Two

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Clary rimase immobile a fissare la villa. Aveva le mani strette in maniera dolorosa e gli occhi in due piccole fessure. Si era levata il cappellino e lo aveva gettato sull'asfalto con rabbia prima di prenderlo a calci energicamente. Mai, nella sua intera esistenza, era stata trattata con una tale sufficienza ed arroganza. 

-Solo perché sei nato con la camicia..-. Sussurrò adirata continuando a stringersi le mani impalata nel bel mezzo della strada. -Solo perché sei nato con il cucchiaio, credi di essere qualcuno-. Aggiunse sorridendo tristemente.-La gente come te cosa ne sa della vita vera?-. Il pensiero di Clary era cristallino: essere poveri era uno schifo, ma avrebbe preferito quella misera condizione di vita ad un animo marcio e putrefatto come quello di Logan Lennox. 

Non sprecò altro tempo inutilmente, raccolse il cappello dalla strada e cominciò a pulirlo adeguatamente con il dorso della mano prima di reindossarlo e montare sul motorino giallo evidenziatore delle consegne lasciando che il vento, che le accarezzava il viso, cancellasse i ricordi di quella mattinata spiacevole.

Logan fissò sbalordito ed infastidito la finestra esposta sulla strada. Si era reso conto che la ragazza,dopo aver sbattuto malamente la porta d'ingresso, era rimasta impalata di fronte casa sua. L'aveva notata parlottare da sola come una pazza imbronciata.

-Stupida ragazzina-. Commentò sorridendo divertito. A pochi centimetri da Logan,Carter si godeva lo spettacolo.

-Ha fegato-. La difese quest'ultimo dalla poltrona.

-O forse è stupida-. Logan fissò Carter arrabbiato e si chiese come potesse il suo migliore amico difendere un comportamento simile: era stata scorbutica e maleducata,a suo giudizio,non c'era davvero nulla di apprezzabile nella persona di Clary Davis.

-Ne è passato di tempo-. Sussurrò Carter sollevando le spalle disinteressato alla smorfia imbronciata dell'amico. -Dall'ultima volta che qualcuno mi ha trattato come uno stronzo bastardo e non come Carter Douglas-.

-Ti senti felice adesso che qualcuno ti ha mancato di rispetto?-. Il biondo proprio non riuscì a capire la mentalità dell'amico e quella, era probabilmente la prima volta che si trovarono in disaccordo. E in quel momento,Logan avrebbe già dovuto capire.

-A te non ha fatto piacere?-. Carter era certo che,quella scenetta,all'amico davvero non era andata giù,ma non si incolpò di questo: non si diede alcuna colpa per averla, a suo malgrado, apprezzata. -Non sei stanco delle persone che ti circondano solo perché sei Logan Lennox?-.

-Non sono circondato solo da questo tipo di persone-. Il biondo avanzò lentamente pronto ad attaccare. -Tu credi di essere circondato solo da persone che ti amano e ti rispettano perché sei Carter Douglas?-.

-So dove vuoi andare a parare,Logan-. L'amico lo fermò prima che potesse continuare. Quello che era nato come uno spettacolo divertente e rigenerante stava per trasformarsi in uno scontro verbale. Carter non lo avrebbe permesso-Sai che non mi riferisco a te-.

-Non hai fatto alcuna eccezione. Come posso saperlo?-.

-Io parlavo delle persone-. Carter posò una mano sulla spalla di Logan affettuosamente. -Tu per me non sei una persona-.

-Cosa sono allora? Una scimmia?-.Logan sapeva come diventare insopportabile ed era sicuramente capace di creare uno scontro se solo ne avesse realmente avuta l'intenzione. In quell'occasione, fortunatamente, non l'aveva.

-Tu sei casa-. Carter pronunciò quelle parole con fierezza e sicurezza,una tale sicurezza che smontò l'ego dell'amico,insieme alla rabbia e alla delusione. 

-Sto per emozionarmi-.

-Va al diavolo-. Aggiunse ironico Carter prendendo dal mobiletto le chiavi di Angeline.

-Dove vai?-. Chiese Logan curioso.

-Al ''Now's pizza''-.

