DOLLHOUSE

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"Veneziano Feliciano Vargas,Italia del Nord

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"Veneziano Feliciano Vargas,Italia del Nord."
Il minuto Feliciano si alzò lentamente,camminando con paura celata da una falsa calma,dall'espressione che lui stesso metteva spesso e volentieri in mostra per evitare di dover combattere o di compiere inutili fatiche.
Feliciano osò guardare per un attimo in alto e la sensazione di essere insignificante si fece presto spazio dentro di lui.
La Cappella Sistina era un qualcosa di sublime.
Faticava a credere,il piccolo Feliciano,che quello scorbutico artista che era stato Michelangelo avesse potuto dare vita a una bellezza quasi sovrumana.
I propri passi risuonavano nelle orecchie del giovane,che percepiva un silenzio solenne all'interno della Cappella,perciò cercò di trattenere il suo ansimare e di far rallentare il batticuore che,prepotente,palpitava e creava scombuio in tutto il suo corpo tremolante.
Gli sembrava un'offesa nei confronti del Signore spezzare quel silenzio surreale.
Finalmente,o sfortunatamente,Feliciano raggiunse Benedetto.
Lo Stato Pontificio,per intenderci.
Quest'ultimo,dall'alto del trono che aveva fatto posizionare per quell'occasione,guardava Feliciano con sufficienza.
Nord Italia si inchinò e rimase così finché Benedetto non gli diede il suo consenso per alzarsi.
«Veneziano,perché trattieni i tuoi istinti primordiali?
Temere il Signore non è certo qualcosa di peccaminoso,anzi,ti dico,è il primo passo per percorrere la retta via.»
«Mi perdoni,sua Santità,avevo paura di offendere il Signore spezzando questo silenzio con uno dei miei fremiti o ansiti provocati dalla paura che provo nei suoi confronti.»
Benedetto lo guardò severo e un brivido percorse la spina dorsale di Feliciano.
«Ora tu hai paura di offendere il Signore? - Benedetto inarcò un sopracciglio - questo mi fa capire che tu non sia a conoscenza del motivo per il quale Austria ti abbia mandato da me per fare questa...chiacchierata
Il più piccolo sussultò.
«Ho peccato,sua Santità?»
«Non è questo il punto,Vargas.» Benedetto si alzò di scatto e scese lentamente dal proprio trono,avvicinandosi al più piccolo.
«Il punto è il peccato che hai commesso.»
«C-Cioè?»
Per un attimo il tempo nella stanza si fermò e Feliciano ripensò alla rappresentazione dell'Inferno di Michelangelo osservata poco prima.
Lui non voleva andare lì.
No,assolutamente.
Poi,in un secondo,l'espressione di Benedetto divenne rabbiosa e colpì su una guancia Feliciano.
Il minore cadde a terra e,convinto che fosse un sotterfugio dell'altro per metterlo alla prova,porse l'altra guancia,da bravo cristiano.
Il risultato non fu quello sperato,entrambe le guance ora erano estremamente rosse.
Come i pomodori che piacevano tanto
a Romano.
Oh,Romano.Chissà come stava il suo Fratellone.
«T-Tu... -Benedetto tremava di rabbia, e puntò contro il più giovane un dito accusatore - Giuda!» Feliciano lo guardò sconvolto,sentendo le lacrime pizzicargli gli occhi.
« IO NON HO DETTO NIENTE A FRANCIS,PERCHÉ NON MI CREDETE?» Veneziano magicamente si dimenticò del luogo dove si trovava,urlando.
«T-Tu...Tu...!»
Benedetto prese per un orecchio Feliciano,trascinandoselo dietro.
Feliciano si lamentò per tutta la durata del "trasporto", finché Benedetto non lo gettò malamente davanti ad un altarino e gli porse una frusta.
«Non sei neanche vagamente pentito,
neghi e basta.Ciò vuol dire che devi auto-flagellarti alla ricerca della Salvezza.»
Feliciano scoppiò in lacrime e Benedetto gli disse che era già a buon punto con quelle.
Il piccolo Italiano afferrò la frusta e mormorò:«Devo recitare qualcosa durante la punizione corporea?»
«Ad alta voce ti spiegherò il perché dei tuoi peccati,tu ogni volta ti frusterai e chiederai scusa.»
Il castano annuì mestamente.
«Uno.Perché hai tradito la fiducia mia e del Signor Austria,confidandoti con qualcuno e raccontandogli questioni di famiglia in giro.»
Feliciano si scusò e si frustò.
«Bene.Due.Le Nazioni devono mascherare tutte le proprie emozioni e non mostrarsi deboli dinnanzi a nessuno.»
Feliciano si scusò e si frustò.
«Tre.La famiglia Italiana deve apparire perfetta:non importa quante donne abbia avuto tuo Nonno,cosa nasconda tuo fratello o il perché della morte di tua madre.
Noi siamo perfetti e dobbiamo apparire perfetti,chiaro?»
Feliciano si scusò e si frustò.
Questa volta avvertì un lieve bruciore alla schiena.
«Quattro.Non fai che combinare guai.»
E Benedetto continuò,come fece Feliciano, finché la schiena di quest'ultimo fu ricoperta di sangue.
«Vedi di non far mai più capire qualcosa riguardo la nostra famiglia a qualcuno,chiaro?»
Feliciano annuì con occhi vacui e Benedetto sorrise.
«Bravo figliolo.Ripartirai per casa di Austria domani.»

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