Seven

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Carter fissò suo padre amareggiato: aveva passato tutta l'adolescenza dietro il suo vetro impenetrabile di controllo. Non era mai stato padrone delle sue scelte, persino nel vestiario. Amava avere la possibilità di divertirsi,viaggiare e alloggiare negli hotel più lussuosi al mondo. Era certo che quello stile di vita fosse il sinonimo di libertà ma da anni ormai si era reso conto che nulla,proprio nulla,lasciasse spazio alla sua libertà personale. La sua agenda era sempre piena,eppure nessuno..neanche uno dei suoi appuntamenti veniva organizzato da lui in persona: si limitava ad accettare gli impegni che suo padre prendeva per lui. Alle spalle di Carter Douglas nulla gli apparteneva realmente: tutto era nelle mani di Charles.

Il segretario Minh lanciò uno sguardo d'avvertenza al ragazzo prima di riporre il cellulare in tasca e dissolversi nella folla. Carter intese quello sguardo e capì dove volesse andare a parare. Fissò Clary per una manciata di secondi,il tempo necessario per escogitare il da farsi. La ragazza,dal canto suo, rimase immobile ad osservare il tutto. Si chiese chi fosse quell'uomo che Carter Douglas fissava con terrore ma soprattutto si domandò per quale motivo si stessero nascondendo: tutte domande alle quali il ragazzo non avrebbe mai risposto.

-Devo andare-. Asserì duro osservandola dritta negli occhi. -Non posso spiegare-. Fu la risposta allo sguardo interrogativo di Clary, ma prima di andar via le rivolse un'ultima occhiata fugace ed una raccomandazione. -Mi sarà difficile venire a trovarti,per il momento-. Sottolineò il fatto che quella situazione delicata fosse solo momentanea prima di riprendere. -Mi sarà difficile,quindi resta dove posso vederti-. Non aggiunse altro,rivolse le spalle alla ragazza e si incamminò velocemente nella direzione di Charles Douglas.

-Padre-. Esclamò Carter fingendosi sopreso di vederlo li. -Margaret-. Aggiunse sorridendo mimando un inchino veloce. La donna annuì grata per il comportamento rispettoso del ragazzo e finse un sorriso. Carter si chiese cosa ci fosse di reale nella loro vita: Charles e Margaret non si amavano. Lei era interessata ai suoi soldi e lui ad avere una compagna che,nonostante l'età,condividesse il suo letto ed i suoi affari. Douglas aveva avuto altre mogli prima della Harris,compresa la mamma di Carter, che sin da bambino aveva sempre notato un via vai di donne dagli uffici di suo padre: solo raggiunta la maggior età si rese conto che quelle non erano colleghe come le spacciava suo padre, ma amanti di diletto.

-Carter-. Lo salutò infastidito suo padre. -Ti stai divertendo?-. Sussurrò velenoso indicando Clary con un gesto veloce del capo.

-Bella cameriera-. Si limitò ad asserire il ragazzo spavaldo. -Ne frequenti un paio anche tu,no?-. Il ragazzo notò come lo sguardo di Margaret Rose si annerì di rabbia: la donna era sicuramente a conoscenza delle mille amanti di suo marito, ma che una tale affermazione venisse pronunciata in pubblico le fece rizzare i peli del braccio. Charles,invece,rimase impassibile alle provocazioni del figlio. Era stato lui ad infliggerli una tale educazione: nessuna regola sul tappeto di combattimento, mirare solo alla vittoria. Nessuno ricorda il nome di un giocatore onesto.

-Cos'hai intenzione di fare?-. Domandò l'uomo assumendo una posizione elegante e posata,per niente spaventato dal comportamento del bruno.

-Nulla-. Rispose divertito Carter ponendo le mani nelle tasche dei pantaloni. -Non comincerei una guerra di mia iniziativa-. Si limitò ad asserire spavaldo. -Ma, se decidessi di farlo,ricorda che sono tuo figlio e conosco le tue debolezze così come tu conosci le mie-. Charles strizzò gli occhi nascondendo,dietro un muro di fredezza,le sue reali emozioni: non era mai stato un buon padre,probabilmente,ma di questo non se ne fece nessuna colpa. Aveva dato a suo figlio la stessa educazione che aveva ricevuto in passato lui dal suo.

-Non sarebbe una guerra-. Sussurrò l'uomo chinando il capo. -Sarebbe un massacro-. Carter tentò di nascondere un sorriso sornione sul volto: suo padre avrebbe potuto distruggerlo, e lui avrebbe potuto trascinarlo con se nella rovina. Quanto triste era la storia della sua famiglia?

-Starò al mio posto-. Si limitò a rispondere scrollando le spalle. -Ma non farmi spiare, odio avere qualcuno alle calcagne-. Charles sorrise e strinse fra le mani quelle di Margaret Rose. Senza aggiungere altro si incamminò voltando le spalle al figlio con la consapevolezza che due bombe ad orologeria non avrebbero potuto convivere ancora a lungo.

Logan nel frattempo, osservava infastidito Eleanor conversare di affari, azioni e capitali con suo padre ed i suoi azionisti. Era sempre stata una donna d'impresa: aveva frequentato molti corsi di economia,finanza e politica. Era forse una delle donne più istruite d'Inghilterra ed il problema,probabilmente,era proprio quello: una donna ben istruita avrebbe potuto confondere e raggirare il Diavolo in persona.

Eleanor era proprio quel tipo di donna: diabolica,furba,egoista, maniacale, intelligente e bella da togliere il fiato (una caratteristica che tuttavia entrava in contrasto con la personalità della donna). Durante gli anni,Logan aveva sempre avuto la certezza di amarla alla follia, che nessun'altra donna avrebbe potuto prendere il suo posto e che nulla al mondo gli avrebbe mai divisi: erano stati anni magici quelli passati insieme, ma si rese conto che anche quel tipo di relazione nella sua vita era mirata agli interessi economici e finanziari. Era stato un trauma per lui scoprire quanto Eleanor fosse interessata alla sua posizione economica più che alla sua persona e all'amore che provasse per lei. Si era rimproverato per essere stato così cieco e per non aver capito sin da subito quale tipo di donna lei fosse, ma tuttavia si perdonò con il passare dei mesi dopo aver interrotto i preparativi al matrimonio.

L'arrivo di Carter aiutò Logan a sentirsi meno a disagio. Essere circondato dalla sua famiglia e da Eleanor non era esattamente il tipo di situazione che desiderava si creasse almeno una volta nella vita.

-Richard-. Asserì Carter stringendo la mano all'interessato. -Jonathan-. Aggiunse limitandosi ad un inchino veloce del capo. Entrambi gli uomini salutarono Carter con un gesto veloce del capo.

-Come vanno gli affari?-. Domandò Jonathan portando alla bocca il bicchiere ripieno di spumante.

-Procedono-. Si limitò a rispondere il giovane Douglas fissandosi intorno in cerca di un cameriere: all'improvviso aveva voglia di alchool. L'intenzione di Carter fu chiara ai presenti che cominciarono a fissarsi intorno per lo stesso motivo. Richard intravide una cameriera e con un gesto della mano le intimò di avvicinarsi.

-Ecco-. Sussurrò una flebile voce alle spalle dei due eredi. Carter riconobbe quella voce immediatamente e,inevitabilmente, strinse il braccio di Logan. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30, 2018 ⏰

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