Logan non ebbe il tempo di chiedere altro. Osservò l'amico correre velocemente verso la sua macchina, mettere in modo e sparire. Non poté fare a meno di sorridere divertito da tutta quella strana situazione, e immediatamente, una sola parola sorvolò nei pensieri di Logan: Cina.

Sfilò il telefono dalla tasca destra della giacca e digitò velocemente un messaggio all'amico.

-Alle 21.00. Indossa qualcosa di carino-. Ripose il cellulare nella tasca prima di ritornare dal segretario Ahn.

-Mi occuperò della Cina-. Dirignò sicuro di se. -In cambio, voglio qualcosa-.

-Cosa, Signorino?-. Il segretario Ahn abbassò il capo accondiscendente.

-Non lo so ancora. Lo deciderò in futuro-. Commentò guardando fuori dalla finestra.

-Ne parlerò con il Sig. Lennox e vi riferirò se accetterà o meno questa condizione-.

-Puoi riferire a mio padre che non ci saranno vie di mezzo. Potrei chiedergli qualsiasi cosa in futuro. La mia ambizione non avrà confine-.

-E' decisamente da lei-. Commentò sarcastico il segretario Ahn. -Voler avere sempre il controllo su tutto. E' tipico di lei-. Logan rise a quel commento e annuì pensieroso.

Carter spalancò la porta del piccolo ristornate sulla dodicesima cominciando a guardarsi intorno.

-Posso fare qualcosa per lei?-. Una donna sulla trentina lo affiancò abbassando il capo in segno di rispetto.

-Sto cercando una ragazza-. La donna fissò Carter confusa, costringendolo ad una maggiore descrizione della ragazza a cui si riferisse. -Capelli rossi,carattere esuberate-. Solo in quel momento, la donna annuì.

-La nostra Clary, ha forse fatto qualcosa che vi ha turbato?-.

-Clary?-. Domandò Carter fissando ogni dipendente alla sua portata. -E' questo il suo nome?-. La donna annuì velocemente, leggermente spaventata.

-Voglio parlarle-. Aggiunse il ragazzo avanzando dopo averla notata seduta sul pavimento a pulire i residui di ruggine. La raggiunse in pochi secondi, coprendole del tutto la visuale con il suo corpo.

Clary riconobbe immediatamente quelle scarpe, dopo essere entrate nella sua visuale. Rimase immobile, con lo sguardo basso e le mani rosse per aver strofinato il pavimento con troppa enfasi.

-Clary-. Sussurrò Carter sorridendo divertito. -Bel nome-. Aggiunse ironicamente piegandosi sulle ginocchia per aver maggior presa sul sul viso. Clary rimase in silenzio. -Non parli? Dov'è finito tutto il tuo coraggio?-.

-Quale coraggio?-. Chiese la ragazza senza alcuna emozione.

-Ti sei difesa bene prima-.

-Anche un cane ha quel coraggio-. Clary lasciò la pezza sul pavimento e si decise a sollevarsi. -Nessuno si piega così facilmente-.

-Ti sbagli-. Rispose Carter sollevandosi anche lui. -Tutti lo fanno. Tutti si piegano a noi-.

-Vuoi punirmi per non avervi permesso di mettermi i piedi in testa?-.

-Voglio ringraziarti, per esserti differenziata dalla massa-. Il ragazzo abbandonò finalmente il tono ironico e sussurrò quella frase con pura sincerità. Clary ne rimase completamente devastata.

-Verrò spesso-. Aggiunse Carter indossando ancora la maschera di sarcasmo e di ironia che si portava dietro ovunque. -Verrò spesso,perciò rimani dove posso vederti-. Quelle parole colpirono Clary particolarmente, eppure, non le suscitarono nulla nel cuore se non sollievo. Sollievo nello scoprire che infondo,anche lui era un ragazzo qualunque. Dietro alle sue cravatte, ai suoi orologi e alle sue scarpe costose, anche lui era un semplice ragazzo di diciannove anni. -A presto-. Le rivolse un sorriso sincero prima di abbandonare il ristorante con un sorriso sornione sul volto. Carter si chiese per quale motivo fosse così felice tutto a un tratto, ma non seppe spiegarselo.

HeirsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora