six: wanna play?

2.5K 180 96
                                    

Sono passati due giorni da lunedì e da quando ho iniziato di nuovo a provocare Michael a scuola e durante l'allenamento. Strano, ma in questi due giorni non sono riuscito ad incrociarlo per i corridoi e nemmeno in campo.

Si sarà forse preso un'influenza? Devo indagare, perché se é così niente mi impedisce di andare alla sua confraternita a fargli una piccola visita.
Potrei semplicemente essere la sua sexy infermiera e curarlo da ogni malattia.

Al momento sono in mensa con Calum, a parlare del più e del meno davanti ad un buonissimo - si fa per dire - piatto di torta di cavoli. Già non sono uno che mangia molto, e diciamo che il cibo della mensa non aiuta il mio appetito. Per carità, non fa sempre vomitare, però ci sono alcuni piatti che dovrebbero proprio capire che non possono essere serviti a dei ragazzi di vent'anni, fanno troppo schifo.
Pianto svogliatamente la forchetta dentro alla poltiglia verdina che ho nel piatto, mentre mangio una fetta di pane (almeno quella!) e ascolto Calum che mi sta parlando di qualcosa che é successo durante l'ora di chimica.
«E poi, pochi secondi dopo che il prof l'ha detto, ci ha severamente vietato di prendere quella boccetta, quello stupido di Mark, che ovviamente non aveva ascoltato una parola di quello che era stato detto, l'ha presa e mischiata alla soluzione che avevamo davanti nella grande ampolla. Non ti dico il fumo che ne é uscito, era viola! E il tanfo che regnava nella stanza!»
Ridacchio.
«Immagino. E il prof?»
«Si é incazzato, ovviamente. Prima ci ha fatto evacuare tutti l'aula, e poi ha fatto una bella ramanzina a Mark», Cal scuote la testa sospirando.
«Quel povero ragazzo non ha ancora capito che lui e la chimica non sono proprio in simbiosi».

Rido nuovamente, mentre alzo gli occhi verso la sala, sui tanti tavoli pieni di ragazzi intenti a mangiare e a chiacchierare. Proprio in quel momento, il mio sguardo si sofferma sulla persona a cui stavo pensando poco prima: Michael.

Michael sta entrando giusto in questo istante dalla porta principale della mensa, ma non é da solo. Come al suo solito ad accompagnarlo non c'è uno della sua squadra, ma una ragazza.
Avrà all'incirca la mia età, é alta al punto giusto e minuta, i capelli sono lunghi e castani, che le ricadono dritti sulle spalle, e porta gli occhiali, posati con delicatezza su un nasino piccolo e delicato.
Ha un abbigliamento molto semplice, uno skinny jeans e una T-shirt stampata, ai piedi delle classiche e semplici converse.
Stanno chiacchierando amabilmente, e ridono. Sono anche vicini, molto vicini.

«Chi stai fissando con quello sguardo?» mi chiede Calum.
Gli faccio cenno verso qualcuno che é alle spalle, e lui allora si volta, «ehm...chi devo guardare di preciso?».
Sbuffo scuotendo la testa, prima di sibilare: «Michael, chi se no?»
«Ahhh. Scusa, era ovvio. Manifesti così tanto interesse solo quando c'è di mezzo lui» scherza lui facendo uno strano gesto con le mani.

Alzo gli occhi al cielo e faccio finta di non badare alla sua battuta, «chi é quella ragazza accanto a lui?»
«Oh, quella... Alice Collins. Frequenta il mio stesso corso di biologia. Non parla con tutti, diciamo che ha i suoi pochi ma buoni amici, é sempre seduta nei primi banchi e prende buoni voti. Quando non é con i suoi amici, poi, la vedo spesso in cortile a leggere un bel libro, sai, quei romanzi d'amore che piacciono tanto alle femmine, oppure gioca al DS... ma questo non è molto da femmina...» blatera allora il mio amico.
«E perché sta parlando con lui?» domando. Chissene frega chi è quella tizia, io voglio solo sapere perché sta sorridendo in quel modo al "mio" Michael.
«Penso che frequentino lo stesso corso di anatomia...» mormora lasciando la frase in sospeso.
«E?»
«E?»
«Mi sembrava che avessi lasciato la frase in sospeso. Frequentano un corso insieme, e allora?»
«Bé, staranno parlando di cose di scuola» ipotizza il mio amico.
Nel tono della sua voce, però, colgo un leggero tentennio.
«Cal, ti conosco abbastanza da capire che mi stai nascondendo qualcosa».
«Cosa? No, non é vero, ti stai sbagliando...»
«Cal! Dimmelo, ora, subito, forza!» gli ordino in tono minaccioso prima di sbuffare. Odio quando fa il vago con me, e sopratutto quando mi mente.
«Okay, ma mi prometti che non ti arrabbierai? O almeno, non fare scenate, per l'amor di Dio, per favore».
«Non lo so, non so nemmeno quello che mi stai per dire!»
«Bé, sai, le voci girano... A me l'ha detto Chris, che a sua volta l'ha sentito dire da Matt...»
Batto le mani sul tavolo guardandolo in cagnesco, il che mi sa che lo intimidisce parecchio, anche perchè sa di cosa sono capace. L'ultima volta gli ho incollato una gomma da masticare fra i capelli.
«Calum, se non ti sbrighi a dirmelo in questo istante, ti arriverà in men che non si dica tutta questa merda semi commestibile in faccia!»

Dirty skirts; mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora