Non credo tu voglia vivere qui per tutta la vita... penso tu abbia progetti migliori...
Le parole di Miki riecheggiano nella mia testa fino allo stordimento. Come si sbaglia. Io non ho progetti, gli ultimi li ho lasciati su quel treno che in una sera d'inverno mi ha portata qui. D'accordo, forse non sarà un paese che offre prospettive per giovani, a parte il turismo e lo sport, ma è perfetto per me. Qui, oltre a Miki, nessuno sa esattamente niente di me, nessuno mi conosce. Ed è proprio questa la differenza che c'è tra lei e me: io voglio continuare ad essere invisibile. Solo così posso sentirmi al sicuro. Che cosa c'è di strano nel volere tutto questo? E poi, da quanto tempo non vivevo più una vita normale? Da bambina probabilmente, e forse, nemmeno da allora. No, mi correggo, anche l'infanzia mi era stata segnata. A parte qualche sporadico momento di gioia, sono cresciuta nell'incubo più nero.
"Buongiorno signori. Tavolo per due? Prego seguitemi, da questa parte."
Il vento proveniente da nord mi scompiglia i capelli mentre faccio accomodare una coppia nell'ultimo tavolo libero rimasto in terrazza. Il boom è cominciato e prevedo una giornata parecchio faticosa. Lavoro in questo ristorante da gennaio. Giovanni il proprietario, nonché padre di Miki, quando mi aveva detto che potevo cominciare il lunedì successivo, avevo dovuto fare uno sforzo immane per non scoppiare a piangere.
Faccio un giro tra i tavoli per raccogliere i cestini vuoti del pane, sono talmente presa che nemmeno mi accorgo del ragazzo giù in strada finché Miki non me lo fa notare.
"Ehi, Lisa", esclama appoggiando la sua mano sul mio braccio. "Guarda un po' laggiù. Credi che stia fissando una di noi due? Io spero di sì, è così carino."
Da qui non riesco a focalizzarlo bene ma posso vedere grosso modo il suo aspetto. È alto, i capelli di un nero puro e il suo fisico asciutto mi ricorda una V: spalle larghe e bacino stretto. Sarà sicuramente uno sportivo, riesco quasi a percepire ogni singolo dettaglio dei suoi muscoli dorsali sotto la maglietta. Al solo pensiero mi sento avvampare e spero di non essere già diventata un peperone.
"Chi è? Tu lo conosci?", chiedo cercando di superare il nodo alla gola affrettandomi a raggiungere la cucina.
"Non lo so, non l'ho mai visto da queste parti. Perché, ti interessa per caso?"
"Ma cosa vai a pensare?", rispondo con una risatina mentre sistemo le fette di pane. "Sai come la penso."
"Vedendo di che colore sei diventata, credo che il suo fascino non lasci indifferente nemmeno te", mi sibila nell'orecchio con aria divertita. "Dico bene?"
Mi tasto le guance alla ricerca di una scusa, poi ribatto altrettanto rallegrata: "ma no, sciocca. Sono solo accaldata. Oggi si muore dal caldo e non ho avuto il tempo di bere neanche un bicchiere d'acqua, visto la calca di clienti. Anzi è meglio che torni al lavoro prima che si spazientiscano loro, o peggio tuo papà!" e faccio segno dietro di lei dove Giò ci stava scrutando con aria severa.
Miki sarà la figlia del titolare, ma io no e non voglio certo passare dei guai. Anche se devo ammettere che non ha mai perso le staffe con me, anzi si è sempre rivelato gentile sebbene sia un disastro completo. Ma ho paura a far arrabbiare troppo le persone: temo la loro reazione.
Se fossero come mio padre? Mi viene un groppo in gola.
Continuo il mio servizio concentrandomi il più possibile, il che mi riesce piuttosto bene, ho così tanto da fare che non sono ancora riuscita nemmeno a bere quel famoso bicchiere d'acqua.
Dopo un po' la curiosità ha la meglio e butto un occhio veloce in strada per vedere se lui è ancora lì. Mi scopro delusa dal non vederlo. Meglio così, ora posso finire il mio turno senza intoppi.
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Non lasciarmi cadere
ChickLitPer quanto tempo si può sfuggire dalle paure che ci terrorizzano? Con un futuro incerto e un passato violento da cui scappare Lisa se lo chiede di continuo. Decisa a ricostruirsi da sola un futuro lontano dal passato, Lisa, quando arriva in quel p...