"Posso sapere perché mi hai portato qui?" Chiesi quasi in supplica di ricevere una risposta, ma niente. Quel posto mi faceva rabbrividire, sembrava quasi la casa del film "Non aprire quella porta".
"Per favore, non ti conosco, non dirò a nessuno di quello che ho visto l'altro giorno o qualsiasi altra cosa, voglio andare a casa mia."
La mia voce si strozzò pensando a casa mia, se mai ci sarei tornata, se mai avrei rivisto i miei genitori e i miei fratelli.
"Smettila di farla tragica e di piagnucolare, domani te ne torni a casa, non ho intenzione di tenere una rompi coglioni qua insieme a noi, abbiamo già troppi problemi." Mi strattonò per un braccio facendomi camminare su per delle scale.
Ecco, questo ero, un problema, un fottuto problema.
"Matt, Christian, pensateci voi, io devo sbrigare degli affari con Wiston. Quel fottuto bastardo mi deve dei soldi e se non li ho entro due ore -si avvicinò a un ragazzo non molto alto, moro con delle spalle enormi- non finirà bene." Gli sussurrò nell'orecchio per poi sbuffare un sorriso bastardo. A quelle parole, un brivido mi pervase la schiena, Mark e Brooke avevano ragione e in quel momento volevo seriamente andarmene da quel posto. Ero rimasta lì in piedi, a pochi metri da quei tre ragazzi, sbalordita da quei loro discorsi inumani. Poco dopo il ragazzo dalle spalle enormi, presumo fosse stato Matt, mi riportò alla realtà.
"Strano, di solito Justin non lascia a noi le sue puttane." Fuoriuscì un ghigno dalla bocca avvicinandosi a me.
"Non sono una puttana!" Feci uscire tutta la rabbia che avevo nel mio corpo, dopo aver sentito come quel fottuto coglione mi aveva chiamato.
È vero che avevo paura, ma avevo pur sempre una dignità, e non potevo permettere a persone che non conoscevo neanche, che non sapevano niente della mia vita, darmi della puttana senza un motivo.
"Non so il motivo preciso per cui io sono qua adesso, e fidatevi, non credo che il vostro amichetto mi abbia portato qua solamente perché mi ha 'salvato' da un coglione ad una festa, no, non ci credo affatto, ma l'unica cosa che voglio è tornarmene a casa mia." Okay, adesso mi ero fatta intendere. C'era il rischio che uno dei due mi puntasse una pistola alla tempia e quindi ciao ciao Allison, ma almeno mi ero fatta intendere.
"Wowowo e che caratterino hai Walker!" Rise Christian, mettendo una mano sulla spalla dell'altro per farlo allontanare da me.
Non capivo qual era la cosa che mi avesse stupito di più, se Christian che sapeva il mio cognome oppure che avesse allontanato da me Matt per non farmi toccare.
"Come sai il mio cognome?" Chiesi abbastanza impaurita sedendomi sull'enorme divano color panna, posto dietro di me.
"Oh, il tuo caro fratellino.." Matt non riuscì a finire la frase che Christian lo fulminò con lo sguardo facendogli capire di tacere.
Il mio cuore iniziò ad accelerare..Tyler? Josh? Mille domande mi passarono per la testa e un nodo alla gola mi bloccò qualsiasi parola che io volessi dire.
"Jack, ti ho già detto che domani mattina alle nove ci ritroveremo tutti insieme e ne parleremo. Adesso basta, cazzo!"
Degli urli arrivarono dalla scale e dedussi fosse Justin, ormai quella voce da bastardo riuscivo a riconoscerla. Notai che i due davanti a me si diedero uno sguardo di intesa per poi voltarsi e vedere apparire Justin sulla soglia della porta.
"Che ci fai ancora sveglia?" Camminò verso di me con un tono freddo e arrogante. Pff, come se fosse mio padre. "Muoviti, puoi dormire la." Indicò la stanza alle mie spalle.
"Nessuno mi dice cosa devo o non devo fare." Lo guardai con occhi di sfida e notai che la situazione lo stuzzicò molto, tanto che si girò verso gli altri tre che iniziarono a ridere. La prima cosa che odiavo erano le prese di culo e in quel momento avrei voluto reagire per tirare un pugno in faccia a tutti.
"Walker, ti ho detto di andare in quella stanza." Digrignò i denti e strinse i pugni facendo diventare le sue nocche di un colore biancastro. Notai la sua mascella contratta e aveva quel profilo come dire, perfetto.
Scossi la testa cacciando via quei pensieri. "Vedo che il mio cognome è molto conosciuto tra di voi, insomma.. Comunque posso dormire benissimo sul divano, ho notato che è molto comodo."
"Se pensi che io ti voglia scopare -sorrise facendo uscire un pff dalla sua bocca- fidati che non è così, non vado con le verginelle."
Questa frase fece scattare la mia ira, avrei voluto ucciderlo io in quell'istante e fece uscire dalla bocca dei tre un "ohhh".
"Adesso non fartelo ripetere più, va' in quella stanza, cazzo!" Disse in tono talmente forte che mi fece sobbalzare. Mi girai andando verso la stanza che mi indicò quella specie di persona e non appena entrai mi distesi sul letto, tentando di addormentarmi.
La mattina dopo mi svegliai con un mal di testa assurdo, guardai l'ora che segnava le 9:03, era già abbastanza tardi, infatti dovevo farmi una bella doccia per poi andarmene da quel posto e da quella gente.
Entrai in bagno e mi tolsi piano piano i miei vestiti. Mentre mi toglievo il reggiseno davanti allo specchio, notai un livido violaceo sul mio polso, credo che quello fosse un residuo della sera precedente, come il mal di testa.
Dopo essermi rivestita e rilassata qualche minuto, scesi giù per le scale e dedussi che dormivano ancora tutti. Appena arrivai nella piccola cucina di quell'immenso capannone, vidi Justin poggiato al bancone sorseggiando del caffè.
Ero abbastanza imbarazzata, non sapevo cosa dire, se sedermi e prendere qualcosa, oppure aspettare che fosse lui a dirmi qualcosa.
Fortunatamente fu proprio lui che ruppe il ghiaccio, sempre in modo molto freddo e scontroso, ma lo ruppe.
"Lá c'è del latte, basta riscaldarlo."
Annuii e andai a prendere la ciotola di latte posta sopra ai fornelli e mi sedetti senza dire una parola. La scenata della sera prima mi aveva dato abbastanza fastidio e quel verginella detto in quel modo, mi aveva dato noia, ma come sempre finsi di far finta di nulla e inglobai tutto dentro.
In realtà preferivo mille volte essere vergine e aspettare il ragazzo giusto, piuttosto che fare la puttana e andare con uno diverso ogni sera. Le ragazze della mia età, ormai, avevano già tutte perso la verginità da un pezzo, magari perché avevano il ragazzo, oppure proprio perché erano da una notte e via, ma sinceramente stavo bene così, anche se essere derisa in quel modo, mi feriva abbastanza.
Dopo secoli di silenzio, chiesi a Justin se poteva riportarmi a casa, visto che avevo detto ai miei che la sera prima sarei andata a dormire da Brooke e non sarei rientrata tardi il giorno seguente.
Gli spiegai la strada è mi riportò poco prima di casa mia, gli dissi io di scendermi prima, perché se mi avessero visto i miei, ovviamente sarei stata in punizione, per non parlare di Tyler.
"E così quella è casa tua." Indicò la mia casa mentre scendevo di macchina.
"Già." Abbassai lo sguardo prima di fargli un cenno con la testa e ricevere un occhiata da lui, per poi scomparire dalla mia vista.
Okay, prima di varcare la soglia di casa dovevo farmi un lavaggio del cervello per decidere cosa inventare ai miei genitori, ad esempio il nome del film che abbiamo visto io e Brooke, cosa abbiamo mangiato, se avevo fatto colazione e bla bla bla.
Appena entrai in casa però rimasi sorpresa, perché non c'era nessuno, cosa molto strana perché era il giorno libero di mia mamma e Tyler insieme a Josh di solito dormivano ancora a quell'ora.
Trovai un post it attaccato al frigo "Sono andata in centro, se hai bisogno di qualcosa chiamami, tesoro. -mamma-"
**
"E quindi alla fine siete state tutta la sera in casa?" Si alzò da tavola prendendo il pane per poi tornare.
"Si papà, ma ve lo avevo detto che stavamo in casa a guardare un film." Cercai di essere il più credibile possibile, anche se avevo gli occhi di Josh e Tyler puntati addosso, visto che loro ad inventare scuse c'erano passati prima di me.
"Oh e che film avete visto?" Chiese mia madre, ma feci finta di ignorarla chiedendo a Josh com'era l'università in cui sarebbe andato di li a pochi giorni.
Non appena finimmo di mangiare aiutai mia madre a sparecchiare la tavola e me ne andai in camera mia. Era domenica, ma non avevo voglia di fare niente, ero abbastanza stanca perché avevo passato la notte quasi in bianco.
"Sappiamo tutti che non eri a casa di questa Brooke." Tyler entrò in camera mia facendomi sobbalzare dalla paura. Il mio cuore iniziò ad accelerare ad ogni passo che lui faceva verso di me. Sapevo che sia lui che Josh non avevano creduto alle cazzate che avevo detto ai miei genitori.
"Mi hai fatto paura!" Presi tempo cercando di inventarmi qualcosa il prima possibile, prima che mi uccidesse.
"Dove sei stata?" Si piazzò davanti a me con le mani al petto, aspettando una risposta.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo. "Te l'ho detto, ero da Brooke, abbiamo guardato un film e niente." Picchiettai le dita sul lenzuolo rosso che ricopriva il mio letto.
"Non voglio ripetertelo un'altra volta Allison, dove sei stata?"
"Okay, okay.." Questa è l'ultima, dopo questa non sapevo che altro dire e se non se la beveva, ero fregata.
"Brooke mi aveva invitato seriamente a casa sua per vedere un film, abbiamo cenato e mentre ci stavamo per mettere sul divano, ha chiamato Mark, un ragazzo che frequenta i nostri corsi e ci ha chiesto se andavamo tutti insieme a bere qualcosa."
Pregai tutti i santi del cielo che mio fratello credesse a questa cazzata e uscisse dalla mia camera.
Stavo ancora pregando mentalmente, quando Tyler fece una domanda alquanto fuori comune. "È gay?"
"C-cosa?" Balbettai quasi strozzandomi con la mia stessa saliva. Questa domanda significava che aveva bevuto tutta la storia?
"Il tuo amico, è gay?" Ripeté e incredula iniziai a ridere "No, ma cosa c'entra adesso?" Andai ad aprire la finestra, visto che l'aria era abbastanza tesa e mi era presa una vampata di calore. Se mio fratello avesse scoperto che io ero con un ragazzo, e soprattutto se avesse scoperto quello che era successo alla festa, mi avrebbe ucciso e rinchiuso in casa a vita.
"Di solito se uno esce con sole ragazze è gay, oppure ha solo voglia di scopare. Allison, sei ancora vergine vero?" Non riuscivo a credere a quello che le mie orecchie avevano appena sentito, volevo morire, buttarmi dalla finestra e non svegliarmi più.
"Scusa, ho esagerato." Si schiarì la voce alzandosi dal mio letto. "La prossima volta comunque è meglio se mi dici subito la verità, non sai nascondere le cose, piccolina." Uscì facendomi un occhiolino.
Oh no, certo, ti ho solamente nascosto che ieri sera mi sono fatta venire a prendere da dei miei amici per andare ad una festa, vestita in un modo in cui te non mi hai mai visto. Poi stavo quasi per essere stuprata da un depravato, ma il ragazzo più pericoloso di New York, con la gang più pericolosa di New York, mi ha salvato e portato a casa sua, dove ho passato la notte. Non so proprio dirle le bugie, Tyler.SCUSATEMI SE HO AGGIORNATO SOLO ADESSO, MA HO AVUTO UN SACCO DA FARE IN QUESTI ULTIMI GIORNI. AGGIORNERÒ IL PRIMA POSSIBILE. FATEMI SAPERE COME VI SEMBRA E SE VI PIACE LA STORIA IN GENERALE. 😘
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Il ragazzo "pericolo" dagli occhi nocciola
Fanfiction"CI VUOLE CORAGGIO AD INNAMORARSI DEL PERICOLO" Ally e Justin: due cose completamente opposte. Lei: timida, silenziosa, crede nel vero amore. Lui: pericoloso e classico tipo da discoteca e da sesso. Cosa accadrá?