capitolo 5

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Un intenso odore di muschio invade le mie narici, apro lentamente gli occhi e con la vista ancora offuscata capisco immediatamente dove mi trovo. Alberi, cespugli, terra...molta terra. Sono nel cuore del bosco, molto probabilmente sdraiata su un tronco data la scomodità e il mal di schiena.
Cerco di alzarmi a sedere muovendomi con estrema lentezza con la paura di piegarmi dal male al minimo movimento sbagliato ma, solprendendomi mi accorgo che non è così.
Sto bene, respiro profondamente e lentamente non sentendo il minimo dolore, anzi l'aria è più pura del solito e respirarla è il lusso per me.
Comincio piano piano a mettere tutto a fuoco, sgrano gli occhi, l'ultimo ricordo è il SUV nero che mi veniva addosso...anzi no, stavo parlando con un ragazzo del quale non riesco a ricordare il volto, sono cosciente e stranamente sicura che quello non fosse un sogno ma...un ricordo incompreso.

Mi alzo in piedi ed una giacca di pelle mi cade dalle ginocchi, la raccolgo e, non avendo idea di chi sia la appoggio sul tronco.
Mi guardo intorno non capendo perché  mi trovo in mezzo al bosco. Il mio sguardo si ferma su una figura umana sdraiata a petto nudo che dorme sul terreno fangoso.
Mi avvicino silenziosamente cercando di capire chi sia,
"Porca porchetta..." sussurro, il suo petto è  la cosa più maschile che avessi mai visto in vita mia, uno di quei corpi che esistono solo nei libri e nelle fantasie di ogni donna, perfetto.  Il mio sguardo va sempre più su cercando di ammirare ogni centimetro della sua pelle fino ad arrivare al viso. Il mio cuore salta un battito.

" Ervin." Il suo viso è completamente sereno e rilassato mettendo ancora di più in risalto la sua belezza naturale.

"Perché mi fissi?" Chide con gli occhi chiusi e la voce impastata per chissà quante ore di sonno.

Silenzio, dalla mia bocca non esce niente.
Ervin gira il volto nella mia direzione aprendo gli occhi. Occhi troppo brillanti per essere veri, quel tipo di occhi che se non sai affrontarli ci anneghi dentro.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" A quel punto chiudo forte gli occhi e li riapro svegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti, indietreggio arossendo per l'imbarazzo.

Ervin si mette a sedere mettendo una mano fra i capelli spettinandoli in modo moooolto sexy. Guarda dritto davanti a se, poi di nuovo me.  "Allora?"
Vorrei svenire di nuovo, ma decido di parlare ugualmente:
" Io sono Dea, sono nella stessa tua scuola, e classe..." Mi rigiro il ricciolo scuro sulle dita nervosa.
"lo so".
Va beeeeene.
"G-già, allora è sembrato che ti stessi fissando, ma in realtà ti ho guardato un attimo per capire se eri il ragazzo nuovo..." prendo fiato " E infatti..."

Il ragazzo alza un sopracciglio, interrompendomi " Ho capito". Non dicendo altro.

L'imbarazzo sta lentamente cedendo dando spazio alla rabbia.
"Si insomma non ti stavo fissando, volevo solo..."

"Riconoscermi, ho capito". Si alza e appoggia il fianco contro il tronco di un albero incrociando le braccia. Una strana luce gli balena negli occhi, non è impazienza però.

Respiro di nuovo molto profondamente prima di rispondere, se mi interrompe ancora userò il tono di voce che  mia madre usa quando i gemelli non mangiano le verdure.

"Ok". Dico.

"Tu lo sai che hai rischiato di essere investita vero?" Tiene entrambe le sopracciglia alzate adesso, come se si stesse chiedendo come faccio ad essere così tonta, ora comprendo cos'era quella luce che avevo visto nel suo sguardo. Si diverte a mettermi in ridicolo.
Anche se tutto sommato..ha ragione. Parliamo di cose serie adesso, senza troppe scuse.

" Mi hai salvata tu non e vero? Come hai fatto, eri abbastanza lontano...e perché siamo in un bosco?" Chiedo colpita al pensiero di essere stata salvata  ben due volte dalla stessa persona.

Alza di nuovo quel sopracciglio:  "Beh certo, di sicuro non ti sei salvata da sola. Per il resto beh...Non ti serve sapere altro".

"Senti, volevo solo capire bene cos'era sucesso. Ma a quanto pare devo aver scelto il momento sbagliato".
Lo vedo sorridere. "È sempre il momento sbagliato, piccolina".
"Piccolina?" Ripeto sdegnata,
"ho 17 anni".
" Ah, ma davvero?" Dice lui divertito. "Io te ne avrei dati 11. No. Forse 12, mia sorella ha un  pupazzo minions in camera che mi ricorda proprio te, tutto occhi e con la faccia da tonta."
Gli ricordo un minions? Un minions con la faccia da Tonta?

Sto ferma a fissarlo mentre la rabbia cresce partendo dal mio
Petto fino a salirmi sulla gola. È il ragazzo più bello che ho mai visto, ma anche il più stronzo, figurarsi.
"Però. Bravo. Ti ringrazio di avermi salvata perché non sono una persona ingrata, e anche se non capisco come tu l'abbia fatto non andrò oltre, e con questo ti saluto".
Mi volto per andarmene prima di cedere nella tentazione di tirargli un calcio in faccia. O piangere.
"Ehi". Dice lui.
Mi fermo senza voltarmi, per non fargli vedere quanto ci sono rimasta male, dandogliela vinta. "Cosa vuoi?"
"Come stai?" Mi chiede dopo 1 ora che mi prende in giro, ma che personaggio è?

"Bene". Rispondo senza voltarmi "coglione."

Lui scoppia a ridere "Questa non me l'aspettavo da una tonta come te". Mi giro di scatto, basta, non sopporto le persone che mi insultano.
"Non darmi più della tonta!" Sbotto.
Lui continua a ridere e la sua bellissima faccia da baci adesso, è diventata una comodissima faccia da sberle.
Lacrime di rabbia ed imbarazzo scendono silenziose sul viso, non faccio più caso al ragazzo che ho dietro alle mie spalle e corro come se non ci fosse un domani verso casa mia.

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Ma Buon dí ragazze/i!!!, Allora vi piace la storia ? Fatemelo sapere con commenti e stellina grazie e buona lettura 😄😘

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