Capitolo 4
Sabato, questo si che è un giorno bello, niente scuola e niente impegni, è un giorno dedicato solo al relax, finalmente era arrivata la mia roba dopo cinque giorni di ritardo, aspettavo con ansia l'unico mobile davvero importante per me, avevo timore di non rivederlo più, di non poter più sfiorare quel legno di quercia lavorato e inciso alla perfezione con le mie iniziali su un lato, quei tasti che esprimevano il mio essere più profondo, quella sinfonia che riusciva a calmarmi come nient'altro su questo mondo.
Il mio adorato Pianoforte era finalmente nella mia camera pronto per essere suonato, mi misi a sedere sullo sgabello di una pregiata pelle, accennai qualche tono per iniziare accelerando lentamente, le mie dita carezzavano i tasti sciogliendo la tensione dei muscoli.
Questo è il mio elemento, questo è quello che amo più di tutto, la musica fa parte di me, l'ho sempre saputo, fin da piccola, da quando, a quattro anni mio padre decise di farmi fare un corso di musica con una conosciuta insegnante, tra tutti gli strumenti scelsi, senza pensarci nemmeno un secondo, il pianoforte, mi attirava a se come una calamita rendendo gli altri oggetti musicali insignificanti, senza senso per la piccola me.
Da li iniziai a suonare ogni giorno, migliorando ad ogni singola lezione, ero piccola, ma ci misi tutta me stessa, è l'unica parte della mia vita che nessuno potrà mai togliermi, la musica è il mio elemento, riesco ad esprimere il mio stato d'animo, la mia felicità (che negli ultimi tempi scarseggia parecchio) il mio rancore, la tristezza.
Mi poggiai alla ringhiera del balcone osservando le nuvole passeggere rendendomi conto di esser rimasta sola, a scuola non vengo considerata o peggio vengo presa in giro, i miei genitori lavorano sempre e Serafina è lontana da me, non mi è mai importato di socializzare, eppure, in un certo senso, sento di dover fare il primo passo, ripensai a quei ragazzi sulla moto e subito l'occhio mi tornò sul labirinto, non ho ancora avuto il coraggio di entrarci, ma qualcosa è cambiato ora, io sono cambiata.
A passo felpato scesi le scale ed uscii dal portone chiudendolo con molta attenzione per non procurare nessun rumore e corsi dall'altro lato della casa, al confine dove emergeva un muro coperto di edera, mi arrampicai scavalcandolo ma persi l'equilibrio e caddi in una corsia del labirinto, ora non potevo più tornare indietro, non riuscivo a risalire sul muretto e non sapevo dove fosse l'uscita o meglio l'entrata, il sole stava ormai calando e le prime luci dei lampadari iniziarono ad accendersi, dovevo sbrigarmi se volevo uscire da qui, nel peggiore dei casi trascorrerò la notte a vagare nelle corsie aspettando soccorsi la mattina seguente.
Iniziai quindi a scegliere una direzione e a seguirla, imboccai qualche sbocco che mi costrinse a tornare indietro, ma non mi arresi, andai ugualmente avanti arrivando ad una fontana spettacolare, la vidi dal balcone molte volte, ma non riuscii a vedere questi straordinari particolari, le incisioni e...una scritta..nascosta sotto uno strato di terra, pian piano la spazzai via leggendo:
Lucian e Susan oggi, domani e per l'eternità.
Sfiorai quell'incisione delicatamente con le dita, chissà chi erano questi due amanti, avranno vissuto parecchi anni fa vedendo lo stato della fontana antica, antica come il loro puro amore, sicuramente venivano qui per i loro incontri, magari non gli era concesso stare insieme e sgattaiolavano dalle loro stanze di notte per potersi vedere di nascosto, oppure celebrarono qui la loro unione, il loro amore eterno, quanti film mentali lo so!
Mi coricai sul gradino davanti la scritta cadendo in un profondo sonno, sognai di due giovani pronti a tutto pur di non perdersi, ma poi qualcosa cambiò, gli occhi del ragazzo cambiarono all'improvviso, da dolci e pieni d'amore divennero rossi intrisi di violenza, prese la ragazza spingendola ripetutamente fino a farle toccare un'albero con le spalle, intrappolata nella sua presa, piangeva per timore, paura nei confronti dell'amato, chiedeva pietà, lui la guardava ancora in quel modo avvicinandosi a lei con i denti affilati e ringhiò.
"aah" strillai quando sentii qualcosa toccarmi il braccio, saltai su colpendo qualcosa con la testa che presi tra le mani per il dolore, qualcuno grugnì accanto a me cadendo dal gradino, mi voltai notando che si trattava di un ragazzino.
"oddio, ti ho fatto male?" strisciai inginocchiandomi accanto a lui per aiutarlo,
"dai vieni, ti aiuto ad alzarti" lo tirai su con tutta la forza che avevo in corpo e lo feci sedere sul gradino dove dormii pochi minuti fa.
"scusa, non volevo spaventarti" disse tenendo la mano sul mento,
"non fa niente, stavo sognando e mi hai svegliata nel momento sbagliato" lo tranquillizzai ripensando a quell'orrendo sogno.
"ma chi sei? e cosa ci fai qui?" chiesi incuriosita, non conoscevo minimamente il suo volto,
"Logan, dovrei chiedertelo io questo, sei nel labirinto di casa mia, come hai fatto ad entrare?" chiese, allora era il ragazzo sulla moto!
"ci sono caduta dentro" ammisi imbarazzata, i suoi occhi scuri mi guardavano attentamente senza dire una parola.
"aih, ti sarai fatta male.."
"sembri diverso dall'ultima volta, eri come dire...arrogante e odioso, invece ora non so..sei..cambiato"
"beh..quello sarei io se permetti, non il moccioso di mio fratello!" ridacchiò qualcun'altro poggiato ad una colonna, conoscevo quel ragazzo.
(Mirko)
"tu! sei il ragazzo che mi ha preso in giro in classe! dovresti vergognarti!" lo rimproverai acida,
"dovresti farlo tu per il modo in cui ti vesti" continuò, sbuffai innervosita stringendo i pugni.
"Mirko, va via, ci penso io a lei" disse timidamente Logan al fratello maggiore, avrà si e no quattordici anni.
"come vuoi, ma non venire da me in caso di contagio, non voglio un fratello Emo nelle mie vicinanze" disse sparendo in uno dei percorsi.
"è sempre così..odioso?" chiesi dopo qualche minuto,
"non immagini minimamente, lui è sempre il figlio preferito e se la tira parecchio!" ammise sbuffando,
"dai, ti mostro come uscire da qui" si alzò prendendomi la mano per indicarmi la giusta via, la poggiò su un lato del muro ricoperto di edera,
"ecco cammina sempre tenendo la mano sinistra attaccata al muro, così troverai sempre la via d'uscita" camminai quindi con la mano incollata al muro finché non vidi l'uscita.
"grazie, sarei rimasta li se non ci fossi stato tu"
(Logan)
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BACIO D'ARGENTO
VampireIsotta è una giovane ragazza di diciassette anni, costretta a trasferirsi ripetutamente per il volere dei genitori, lei non è una ragazza qualunque, è una vampira inconsapevole di esserlo, pensa di vivere come tutti gli altri della sua età, ma non è...