Drinking (Capitolo7)

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ALLISON

Non lo sopportavo, era odioso. Per quale motivo non poteva dirmi il perché conosceva mio fratello?! Non potevo chiederlo a Tyler mi avrebbe riempito di domande, forse a Josh.
Entrai in casa e quei due erano ancora sul divano a giocare ai video game, alzai gli occhi al cielo, non si staccavano mai da quegli stupidi giochi.
"Non ti sei bagnata?" Chiese Josh ridendo sotto i baffi. Ero zuppa d'acqua, dovevo correre ad asciugarmi i capelli e cambiarmi i vestiti se non volevo prendermi una polmonite.
Alzai di nuovo gli occhi al cielo facendo uscire dalla mia bocca un piccolo gesto di rabbia nei confronti di Josh che continuò a ridere insieme a Tyler.
**
"Che avete fatto oggi?" Mia madre porse la domanda ai miei fratelli, che si guardarono con aria di "stai al gioco".
"Oh, be.. -farfugliò Tyler- siamo andati a fare un giro a Central Park." "Si, Central Park." Continuò l'altro.
"Davvero? Central Park? -rise mia madre alla battuta- oppure siete stati tutto il giorno a giocare ai video game? Indicò la console ancora accesa.
Tyler borbottò un "merda", tirando una gomitata a Josh che si era scordato di spegnerla. "Pensavo lo avessi fatto tu!" Cercò di sussurrarlo, ma lo per sua sfortuna lo sentimmo tutti. Non che fosse una cosa troppo grave che fossero stati tutto il giorno a giocare ai video game, ma quei due passano la maggior parte dei loro giorni a rimbecillirsi davanti a quei giochi.
"Adesso basta! Michel -si, Michael era il nome di mio padre- dovremmo prendere provvedimenti."
Tyler e Josh sbruffarono, mentre io mi godevo il mio pasticcio di pollo e la scena.
"E tu dove sei stata Allison?" Mi distrasse mio padre chiedendo curioso.
"Da Starbucks." "E con chi?" Continuò mia madre.
"Con Brooke." Saltando la parte dove mi sono inzuppata d'acqua, ma poi il ragazzo più sexy e più pericoloso di New York mi ha riaccompagnato a casa sana e salva. Sorrisi a quei miei pensieri, ma dovetti scacciarli subito, quando il mio telefono vibrò nella mia tasca.
"Piccola Ally, ti va di andare a bere qualcosa? Non accetto nessun No. ;)"
Oh mio Dio, Mark ci starebbe provando con me?
"Mmmm" riposi il mio telefono nella tasca, ma vibrò nuovamente.
"Lo prendo come un si, tra mezz'ora passo a prenderti.;)"
In realtà non avevo detto niente, perché i maschi interpretano tutto a loro modo?! Okay Ally, adesso inventa una buona scusa.
"Mh mamma, Mark mi ha appena chiesto se posso andare con lui e Brooke, ovvio, a fare un giro, magari a prendere un gelato - o magari qualche bottiglia di qualche strano liquido - posso?
Guardò mio padre per poi riguardare me e annuii. Mi sentii soddisfatta, stavo diventando brava a mentire, non che la cosa mi piacesse, però se serviva per uscire, beh, era un buon motivo.
"Alle undici e mezzo a casa, signorina." Si lamentò mio padre, alzandosi da tavola per andare in salotto e guardare qualche stupido documentario o qualche partita di football.
"Promesso." Giurai incrociando le dita davanti a lui e rise per il gesto.
Avevo venti minuti esatti per cambiarmi e sistemarmi un minimo. Mi lavai e indossai un paio di jeans lunghi, molto aderenti e una maglietta fucsia fluo con le mie converse bianche.
Mark sarebbe arrivato a momenti, quindi decisi di scendere.
"Voi non uscite?" Domandai ai miei fratelli ben sapendo che sarebbero usciti, escono quasi tutte le sere. Non capisco perché loro avevano tutta questa libertà, mentre io ero molto frenata nel fare le cose.
"Tyler va a Brooklyn, io credo di andare semplicemente al Pacha."
Josh con i suoi amici, ogni sera andavano al Pacha NY, una discoteca dove la maggior parte della gente di New York andava.
"Tu dove vai?" Chiese Tyler sorpassando il bancone per venirmi incontro.
"Te l'ho detto, vado semplicemente a prendere un gelato con Mark e Brooke. Adesso saranno di sicuro fuori, a dopo." Salutai entrambi con un bacio ed uscii.
"Favolosa come sempre." Sorrisi al complimento che Mark mi fece e salii in macchina. "Okay, dove andiamo?" Accesi la radio, mettendo la prima canzone che capitò.
"Sorpresa." Mi fece l'occhiolino tornando a guidare. Il resto del viaggio fu in silenzio, a parte qualche volta che Mark si girava a guardarmi e io Risi per l'imbarazzo. Non sapevo quale intenzione avesse Mark, ma di certo per me, non era più di un amico. Era un bellissimo ragazzo, bravo, gentile, ma non era il mio tipo.
Scendemmo di macchina e io i ritrovammo davanti un insegna gigante con su scritto "The happiest hour". Oh mio Dio, avevo sempre sentito parlare di quel locale, era famosissimo perché un sacco di celebrità andavano lì per dare feste o festeggiare il proprio compleanno.
"Mark, ma sei sicuro? Da quel che si dice questo locale.." - Mi interruppe - "È di mio zio." Rise per la mia preoccupazione. Forse ero stata ridicola, perché magari pensavo che non potesse permetterselo, o magari non lo sapesse che locale fosse.
"Oh.." Sorrisi e lo seguii per entrare.
"Qua puoi prendere qualsiasi bevuta tu voglia, offre tutto la casa."
"Ti ringrazio Mark. Dimmi, da quant'è che tuo zio ha questo locale?" Cercai di rompere il ghiaccio. Nonostante fossimo amici, ci vedessimo ogni giorno e scherzassimo, quella sera c'era abbastanza imbarazzo.
"Da sempre, prima ce lo aveva mio nonno, poi purtroppo -si fermò al ricordo del nonno- morì e passò a mio zio."
Annuii "E tuo padre?" Ci interruppe il cameriere che venne a chiedere l'ordine.
"Salve ragazzi, cosa posso portarvi?" "Oh ciao Mark." Sorrise appena vide il volto che conosceva.
"Ciao Aron! Per me un Apple Jack."
"E per lei signorina?"
"Un assenzio, grazie."
"Ci va giù pesa la ragazza." Fece l'occhiolino a Mark e sparii con il blocchetto delle ordinazioni.
Da quando Aron se ne andò, Mark non smetteva di ridere sotto i baffi e non riuscivo a capire il motivo.
"Hai finito di ridere? Che c'è?"
"Un assenzio? Davvero?" Continuò a ridere portandosi la mano sulla pancia.
"Ally, alla festa non hai retto un bicchiere di vodka alla fragola."
Sbuffai. "Volevo provare qualcosa di nuovo, Brooke mi ha sempre detto che fosse buonissimo." Mi guardai intorno cercando una toilette, ma non ne vidi neanche l'ombra.
"Brooke è abituata a bere, tu no Ally!"
Se non smetteva di ridere lo avrei preso a sprangate nei denti.
Roteai gli occhi e in quel momento arrivò il cameriere con i due bicchieri, o direi bocce. Erano giganti, Oddio.
"Alla salute!" Mark fece scontrare i nostri bicchieri per poi buttare giù un buon sorso del suo liquido. Prima di buttare giù il mio, guardai Mark, presi un respiro e portai quell'enorme bicchiere alla bocca. Era qualcosa di fortissimo, disgustoso, mi bruciava qualsiasi cosa e mi vennero i lucciconi. In quel momento avrei voluto sputare tutto, non lo feci solamente perché eravamo in un locale Inn.
"Te lo avevo detto!" Continuò a ridere a crepapelle.
"Mark, se non la smetti di ridere, giuro che ti rovescio questa merda in testa."
"Okay, okay, sto buono!" Alzò le mani in segno di resa e continuò a sorseggiare la sua bevuta, nel mentre io stavo quasi per finire la mia, iniziai a farci l'abitudine a quel sapore.
Nel mentre Mark mi parlava del compito di inglese che aveva fatto la mattina, girai lo sguardo e vidi degli occhi nocciola che mi fissavano con fare di minaccia. Justin.
Quasi non mi strozzai con l'ultimo sorso di assenzio che mi era rimasto nel bicchiere.
"Tutto apposto?" Mark mi toccò il braccio e ciò mi fece girare lo sguardo verso di lui.
"Oh, sisi, l'ultimo sorso è forte come il primo." Risi cercando di stare più calma possibile. Sentivo i suoi occhi mangiarmi, stavo andando a fuoco.
"Allison, seriamente, stai bene?" Chiese Mark preoccupato.
"Si, era giusto un po' forte. Ti va di andare a prendere qualche shot?"
"Certo." Mi prese per mano trascinandomi al banco delle bevute, in quel momento non vidi più Justin, era sparito. Forse me lo ero sognato? Forse l'assenzio faceva venire le allucinazioni?
"Dieci shot dolci, ma forti." Il cameriere dietro il bancone annuii e si mise subito a preparare dieci bicchierini posizionandoli davanti a noi.
"Mark, ma devi guidare." Mi spaventai al solo pensiero di Mark ubriaco alla guida.
"Non preoccuparti piccola, so reggere l'alcool."
Okay era ufficiale, Mark ci stava veramente provando con me.
I bicchierini posti davanti a noi erano pieni di liquido trasparente, dedussi fosse alcool puro. Stupida Allison.
"Okay, al mio tre giù."
"Uno, due, tre."
Buttai giù il primo, il secondo, poi il terzo, fino ad arrivare al quinto. La mia testa andava per conto suo, le mie gambe volevano sedersi all'istante. Iniziai a ridere, guardando Mark bere ancora. Mi stupii di quanto bevesse nonostante fosse nel locale di suo zio.
"Ma per caso sei stupido?" Sentii ringhiare una voce dietro di me.
"Che vuoi?" Sputò fuori Mark. "Farla bere in quel modo per poi approfittare di lei, ti sembra giusto?" Perché Justin diceva queste cose a Mark, da dov'è ricomparso? Cosa vuole? Aiuto, la mia testa.
JUSTIN
Una bevuta più grossa di lei, uno, due, tre, quattro, cinque shot, adesso basta. Quel bastardo l'avrebbe fatta bere ancora e poi magari l'avrebbe anche baciata, non che mi interessasse, ma la povera verginella non se lo meritava.
"Hai anche il coraggio di aprire l'argomento 'approfittarsi delle ragazze', Bieber, stai nel tuo e torna a scopare con qualche puttanella."
Guardai Allison che metteva il suo sedere in bella mostra per la sua posizione mezza sdraiata sul tavolo.
"Smettila di guardarle il sedere!" Tirò un pugno sul bancone facendo tremare le bottiglie che si trovavano al di sotto della stecca di legno.
"Ma che cos'è tutto questo urlare? Se volete vedere il mio sedere, basta chiederlo." Si girò tirandosi su di poco la maglietta per mostrare ancora quel didietro che solo Dio sa cosa le avrei fatto.
"Okay, adesso smettila!" Le ritirai giù la maglietta e la girai con la forza.
"Okay Ally, andiamocene, c'è troppa gente qui." Mi guardò quel figlio di puttana per poi prendere Allison per un braccio. La vena sul mio collo stava per scoppiare.
"Dove andiamo? A bere da qualche parte?" Rise ancora e ancora una volta. Era divertente perché era capace persino di spogliarsi, ma con quella voce l'avrei strozzata all'istante.
"Allison, ma che cazzo ci fai qui?" Una voce che avrei riconosciuto persino in un esercito di soldati, mi fece girare. Iniziai ad incazzarmi appena lo vidi davanti ai miei occhi, erano anni che non lo vedevo per mia fortuna, ma quella mocciosa lo aveva riportato davanti ai miei occhi.
"Tyler! Shhhhhhh!" Rise per la troppa sobrietà -ironicamente, ovvio-
"Allison, mi dici che cazzo ci fai qui? E soprattutto con lor - si bloccò non appena mi vide - Bieber." Si avvicinò minacciosamente a me, sapeva che non doveva sfidarmi, sapeva che non doveva neanche avvicinarsi, lo avrei ucciso davanti agli occhi della sua cara sorellina.
"Walker -una risatina mi scappò dalla bocca- qual buon vento?!"
"Ti spacco la testa, brutto figlio di puttana! Che cazzo gli hai fatto?"
"In realtà la sbornia alla tua cara sorellina non gliel'ho fatta prendere io, ma questo." Indicai Mark che si trovava al mio fianco e alzai le mani in resa.
"E tu che cazzo ci fai qui? E come fai a conoscere mia sorella?" La rabbia si impossessò del suo corpo, vidi gli occhi cupi che vidi quella sera..
"Sai com'è, a scuola si conoscono quasi tutti, caro." Scoccai la lingua e gli feci un occhiolino. Quanto era bello zittire Walker.
"Adesso una domanda la faccio io -si alzò Allison venendo verso di noi un po traballante- come fate voi a conoscervi? Ci indicò entrambi per poi mettersi una mano su un fianco. Faceva ridere, era divertente da ubriaca.
"Sono cose che non ti riguardano, Allison. Adesso andiamo a casa." Se ne stava andando, ma poi tornò indietro per sferrare un pugno a Mark.
Poi si avvicinò a me "E tu, fatti trovare di nuovo accanto a mia sorella e finirai male." "Uhh ho paura, Walker!" Feci finta di tremare con le mani in alto, era fico prenderlo per il culo.
"Non scherzare, Bieber!" Mi guardò con fare minaccioso e sparì dalla mia vista mentre reggeva la sorella.
Non so perché, ma vederla così ubriaca con questo stronzo, mi aveva messo una rabbia assurda, avrei voluto ucciderlo con le mie stesse mani.
"Se ti ritrovo a fare una cosa del genere, ti uccido." Gli detti una pacca sulla spalla e me ne andai.
Dire che ero furioso, era poco. Quella ragazzina mi metteva solamente nervoso. Adesso sarei solamente dovuto andare a casa e uccidere quei bastardi dei miei amici che non tengono mai la bocca chiusa.
In quel momento avrei dovuto solamente fumare, apro il cruscotto e merda, avevo finito le sigarette. Accelerai e strinsi il volante alle mie mani, fino a far diventare le mie nocche bianche.
Appena arrivai davanti casa mia mandai un messaggio ad Alexandra, se il fumo non mi soddisfaceva, serviva solo del buon sesso.
"Tra dieci minuti a casa mia. Ho bisogno di te. ;)"
Si è vero, non me ne fregava niente di lei, me la scopavo e basta. Lei era fottutamente innamorata di me e quindi diciamo che per entrambi era un piacere farlo. Non avevo mai provato niente per Alexandra, o almeno, per nessuna ragazza. La chiamavo solamente quando avevo bisogno di fare sesso, quindi più o meno due volte a settimana, o quando capitava. Provavo sola,ente attrazione fisica per quella ragazza.
Non appena entrai in casa trovai un pacchetto di sigarette, me ne portai una all'istante alla bocca e incominciai ad inalare il fumo, rilassandomi.
"Justin! Justin apri!" Era Alexandra, sbuffai non appena sentii quella voce da oca e le aprii la porta.
"Che cazzo urli?" Spensi la mia sigaretta all'interno del caminetto presente nel salotto e non appena mi girai mi ritrovai le labbra di Alexa appiccicate alla mia. Stesso sapore di whisky e ciliegia a causa del suo maledetto rossetto rosso. Era sexy, aveva delle tette e un culo enormi, piacevoli da toccare, ma ormai ero abituato a tutto quello. Classico bacio in salotto, mi prende per mano portandomi in camera mia, ci spogliamo ed ecco il buono e sano sesso.
Mi piaceva sentirla urlare il mio nome, la cosa mi faceva eccitare di più. In vita mia non avrei mai fatto l'amore,scola mente del sesso, non credevo nell'amore e in tutte quelle stupide smancerie.
ALLISON
"Mi devi ancora spiegare che cazzo ci facevi li con quei due!" Urlò Tyson, mentre guidava e sbatteva le mani sul volante.
"Tu non dovevi essere a Brooklyn?" Dissi con tutta tranquillità poggiando la mano sulla mia fronte, mentre guardavo fuori dal finestrino. Le luci della città illuminavano tutti, nonostante fosse l'una di notte, New York era ancora piena di persone che giravano per strada. Un sacco di pensieri mi portarono a farmi girare la testa, o forse il troppo alcool. Non capivo ancora il motivo per cui Mark mi aveva lasciato bere così tanto e il motivo per cui Justin si è incazzato così con lui.
"Oh beh, è stato un miracolo. Per mia fortuna i ragazzi hanno voluto cambiare rotta stasera e magari se non ti trovavo io, ti portava uno di quei due coglioni mezzi ubriachi." Ringhiò "E poi non ci doveva essere anche la tua cara amichetta?" Mi ero completamente scordata il dettaglio di Brooke.
"Vuoi sapere la verità? No, Brooke non c'era. Avevo un appuntamento con Mark, doveva essere una serata tranquillissima, ma come hai visto non è andata a finire al meglio - mi interruppe - "per niente Allison, per niente."
"Fammi finire. - Annuì - ho alzato un po il gomito, ma Mark non c'entra, cioè, non mi ha obbligato, ho voluto io. E vuoi sapere il motivo per cui ho detto che ci fosse anche Brooke? Proprio per questo. Perché tu ti incazzi con niente, non appena mi vedi con un ragazzo, vorresti subito ucciderlo."
"Guarda come sei ridotta." Enfatizzò indicando e ricordandomi il mio stato di ubriachezza.
"Non dico in questo caso." Chiusi gli occhi per qualche momento, ma ovviamente quella sera, il mio stato di relax per qualche millesimo di secondo, doveva essere interrotto da mio fratello.
"E Bieber? Che mi dici di lui?" Appena nominò il suo nome, si incupì ancora di più, serrò la mascella e mi guardò aspettando una risposta.
"Te l'ho detto, mi ha visto così ed è venuto verso di noi." Roteai gli occhi per le troppe domande, volevo solamente andarmene a letto, dormire e rilassarmi.
"Devi starci lontana, non voglio né se e né ma." Rispose secco.
"Si, come vuoi." Non volevo tornare su quel discorso, avrei voluto chiedergli il motivo per cui conosceva Justin, ma non volli farlo incazzare il triplo e lasciai perdere.
Appena entrai in casa andai a prendere in frigo una bottiglia d'acqua e ne finii mezza. È impressionante quanto l'alcool ti metta così tanta sete dopo qualche ora.
"Credevo fossi a letto." Apparì Josh, facendomi saltare qualche centimetro più in là e facendomi cadere l'acqua dalle mani.
"Anch'io credevo che tu fossi a letto!" Mi portai una mano sul petto dallo spavento.
"Che ha?" Indicò Tyler che posava le chiavi nel suo giacchetto con un aria nera e incazzata.
"Oh beh, può darsi che mi abbia trovato con un po di alcool in corpo al The happiest." Risi aspettando una risposta di Josh
"Oh, allora non è solamente incazzato, è furioso."
Annuii sorridendo e dando un bacio a Josh e me ne andai in camera mia. Ero distrutta, l'alcool ti uccide nel vero senso della parola. L'ho provato solamente due volte e in quelle due volte ero più morta di uno zombie.
Mi misi nel letto e mi addormentai sommersa di pensieri.

ECCOLOOOO ❤️ NON RIESCO A CAPIRE SE REALMENTE VI OIACE QUESTA STORIA OPPURE NO, NON MI FATE SAPERE NIENTE. SERIAMENTE, STO CREDENDO DI SMETTERLA QUI SE NESSUNO MI DICE NIENTE. VEDO TUTTE LE ALTRE STORIE PIENE DI COMMENTI E VISUALIZZAZIONI..

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 10, 2016 ⏰

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