risaltavano in pieno con la luce del sole, erano color miele. Aveva una maglietta nera che faceva fuoriuscire tutti quei tatuaggi che aveva inciso sulla pelle.
"Lui è Justin.." Mi riportò alla realtà Brooke, con la voce tremante.
"Oh, lui no.." Scosse la mano Mark, nella mia direzione.
"Che significa?" Domandai corrugando la fronte.
"Ti ho visto come lo guardavi, e non merita di essere guardato così." Rispose lui avviandosi verso l'entrata della scuola, visto che era appena suonata la campanella.
Risi. "Non lo stavo guardando in nessun modo, mi ha solamente incuriosito, visto che tutti sembrano impauriti da quel ragazzo."
"Infatti, tutti hanno paura!" Affermò Brooke prendendo i libri dal suo armadietto.
"Perché?" Chiesi semplicemente.
"È uscito dal carcere tre o quattro mesi fa." A quelle parole rimasi scioccata. "Si dice che spacciava, insieme al resto del gruppo, ma trovarono solamente Justin quella sera.. Credo fosse droga." Aggiunse Mark.
In effetti aveva l'aria di un tipo misterioso, però non riuscivo a vedercelo a spacciare droga.
**
Le prime due ore avevo avuto letteratura italiana, ed era una palla assurda.
"Che materia hai adesso?" Mi chiesero i due miei amici in coro.
"Francese." Sbuffai prendendo il libro che avevo poggiato per terra, prima di chiudere il mio armadietto.
"Anch'io!" Sorrise Mark. "E tu?" Si girò cercando una risposta da Brooke.
"Storia dell'arte." Alzò gli occhi al cielo lei, per poi salutarci ed andare dritta in classe.
Mi avviai verso la mia classe con Mark, visto che era l'ultima stanza infondo. Non sopportavo molto il francese, ma i miei ci tenevano a farmelo fare, visto che i miei nonni erano canadesi, e in Canada si parla molto il francese.
Non appena entrammo, il professore era già in classe che faceva l'appello.
"Allison Walker?" Sentii chiamarmi dalla cattedra.
"Sono io." Alzai la mano dall'ultimo banco, accanto a Mark.
"Così sei una Walker.." Mi toccò il braccio lui."
"Sì perché?" Chiesi stranita aprendo il libro di francese.
"Tuo padre è molto famoso qua a New York."
"Owh si, ed è per questo che ci siamo trasferiti. Quasi ogni settimana i miei genitori dovevano spostarsi qui a New York, e quindi hanno preferito venire a vivere qua."
Mentre il professore stava spiegando la storia della Francia, la porta della classe si spalanca e boom: lui.
"Bieber, sei sempre il solito! Al prossimo ritardo andrai nell'ufficio del preside." Disse il professor Wilson.
"BIEBER. JUSTIN BIEBER ERA IL SUO NOME."
Guardai attentamente ogni suo movimento e non si scompose di una virgola alle parole del prof. Andò direttamente a sedersi nell'ultimo banco infondo, al lato opposto al mio. Mentre stavo ancora fissando i suoi lineamenti, notai che anche lui mi stesse guardando e la cosa non mi piaceva. Mi fulminò con gli occhi e distolsi subito lo sguardo.
**
Mi sentii tappare gli occhi da dietro e andai nel panico.
"Mark?" Chiesi sperando fosse un si.
"Sbagliato!" Urlò Brooke facendomi riavere la visuale che avevo davanti.
"Mi hai fatto prendere un colpo!" Le diedi un pugno sulla spalla. "Ti va di andare da Buddy's a prendere un panino?"
"Mi piacerebbe tanto, ma devo andare a dare una mano a mia nonna con il giardinaggio." Sbuffò portandosi una mano alla pancia. "Ho tanta fame!" Disse esasperata, e il che fece scappare una risata sia a me che a Mark.
"L'invito vale anche per me?" Chiese lui mettendosi su un fianco con l braccia incrociate.
"Mm.. Se entro dieci minuti mi fai trovare un panino davanti ai miei occhi, volentieri."
"Sali in macchina." Mostrò un sorriso che Dio mio che bellezza e salì in macchina.
**
"Se non mangiavo entro dieci secondi credo che sarei morta." Addentai il mio panino, chiudendo gli occhi dal piacere che provavo.
Buddy's è il miglior posto dove mangiare panini. Sono qualcosa di stratosferico.
"Questi panini sono da orgasmo!" Quasi non mi strozzavo alle parole di Mark. Lo guardai incredula e scoppiai a ridere."Che c'è? Lo sai benissimo anche te che è così!" Disse come se avesse detto la cosa più banale al mondo.
"Lo ammetto." Alzai le mani al cielo, strozzandomi da una piccola risatina.
**
"Grazie mille per il panino e per avermi riportato a casa." Chiusi lo sportello della macchina andando verso il cancello di casa mia. Mark era stato così gentile che oltre ad avermi offerto il pranzo, mi aveva anche riaccompagnato a casa.
"Non dirlo neanche per scherzo Ally! Mi ha fatto solo piacere, sennò neanche te lo dicevo." Salì in macchina e abbassò il finestrino dal lato dove mi trovavo. "Ci vediamo domani." Mi fece l'occhiolino e sparì dalla mia vista nel giro di cinque secondi.
Entrai in casa e notai Tyler sul divano a guardare uno dei suoi film preferiti e mia madre che stava finendo di asciugare i piatti.
"Ciao mamma." Posai le chiavi di casa nella mia borsa e appesi il giacchetto.
"Allison, dov'eri finita? Come mai non sei venuta per pranzo? Hai fame? E perché non rispondevi al telefono?"
Classico interrogatorio di mia madre. Nel mentre Tyler mi guardava male dal divano. Alzai gli occhi al cielo vedendo il suo sguardo in quel modo su di me.
"Scusami, ma avevo la batteria scarica." Andai in salotto, sedendomi accanto a Tyler, mentre lui continuava a fissarmi. "Comunque ho già mangiato. Ho conosciuto un amico a scuola, e alla fine delle lezioni mi ha portato da Buddy's a mangiare un panino. Fanno i panini che sono la fine del mondo." Mi lecchi le labbra al pensiero del panino che avevo mangiato l'ora prima.
Alle mie parole Tyler mi prese per un polso "E chi sarebbe questo "amico"?" Scandì bene la parola amico. Alzai gli occhi al cielo a quell'espressione sul volto di mio fratello.
"Me lo ha fatto conoscere stamani Brooke a scuola. Si chiama Mark e frequenta alcuni miei corsi. Adesso sei contento?" Mi alzai dal divano e nel mentre lo sentii sbruffare.
**
"Mamma, vado a fare un giro a central park, per favore non dire a Tyler che sono uscita da sola." La implorai con gli occhi.
"Ally, lo sai che lo fa solamente perché ha paura e perché ci tiene tanto a te. Là fuori.."
"Si sì, è pieno di depravati. Adesso vado, e mi raccomando.. Acqua in bocca." Mi misi un dito alla bocca facendo finta di chiudere una cerniera per poi buttare la chiave, al che strappai un sorriso a mia mamma ed uscii di casa.
Erano appena le cinque e mezzo, arrivai a Central Park e c'era un sacco di gente. Bambini con le biciclette, con gli skate. Signore anziane che parlavano del più e del meno. Mi misi seduta su una panchina respirando un po d'aria fresca, quando davanti a me vidi delle facce conosciute.. Oh, gli amici di Bieber. Erano tutti vestiti da basket, quindi presumo dovessero fare un allenamento, oppure direttamente una piccola partita amichevole, ma si misero tutti in piedi ad aspettare qualcosa, o qualcuno. Si, Justin.
Dopo circa trenta secondi arrivò anche lui a corsa. Era a torso nudo, con un paio di pantaloncini da basket rossi. In quel momento non seppi decifrare la sua faccia, sembrava arrabbiato, infatti non feci in tempo a pensare che si mise a litigare con un biondo li presente nella squadra, mentre una delle due ragazze lo fermava cercando di tranquillizzarlo.
Non feci in tempo ad alzarmi e ad andare via, che i suoi occhi si puntarono fissi su di me. Dire che ero in soggezione è poco. Stavo andando a fuoco, era come se stessi lì per ascoltare la litigata tra i due.
Me ne stavo andando, quando qualcuno mi strattonò il braccio.
ANSIA. ANSIA. ANSIA. ANSIA.
"Hai finito di fissarmi?" Chiese lui mantenendo forte la presa sul mio polso.
"I-io.. Non volevo." Era l'unica cosa che riuscii a dire. Avevo le parole bloccate, mi mancava il respiro, l'aria.
"Smettila, grazie." Mi mollò il polso in un modo molto molto stronzo, fulminando mi con gli occhi.
"Io me ne stavo andando." Stavo tornando sui miei passi, con il respiro ancora irregolare, quando la sua voce mi bloccò. "Hai sentito qualcosa?" Chiese guardandomi per poi guardare il suo amico, presumo si riferisse alla litigata.
"C-come?" Balbettai strozzandomi con le parole.
"Oh andiamo, adesso fai finta di nulla." Ironizzò roteando gli occhi per poi tornare a guardarmi ed avvicinarsi ancora di più al mio viso.
"Stai attenta ragazzina." Rise facendo tre passi indietro
"Non ho sentito niente, e comunque non mi fai paura." Scossi la testa dicendo le parole più sincere che mi uscirono dalla bocca.
"Non ci giurerei molto." Questo è tutto quello che disse per poi tornare dai suoi amici.
Okay, si, forse avevo avuto paura, un po, ma questa cosa non doveva uscire dalla mia bocca, per nessuna cosa al mondo. Nessuno doveva sapere che io avevo parlato con Justin Bieber, Tyler soprattutto, per non parlare di Mark e Brooke.

OKAY, ECCO IL TERZO. SPERO VI PIACCIA, ANCHE PERCHÉ C'HO SPESO UN PO DI TEMPO. 😘

Il ragazzo "pericolo" dagli occhi nocciolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora