Capitolo III.

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Quando riuscii ad aprire gli occhi, poco prima chiusi per la troppa luce, vidi un enorme sala interamente bianca, con al centro una grande piscina rettangolare. Le pareti erano coperte di armadietti a muro, ognuno con il proprio lucchetto e numero sopra.

C'erano un sacco di persone che lasciavano i vestiti nell'armadietto rimandendo in costume, e si tuffavano nella piscina per poi non tornare più su.

«Perchè non tornano più su? Che cos'è questo posto?» chiesi nel panico a Chris, il quale mi teneva ancora la mano dalla lunga corsa per giungere in quel luogo.

Lui me la strinse, si mise davanti a me e appoggiò la sua fronte contro la mia. Sentivo il suo respiro caldo sul mio viso, ed era una sensazione magnifica.

Si avvicinò al mio orecchio, scostò una ciocca di capelli biondi che non voleva stare nella coda e sussurrò con le labbra vicino al lobo «Fidati di me: spogliati e lasciati solo il costume addosso, poi metti anche l'anello dentro ad un armadietto e richiudilo. Raggiungi in fretta la piscina e dammi la mano. Salteremo insieme» e quelle parole mi arrivarono dritte al cervello come una boccata d'aria fresca.

Quella era decisamente una situazione imbarazzante, così decisi di non dire nulla e staccarmi da quel contatto prima di poter impazzire.

Feci come aveva detto lui; scelsi un armadietto blu, mi avvicinai e lo aprii. Poi mi spogliai in fretta togliendo anche l'anello e sentii una strana sensazione in tutto il corpo.

Piegai alla buona i miei vestiti e chiusi l'anta dell'armadietto con la chiave, che, grazie al cordino che avevo sfilato dai pantaloni, mi misi al collo per non perderla.

Raggiunsi Chris che nel frattempo si era spogliato ed era rimasto in uno slip verde menta (che sembrava abbinato al mio costume di proposito) il quale gli fasciava perfettamente i glutei e lasciava ben poco all'immaginazione.

I pettorali che si intravedevano sul petto nudo slanciavano la sua figura, il quale sguardo sul mio corpo in costume mi imbarazzava. Mi serviva decisamente acqua fredda, assolutamente.

Quando mi vide mi sussurrò un velocissimo "sei bellissima" e mi afferrò la mano. Si mise di fronte a me, in modo da dare le spalle allo specchio d'acqua.

Una qualche strana sensazione mi suggerì di andare in acqua, così mi lasciai trascinare dal braccio di Chris intorno alla vita.

Poco prima di tuffarci però la sua mano lasciò la mia e la mise sulla mia mandibola. Mi guardò intensamente e, prima che potessi rifiutare ancora qualsiasi tipo di contatto, mi baciò.

Fu un bacio dolce e lento. Le sue labbra si muovevano in sincronia con le mie, come se fossimo un tutt'uno, un'unica persona. Sentii l'acqua fredda avvolgermi completamente e un dolore lancinante alle gambe.

Mentre cercavo di interrompere il bacio per vedere cosa stesse succedendo alle mie gambe, lui intensificò il contatto tra le nostre labbra e velocizzò i movimenti, trasformandolo in un bacio più passionale e carico di sentimento.

La sua mano sulla mia mandibola mi spingeva a lui, e non pensai neanche un attimo di volermi staccare.

Mi accorsi solo in un secondo momento che il dolore era finito, che non prendevo aria da un po' e che non ne avevo bisogno.

Fu un insieme di avvenimenti che mi fece girare la testa. Mi staccai dal bacio e osservai le mie gambe, le quali facevano ancora un po' male ma era sopportabile: erano diventate una lunga, colorata e bellissima coda di sirena.

Pensai fosse solo un'illusione, ma quando me le toccai non sentii la mia pelle, bensì delle piccole squame.

La osservai meglio: una fila di squame partiva da appena sotto l'ombelico, continuando fino alla fine di quelle che prima erano due appendici ricoperte di derma con due pinne.

Inhuman: At The Bottom Of The OceanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora