Una fievole luce proveniente dalla finestra mi indispettisce proprio quando mi sto per addormentare. Sono rimasta nel letto a rigirarmi per ore durante la notte sperando che Morfeo mi rapisse senza indugi, invece sono stata per tutto il tempo a ripensare alle frasi orribili che ho detto ad Alex. So che lui non è neppure lontanamente come Ivan e Igor, invece che cosa gli ho urlato?
Sono stanca di voi uomini, non fate solo che ferire, ferire e ferire!
Non capisco per quale ragione abbia reagito così. Certo, le cose che mi ha detto Vivian mi hanno turbata non poco, eppure, se scavo bene in fondo al mio cuore, so che non sono veritiere. Alex non mi userebbe né mi tratterebbe come un semplice oggetto del desiderio maschile, di questo ne sono certa, anche se non lo conosco poi così tanto. Dal momento in cui l'ho incontrato è stato come se qualcosa dentro di me avesse cominciato a vivere per la prima volta, qualcosa di profondo. Come se avessi raggiunto la mia destinazione. Il mio angolo di pace.
Mi alzo esausta e mi avvicino al balcone. Scosto la sottile tenda che lo separa dalla stanza, ed esco ad ammirare il mio spettacolo preferito: l'alba.
Sa regalare a tutto una luce magica. Il giorno sta facendo lentamente capolino con le sue striature rosa che si infrangono nel blu del canale, mentre i lampioni e le finestre accese ricordano ancora il buio della notte. L'aria frizzante con garbo sembra dare il suo buongiorno, soffiando lieve e fresca prima che il sole la riscaldi, mentre nel cielo brillano ancora le ultime stelle.
Mi abbandono a questo incanto. Solo io e una sinfonia di suoni e colori dettati dalla natura.
Io e nessun altro.
Chiudo gli occhi ed inalo il profumo dei fiori freschi che adornano la ringhiera. Di solito, questo gesto riesce a calmarmi ma oggi non mi basta. Ci vuole ben altro per placare le mie ansie.
Maledizione! Se solo due giorni prima fossi rimasta a casa invece di andare a quella dannata festa... I guai me li sono proprio andata a cercare! O forse sono i guai che sono venuti a cercare me, non lo so. Certo che ho fatto ben poco per tirarmi indietro.
"Si sistemerà tutto", sento dire all'improvviso. Alle mie spalle, la voce di Miki mi raggiunge rassicurante. Sta uscendo dal bagno con i capelli avvolti in un asciugamano e raccolti sopra la testa. "C'è qualcosa che posso fare?", chiede alla fine in tono preoccupato.
Esito, chiedendomi se sarebbe il caso di parlarne con lei. Un po' mi vergogno, ma è la mia migliore amica, e sono sicura che non mi prenderebbe mai in giro per il casino che ho combinato con Alex. E poi potrebbe essere un sollievo confidarmi con qualcuno.
"Lisa?", insiste Miki parandosi davanti a me. "Le sue parole non hanno valore per cui tu debba esserne turbata."
"Mi era sembrata così sincera..." Faccio un lungo e sospirato respiro, poi alzo gli occhi al cielo crucciata. "Ma in ogni caso non importa. Tra poche ore saremo in viaggio, ed ognuno riprenderà la propria vita", dico scrollandomi dalle spalle la sensazione amara che mi ha pervaso.
Miki si mette a giocare con il cellulare, l'aria annoiata. "Bene", commenta semplicemente. "Se pensi di potergli stare alla larga, allora buon per te."
"Che vuoi dire?", chiedo sconcertata.
"Dico soltanto che è evidente che sei attratta da lui... quindi staremo a vedere", risponde ancora intenta a digitare sul telefono, ma con il lato della bocca teso in un vago sorriso. "Sei libera di fare quello che vuoi, sia chiaro, ma io andrei almeno a chiedergli scusa."
Mi prendo un secondo e guardo di sotto. In strada non c'è nessuno. "Hai ragione, e forse dovrei ma..."
"Ma cosa? Credi che sia troppo tardi?", dice alzando lo sguardo. "Non è mai troppo tardi per rimediare."

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Non lasciarmi cadere
ChickLitPer quanto tempo si può sfuggire dalle paure che ci terrorizzano? Con un futuro incerto e un passato violento da cui scappare Lisa se lo chiede di continuo. Decisa a ricostruirsi da sola un futuro lontano dal passato, Lisa, quando arriva in quel p...