La festa. (Capitolo4)

217 17 0
                                    

"Ally, tesoro, sbrigati o farai tardi a scuola! Io vado a lavoro, ci vediamo stasera." Mi svegliò mia mamma dal piano di sotto con la sua voce a dir poco squillante.
Non avevo per niente voglia di andare a scuola. Fortunatamente era venerdì, perciò era l'ultimo giorno della settimana per noi del Lehman, visto che facevamo più ore e il sabato la scuola era chiusa.
Andai in bagno a lavarmi per poi indossare un paio di jeans chiari, con una canottiera rossa. Presi il mio zaino e scesi a fare colazione.
"Buongiorno!" Mi sorrise Josh dandomi un bacio sulla guancia.
"Come mai ti sei svegliata a quest'ora? Di solito sei sempre la prima ad essere in piedi. Dove sei stata ieri sera?" Tyler non si risparmiava il suo interrogatorio neanche alle otto di mattina.
Sbuffai. "Sei odioso!" Alzai gli occhi al cielo, prendendo un muffin portandomelo alla bocca. La mia pancia brontolava talmente tanto che mi sarei mangiata tutto quello che era sul tavolo.
"Sono odioso? Allora lo sarò di più quando ti seguirò se non mi dici dove sei stata." Si alzò venendomi più vicino. Potevo sentire la rabbia nei suoi confronti.
Sospirai. "Ero a Central Park, Tyler. Non ero in nessun tipo di posto strano. Ho quasi diciotto anni, so badare benissimo a me stessa, non ho bisogno del bodyguard." Presi il mio zaino da terra e lasciai un bacio a Josh e mentre me ne stavo per andare mi bloccò. "Lo fa solamente perché ha paura." Annuii sorridendo per poi lasciare un bacio anche a Tyler ed uscii di casa.
**
"Avete fatto i compiti che vi avevo assegnato?" Chiese Mrs Smith.
"Tu lo hai fatto?" Guardai Brooke aspettando una risposta.
"Secondo te posso fare un lavoro di letteratura italiana? IO? Brooke Davis?" Cacciò un piccolo "pff" dalla bocca per rimettersi composta sulla sedia.
Mentre ero immersa nei miei pensieri, mi sentii tirare qualcosa sulla schiena, era Mark.
Sorrisi scuotendo la testa e mi rigirai verso la signorina Smith, quando poi qualcosa continuò ad arrivarmi dietro la schiena.
"Che c'è?" Spalancai le braccia cercando di trattenere una risata.
"Vieni domani sera alla festa?" Chiese lui mettendo il labbruccio.
"Che festa?" Corrugai la fronte.
"È di Nicole Hill." Si mise quasi a pregarmi. Mark era un ragazzo così carino, infatti non capivo il motivo per cui non aveva tante ragazze intorno.
Roteai gli occhi per poi spiaccicargli un "NO."
"Dai Ally, ti preego!" Sembrava una piccola capretta, era adorabile.
Guardai Brooke, e con il suo sguardo dedussi che anche lei sarebbe andata alla festa.
"Ne parliamo dopo." Mi girai aspettando la fine della lezione.
**
"Dai Allison, non puoi mancare! Ci saranno tutti." Imprecò Brooke prendendo una merendina dalla macchinetta.
"Sai quanto non io non sopporti quella ragazza.." Al solo pensiero di Nicole, mi si gelò il sangue. La conobbi alle medie a Seattle ed era la più "popolare" della scuola, solamente perché era piena di soldi e veniva sempre a scuola tutti i giorni accompagnata dagli autisti di suo padre. Per questo era amata da tutti i bambini e le bambine della scuola. Non so come mai era finita a New York, ma so solamente che quando la rividi, il mio corpo si impossessò di rabbia.
"È casa sua, ma non dobbiamo di certo stare con lei."
"Dai Ally!" Continuò a supplicarmi Mark.
"Va bene, va bene." Mi arresi alzando le mani in segno di resa. "Però.."
Nella mia vita c'è sempre un però, non poteva essere tutto così semplice.
"Non posso dire che vado ad una festa. I miei non credo mi lascerebbero venire, e mio fratello Tyler mi ucciderebbe. Josh forse potrebbe aiutarmi, ma è meglio non rischiare."
"Dì loro che sei a dormire da me."
Annuii e andammo tutti e tre alla mensa. Nonostante a colazione avessi mangiato quasi una teglia di muffin, stavo letteralmente morendo di fame.
"Ciao Maddie!" Sorrisi alla signora che serviva i vassoi per poi dirle ciò che volevo mangiare."
"Ecco a te, buon appetito cara!" Mi sorrise porgendomi il vassoio con tutto il mio cibo. Guardandolo, il mio stomaco brontolò ancora di più.
Ero talmente persa nei miei pensieri, pensando a quelle crocchette di pollo che in meno di due minuti sarebbero state nel mio stomaco, che girandomi mi scontrai contro qualcuno.
"Mi dispiac.." Alzai gli occhi e vidi Justin.
"Oh no!" Pensai.
Il suo sguardo mi fulminò, mi sentivo morire.
"Io e te facciamo sempre brutti incontri, ragazzina." Un sorriso beffardo gli uscì dalla bocca. Sentivo gli occhi di tutti puntati su di noi. Forse per la paura di come potesse reagire lui, oppure semplicemente perché avevo fatto un'enorme figura di merda, rovesciando tutto per terra.
"Stai più attenta la prossima volta!" Disse a denti stretti.
"Ti ho detto che mi dispiace!" Quasi urlai. "E ti ho già detto che non mi fai paura." Dissi più a me stessa che a lui, ma sentii comunque.
Scosse la testa andandosene, sorpassando tutto quello che era caduto in terra.
Mi misi a raccogliere la roba che mi era caduta per terra e fortunatamente le crocchette di pollo erano ancora intatte dentro la scatoletta. Era solamente caduto il pane, il resto era ancora intatto.
"Venirmi ad aiutare no?" Posai il vassoio sul tavolo osservando i due miei amici che mi guardavano a bocca aperta.
"Che cosa vuol dire "Io e te facciamo sempre brutti incontri ragazzina"? Mi chiese Brooke, incitandomi a parlare.
"Oh.. Beh.." Non sapevo che dire, non credevo lo avessero sentito.
"Allison?!" Mi guardò Mark.
"Oh, okay.. Qualche giorno fa ero a Central Park e ad un certo punto è arrivato Bieber con i suoi amici e lui ed un altro.." Mi voltai indicando un ragazzo bassino con il ciuffo. "Christian" disse Mark continuando poi a farmi parlare. "Mentre io ero seduta su una panchina e ho visto che Justin iniziava a spingerlo, me ne stavo andando. Poi però mi sono sentita tirare per un braccio ed era Justin che mi ha chiesto se avevo sentito qualcosa, gli ho detto di no e me ne sono andata. Tutto qui."
Avevo paura di una loro risposta, ma d'altra parte non avevo fatto niente seriamente e l'incidente di prima non l'ho fatto apposta.
Si ostinarono solamente ad annuire per poi continuare a mangiare.
**
"Mi raccomando, alle dieci fatti trovare pronta!" Urlò Brooke dall'altra parte del telefono.
"Non ho niente da mettermi!" Piagnucolai come una bambina guardando il mio armadio colmo di vestiti, ma nessuno dei quali mi interessava per quella sera.
"Puntuale Allyy!!" Non mi fece neanche rispondere che chiuse la chiamata.
Avevo scelto un paio di short neri con un top sopra l'ombelico, bianco.
Mi sarei cambiata in macchina di Mark, visto che mia mamma sapeva che andavo a dormire da Brooke.
"Ragazzi, scendete che è pronto!" Ci chiamò mio padre dal piano di sotto.
Scendemmo tutti insieme contemporaneamente e ci sedemmo al tavolo, mentre mia madre portava la carne con le patatine fritte che aveva appena preparato.
"Papà, io vado a dormire da Brooke questa sera."
"Chi è questa Brooke?"
"Oh, è una mia compagna. Frequenta alcuni corsi uguali ai miei. Usciamo tutti i giorni insieme, perciò mi ha chiesto se potevo andare a guardare un film da lei e poi sarei rimasta a dormire la." Dissi mangiando qualche patatina mentre aspettavo la sua risposta.
Guardò mia madre per poi riguardare me. "Okay, ma domani mattina non tornare tardi a casa."
"Certo, grazie papà!"
Sentivo gli occhi di Josh e Tyler puntati su di me e potevo immaginare a cosa stesse pensando Tyler, tanto che Josh gli mise una mano sul braccio per tranquillizzarlo.
**
"Sei uno schianto, Allison!" Disse Mark abbracciandomi.
Le mie guance avvamparono di un colore rosso fuoco a quel complimento.
"Smettila! Andiamo." Risi montando sui sedili posteriori della sua macchina, mentre Brooke era davanti, accanto a Mark.
Dopo circa dieci minuti, svoltò a destra e davanti a noi apparve una villa enorme. C'era un sacco di gente e si sentiva la musica altissima.
"Deve essere questa!" Disse Brooke scendendo di macchina.
"Wow.. È il triplo della mia casa." Mi sistemai gli short, prendendo la mia borsa per poi scendere.
Entrammo e un tanfo di alcool si impossessò del mio naso.
"Questa è vita!" Blaterò Mark, già con un bicchiere di non so cosa in mano, buttandolo giù tutto d'un sorso.
C'erano tutti i giocatori di football della scuola, le cheerleader, e credo che ci fosse anche gente che non c'entrava nulla con il Lehman.
"Vieni, andiamo a prendere da bere." Mi urlò Brooke, tirandomi verso il bancone delle bevute. Quel giardino era immenso, peggio della casa.
"Bevi Allison, bevi! E per una sera non pensare a niente."
Bevvi tutto d'un sorso quel liquido azzurro e sentii subito frizzare la gola. Dentro avevo una sensazione che sembrava tipo scoppiassi. Il ragazzo che stava dietro al bancone me ne diede un altro, questa volta rosso. Non bevevo mai, quella sera volevo veramente non pensarci e provare a divertirmi.
Buttai giù anche quello e andai insieme a Mark a ballare. Brooke era con un ragazzo non tanto alto, biondo, ma non sapevo chi fosse, non lo avevo mai visto prima.
"Mark, non credo di sentirmi bene.." Mi tappai la bocca evitando di buttare fuori ciò che non dovevo.
"Aspettami qui, vado a cercare Brooke e ti prendo un po' d'acqua fresca. Annuii continuando a ballare, mentre la gente mi sballottava da una parte all'altra. Faceva un caldo allucinante la in mezzo, credevo davvero di svenire, quando mi sentii girare di scatto, non feci neanche in tempo di vedere chi fosse che subito mi baciò. In quel momento speravo fosse seriamente Mark, ma non credo che Mark era capace di toccarmi in quel modo.. Avevo paura.
Mi staccai subito da quel bacio, e vidi un ragazzo sulla venticinquina, sapeva di alcool e fumo, una roba disgustosa. Adesso sì che avevo la nausea, non stavo capendo più niente quando lui mi riprese per baciarmi, ma riuscii a levare la mia faccia dalla sua.
"Ei bambolina, dove te ne vai?" Mi prese il viso premendomi le sue labbra sulle mie con molta foga. Volevo urlare, ma non avevo la forza, non avevo la forza di fare niente. "Lasciami!" Era l'unica cosa che riuscii a dire.
Dopo qualche istante vidi il ragazzo che pochi secondi prima era appiccicato a me, in terra con una mano sul naso, a causa del sangue che colava.
"Forza andiamo!" Mi disse tirandomi via per un braccio. Quella voce era familiare, ma non riuscivo a vedere chi fosse, mi girava la testa. Quando poi si girò, riuscii a vedere degli occhi fin troppo familiari.. Era Justin.
Riuscimmo ad uscire dalla festa, sorpassò il cancello tirandomi ancora per un braccio, mentre io mi lamentavo. "Mi stai facendo male! Ahia!" Cercavo di liberarmi dalla sua presa, senza nessun risultato. "Puoi fermarti?" Lo supplicai.
"Puoi chiudere quella cazzo di bocca per almeno cinque secondi?" Imprecò strattonandomi il braccio, aprendo lo sportello della sua Rang Rover per poi aiutarmi a montare.
"Oh.. No. Io non dovrei stare qui con te, ASSOLUTAMENTE." Sottolineai con precisione l'ultima parola.
"Ringrazia Dio che non ho fatto sì che quel figlio di puttana di stuprasse! Dovresti solo ringraziarmi."
Scosse la testa facendo un ghigno schifato, ripensando alle scene di prima.
In effetti era vero, mi aveva "salvata", ma nessuno glielo aveva chiesto.
"Ma io non te l'ho chiesto."
Vidi le sue nocche diventare bianche e la sua presa sul volante divenne più stretta.
"Posso sapere dove mi stai portando?" Abbassai il finestrino dalla puzza di fumo che c'era in quella macchina.
"Se non stai zitta, giuro sulle cose più care che ho, che ti uccido qui. E fidati, ne ho poche di cose care." Mi guardò alzando il finestrino.
Rabbrividii alle sue parole e decisi di non fiatare più. Mi cacciavo sempre nei guai, sapevo che non sarei dovuta andare a quella maledetta festa, e adesso, in più, mi trovavo in macchina con il ragazzo più pericolo di New York, di bene in meglio Allison.
Quei minuti erano frustanti, non passavano e nella macchina regnava il silenzio più totale. Finalmente dopo poco accostò la macchina, ma avevo seriamente paura. Era un posto tutto buio, pieno di alberi. Nella mia mente passarono i pensieri più negativi che potessero esistere.
"Se stai pensando che ti ucciderò è un no, ma se non scendi entro tre secondi, è un si." Mi guardò e scattai fuori dalla macchina, avevo freddo, mi girava ancora la testa e non so avevo dove mi trovavo e cosa mi sarebbe accaduto nei minuti successivi.

CHE COSA SUCCEDERÀ?
CI HO PERSO UN PO DI TEMPO, INFATTI SPERO CHE VI PIACCI, FATEMELO SAPEREEE!

Il ragazzo "pericolo" dagli occhi nocciolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora