15. Lisa

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"No! Tu mi prendi giro!", esclama Miki. È a pochi centimetri dallo specchietto retrovisore e si sta applicando una buona dose di mascara, mentre le faccio il mio resoconto. "E quanta lingua ha usato?"

"Miki!"

"Si può capire molto di un uomo da come bacia, lo sapevi?"

"No", le rispondo accigliata. E poi come faccio a saperlo se non sono mai stata baciata prima d'ora? Io so solo che mi è piaciuto. Mi è piaciuto un sacco. "E comunque non te lo dico", rispondo. Ho la faccia che sembra andare a fuoco per l'imbarazzo.

"Era tanto per sapere", esclama Miki fermandosi con il mascara a mezz'aria. "Se fossi stata io al tuo posto lo avrei preso per mano e lo avrei trascinato in camera da letto."

Alzo gli occhi al cielo. Non ho nessuna voglia di alimentare questo genere di conversazione. "Vuoi mettere in moto? Stiamo facendo le radici ormai", concludo cercando di smorzare i toni.

"D'accordo, ho capito." Ripone il rimmel nella borsetta, poi accende il motore e si avvia lentamente dopo aver controllato che non sopraggiungesse nessuno. "Devo ammettere che sono un'amica impagabile, vero?"

Mi volto a guardarla e cogliendo il mio punto interrogativo prosegue: "sono stata io a convincerti a parlare con lui. Se non fosse stato per me, te ne saresti tornata a casa e ci avresti rimuginato per non so quanto tempo. Il che mi porta a chiedermi come farete a vedervi con tutti questi chilometri che vi separano."

"Non lo so sinceramente. Non ne abbiamo parlato."

Miki assume un'espressione incredula. "Com'è possibile?"

Lo so, sarebbe stato logico fare progetti per rivederci, ma con Brad a poca distanza che ci guardava stupefatto, mi era sembrato più giusto non proseguire e lasciarlo andare al suo lavoro. Gli occhi del suo amico non sprizzavano così tanta gioia, anzi, direi l'opposto. Era come se mi avessero messa al patibolo.

"So soltanto che oggi partiva per delle ricerche, qualche ragazzo deve essersi perso tra i boschi, capita spesso mi ha detto. Ma non so quanto tempo starà via."

"E se lui non ti richiamasse?"

"Ha detto che lo avrebbe fatto..."

"Molti ragazzi lo dicono, ma poi non si fanno più sentire."

Chi sei? L'uccello del malaugurio? "Alex non è così!", e quasi a dimostrare la veridicità di questa mia affermazione il mio cellulare emana uno squillo.

"Non dirmi che è già lui", domanda sorpresa.

Annuisco con un sorriso a labbra unite. "Sì. Vuole augurarmi buon viaggio", anche se so che in realtà è preoccupato tanto quanto me nel fatto che sto per tornare a casa.

***

Sono trascorse già quattro ore da quando ci siamo messe in viaggio ed il vuoto si sta nuovamente appropriando della mia psiche man mano che ci avviciniamo a casa. In questi due giorni ho sentito risvegliarsi in me la piccola Lisa, colei che da bambina nutriva sogni e desideri, ma che ora al contrario, sembra persa nuovamente nel suo limbo senza uscita.

I paesaggi montani scorrono fin troppo velocemente davanti ai miei occhi in una quiete quasi surreale: nemmeno il canto della natura sembra portare quel solito sollievo che mi permetterebbe di strappare la mia mente da questo oblio, invece di lasciarmi sola con il rumore dei pneumatici a contatto dell'asfalto ruvido, che marcano senza riserbo il tempo che scorre ormai inesorabile.

Reclino leggermente lo schienale dell'auto e mi abbandono alla carezza del vento desiderando che annienti tutti i miei pensieri; ma questa volta nemmeno lui riesce ad annullare la mia angoscia che si fa via via più grande. Il grigiore provocato dalle nubi sembra uniformarsi al mio stato d'animo. Fisso assente il cielo davanti a me e massaggiandomi lo sterno cerco di recuperare un po' di tranquillità.

Non lasciarmi cadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora