Capitolo 2

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Ad accompagnarla a scuola fu la madre che si era presa la mattina libera. La madre di Eloise si chiamava Charlotte,era una bella donna sulla quarantina e come professione faceva la psichiatra infantile. Il suo era un lavoro che le prendeva molto tempo,spesso doveva fermarsi più a lungo nella clinica in cui lavorava e quando la sera tornava a casa,si metteva a guardare ed analizzare le cartelle dei suoi piccoli pazienti.
Il padre si chiamava Jeff ed era un avvocato,pensava solo ed esclusivamente al suo lavoro. Se la madre cercava in tutti i modi di non trascurare Eloise,equilibrando il lavoro con lei,lui al contrario,non si interessava minimamente alla
figlia.
Così lei aveva preferito nascondere i suoi problemi alla famiglia.

Appena scesa dalla macchina,fuori dalla nuova scuola, Eloise si sentì disorientata,in mezzo a volti sconosciuti che le parevano tutti uguali. Con lei non c'era più la sua migliore amica Taylor o le sue compagne di classe. Era completamente sola e doveva reagire,sbloccandosi dalla sua paura. Ma ció non avvenne,se ne stette seduta sui gradini della scuola,finchè il preside non chiamó uno ad uno tutti gli alunni per mandarli nelle rispettive classi.

Il cognome di Eloise era Willow ed era l'ultima nell'elenco della classe.
Prima di lei c'era William Walter,un ragazzo con gli occhi color blu come un cielo notturno, ed i capelli neri che gli ricadevano scompigliati sul viso,ma che lo rendevano incredibilmente bello. William le si era seduto proprio accanto.
Lei non ci mise molto a capire che il ragazzo aveva delle ammiratrici,poichè tutte le ragazze della classe lo guardavano innamorate mentre a lei rivolgevano sguardi d'odio e d'invidia.
In effetti era davvero bello,pensó Eloise,ma era "troppo" per una come lei.

Il professore chiese ad ognuno di presentarsi,parlando un po' di sè.
Tutte le ragazze che si presentavano erano sicure di sè,decise come avrebbe voluto esserlo lei.
«Io mi chiamo Eloise Willow,ho 15 anni.
Mia madre è psichiatra infantile e mio padre avvocato..mm a me piace nuotare,leggere e ehm..ascoltare la musica» disse Eloise appena smise di parlare, pensó di aver detto la cosa più stupida del mondo,così fece finta di scrivere qualcosa sul diario per nascondere l'imbarazzo.
William invece era un ragazzo davvero interessante,non era presuntuoso,arrogante o sgarbato come lo sono solitamente i ragazzi a quell'età,anzi aveva un tono di voce calmo ed un'espressione gentile.
«Mi presento,io mi chiamo William Walter,ho 15 anni e mi sono trasferito da poco qui a Rockport,prima abitavo in Inghilterra a Leicester.Anche a me,come ad Eloise piace nuotare,ma mi alleno anche a football. Inoltre suono la chitarra acustica in una band con altri tre amici»
Appena finito di presentarsi si giró verso Eloise e le sorrise,ma lei che lo aveva guardato fino a quell'istante,distolse subito lo sguardo appena incrociò i suoi occhi.

Non aveva mai visto un colore simile,e non sapeva perchè ma quel ragazzo la rassicurava e la faceva stare bene e a suo agio.

Poco dopo suonó la campanella dell'intervallo e questo voleva dire dover fare amicizia per non ritrovarsi sola. Alle medie era stato più semplice, Eloise era in classe con Taylor che conosceva dall'asilo,ed era stata lei con il suo essere spigliata e disinvolta a farle conoscere le altre ragazze.
Ma lì era diverso,lei era sola e non sapeva come ci si presentasse a qualcuno. La sua non era solo timidezza,o paura di parlare.Lei non poteva vedere la propria immagine o sentire la propria voce,e pensava che se lei per prima percepiva questi difetti,gli altri ne avrebbero visti molti altri e si sarebbero allontanati da lei.

E mentre se ne stava lì,ancora seduta in classe,immersa tra i suoi pensieri,una mano le toccó delicatamente la spalla...era William.
«Ehi riccia che fai qui tutta sola? Non ti va di uscire? C'è l'intervallo...»
«Sí sí lo so,ma non mi va di uscire,preferisco stare qui.»
«Capisco,allora resteró qui con te a farti compagnia,sempre se ti fa piacere.
Puoi chiamarmi Will comunque,William è un nome troppo lungo e importante a mio parere ahah»
«E tu puoi chiamarmi El»
Le fece un gran sorriso e lei rimase un po' a guardare i suoi occhi,erano così profondi e allo stesso tempo così lucenti.

«Senti,El...ma qui le ragazze sono tutte come quelle là?»e le indicó alcune della nostra classe che lo fissavano e nel frattempo gli facevano foto con il telefonino. «Perchè se così fosse potrei seriamente riconsiderare l'idea di tornare a Leicester. E non mi piace essere fotografato.»
El gli rivolse un sorriso e disse:               «Non so,le mie amiche non lo sono, ma di altre ragazze non ne conosco. Voglio dire,quelle »e le indicó con un cenno del capo «non sono il mio genere di amica.»
«Non ti piace stare con gli altri vero?   O per lo meno con chi non conosci,eh?»
Improvvisamente El arrossì e Will rise ma non per schernirla,era una risata dolce.
«Sono poche le ragazze che arrossiscono ancora» si fermò un momento come assorto dai suoi pensieri,e poi riprese «Non preoccuparti anche io ero così chiuso...non è la fine del mondo,anzi la timidezza ha molti aspetti positivi,l'importante è non isolarsi troppo,e soprattutto non farsi paranoie.»
Detto questo,Will si alzò e uscì dall'aula,non permettendo a El di rispondergli.

Poi suonó la campanella di fine intervallo e tutti rientrarono in classe.
Pur non avendo stretto amicizia con nessuna ragazza,El si sentiva più sicura e disinvolta con Will al suo fianco. Lui le faceva uno strano effetto,era un ragazzo così dolce,ma allo stesso tempo così misterioso. Aveva l'impressione che  fosse l'unico a capirla,a non giudicare i suoi comportamenti. Ma come l'esperienza le aveva insegnato,le persone non sono mai quello che dicono di essere, perchè molto spesso si nascondono dietro maschere,volti dipinti dietro ai quali è possibile scorgere un universo infinito.

È vero,probabilmente erano due mondi diversi ma non per questo irraggiungibili. Le parole di Will avevano colpito El nel profondo e mosso in lei un interesse e una luce che via via stava scomparendo,ma che forse aveva ritrovato un motivo per risalire.

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Save me(al momento fermo)Where stories live. Discover now