Avventure di un animatore: 1.

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Iniziamo con la rubrica: Avventure di un animatore!
Se volete con dovere anche voi le vostre esperienze (@MargarethRain mi raccomando, non esagerare!) potete liberamente scrivermi in privato!
Una volta andammo in una chiesa, non mi ricordo per quale motivo, io e altri tre animatori che chiameremo P, E e T. Premetto che P ed E sono più grandi noi, sono i nostri tutori, mentre T ha più o meno la mia età. Inoltre con quest'ultimo ho un rapporto di amore fraterno-odio.
Stavo dicendo, entrammo in questa chiesa e subito il don, una persone squisita, ci si presentò. Mentre P ed E parlavano col don, io e T ci stavamo annoiando a morte, così cominciammo ad esplorare la chiesa. (Passatempi normali, no?). Ad un certo punto, ci ritrovammo entrambi sotto al tabernacolo, ancora più annoiato di prima, così ci mettermi a sedere, facendo cenno ad E di accelerare la conversazione, mentre alcune signore pregavano.
Notai, presa dalla noia, che sotto al tabernacolo c'erano diverse candele, e che una era propria al centro, sotto la croce incisa nel ferro.
-Ehi, scommetto che non hai il coraggio di spegnere quella candela!- sfidai T, inidicandogli quella centrale.
-Lo faccio se tu lo fai con me!- ribattè il ragazzo, ghignando.
Così ci avicinammo alla candela e ,guardandoci negli occhi, ci soffiammo contemporaneamente sopra.
-Ma sì!- esclamò il don, avvicinandosi con P ed E. -Credo che la candela al centro, quella sotto il tabernacolo segni la vita di mia madre. Se si spegne, mia madre muore.
Io e T ci lanciammo un occhiata, imprecando trai denti.
-E ora?- sbuffò T, guardando la candela spenta.
E sembrò notarlo e ci lanciò un'occhiataccia, cercando di impedire che il don lo notasse.
T cercò di riaccenderla strofinando la corda contro la pietra, ovviamente senza successo.
Anche P sembrò notarlo e anche lui non ne fu molto contento.
-E ora?- ripetè T.
-Un accendino!- esclamai. -Ci serve un accendino, razza di idiota!
-E dove trovo un accendino, genio?- ribattè il ragazzo, fissadomi male.
Mi schiarii la gola, attirando l'attenzione di E.
"Accendino." mimai con la bocca.
La ragazza andò in lungo e in largo, chiedendo finanche alla signore in preghiera, mentre P, io e T cercavamo di impedire che il don vedesse il disastro che avevano combinato.
Alla fine racchettiamo questo accendino e io e T andammo, cercando di non farci notare, a riaccendere la candela. La accesi e il ragazzo sospirò di sollievo, peccato che così facendo la rispense.
-Razza di idiota!- lo sgridai, ma ormai era troppo tardi.
Il don si era avvicinato e... Aveva in mano un'altra candela, accesa, però.
-Vedi, figliolo?- chiese, sollevando la candela. -È questa la candela di cui ti parlavo! Quella che segna la vita di mia madre.
Non sapendo che fare, io, T, E e P scoppiammo a ridere di gusto, con la faccia confusa del parroco a fissarci.

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