quello che non sapevo di me

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Capitolo 5

Diedi appuntamento a Logan di rivederci il mattino seguente, volevo parlare con qualcuno, avevo semplicemente bisogno di un amico fidato e forse lo avevo trovato, beh, è tre anni più piccolo di me ma non importa, mi sembra una persona piuttosto matura per la sua età, molto più matura del fratello, di questo ne sono certa!

C'incontrammo alla fontana dove dormii la notte scorsa e ci sedemmo ad una panchina che non avevo notato finché non me la indicò, che sciocca!

"che libro è quello?" indicai il romanzo che aveva poggiato al suo fianco,

"è molto triste, non farti ingannare dal titolo." ammise prendendolo tra le mani e osservandolo bene, 

"e qual'è la morale della favola?" chiesi curiosa di saperne di più, 

"che nella vita le cose più importanti non si vedono con gli occhi, ma solo con il cuore..anche se spezzato..." fece una piccola pausa,

"ti capita mai di sentire la musica senza che stai suonando?" chiese pensieroso, 

"sempre, continuamente"

"allora...hai trovato un modo tuo per viaggiare con l'immaginazione" sorrise leggermente, 

"il tuo qual'è?" chiesi guardandolo,

"io scrivo storie..e queste mi portano ovunque voglia andare, ma devo scrivere con il cuore altrimenti non funziona, capita anche a te con la musica?" ci pensai su qualche secondo, 

"si ma come fai a sapere che suono? ci siamo conosciuti solo ieri, non ti ho rivelato niente di me!" ero perplessa da tanta curiosità, 

"ti ho sentita suonare ieri e anche sta mattina all'alba, sei davvero straordinaria, non ho mai sentito niente di simile, mai" disse lodando il mio talento.

Non ho mai suonato davanti a qualcuno, nemmeno in presenza dei miei genitori, l'insegnante cercò più volte di convincermi a partecipare ai concorsi di musica o semplicemente di suonare ad una recita, ma non riuscivo a trovare il coraggio di rischiare, avevo paura di sbagliare ed esser messa in ridicolo dalla gente, quello è il mio unico tasto dolente, esser giudicata sulla musica sarebbe un colpo al cuore per me, possono ridicolizzare tutto sul mio essere, ma non il mio modo di suonare, non lo sopporterei, per questo non voglio che qualcuno mi ascolti suonare.

"non dovevi farlo" sussurrai abbattuta,

"perché? non potevo far altrimenti...c'era così tanto dolore in quelle note, tristezza, cos'è tutta questa angoscia che porti in te?!"

"lascia stare..non capiresti" mi alzai dandogli le spalle, iniziai a camminare verso l'uscita, 

"aspetta.." mi prese la mano facendomi girare nella sua direzione,

"prendilo, leggilo e se ti piace...torna qui tra due giorni alle sei..ti aspetterò li" disse indicando la fontana, strinsi forte il libro al petto acconsentendo con un leggero cenno del capo e silenziosamente mi allontanai da lui.  

Una volta raggiunta la mia camera, per fortuna senza esser beccata, mi lanciai esausta sul letto a due piazze e iniziai a guardare quel piccolo libricino che mi diede solo pochi istanti fa, era piuttosto mal ridotto con le pagine piegate e la copertina strappata, l'avrà letto centinaia di volte, questo libro potrebbe essere per lui lo stesso che il pianoforte è per me...una parte essenziale della mia vita.

Un'oggetto di cui non puoi fare a meno, senza il quale ti manca qualcosa, lo capisco perfettamente quando dice che ciò che scrive lo trasporta ovunque lui voglia andare, lui sente un emozione e la porta sulla carta per condividerla con il mondo..mentre io...io..beh..suono per me stessa, non riuscirò mai a suonare davanti a nessuno, ma va bene comunque, quando suono, libero la mente, espello tutto quel disastroso attorcigliarsi di pensieri, elimino ogni traccia di preoccupazione.

-Il Principe felice- diceva il titolo, non era un libro spesso, bensì sottile e fragile,iniziai a sfogliarlo, vidi delle parti sottolineate, negli spazi vuoti delle annotazioni, aveva studiato e appreso tanto su quel piccolo volume.

Il "Principe Felice" è una statua posta su una colonna, ricoperta di foglie d'oro e pietre preziose, e pertanto ammirata da tutti gli abitanti di un'innominata città. Una notte una rondine, che si sta recando al sole in Egitto, decide di sostare ai piedi della statua del Principe; lui le racconta la sua storia e le chiede di aiutarlo a cancellare le brutture e le miserie della città che nella sua vita aveva sempre ignorato ma che adesso, dall'alto della colonna, vede fin troppo bene. La rondine preferirebbe gli agi egiziani, ma, vinta dal suo buon cuore, decide di aiutarlo e inizia a spogliarlo dei gioielli che lo adornano per donarli ai poveri e ai bisognosi che il Principe le indica.

Il Principe, ormai rimasto privo di tutti i suoi ornamenti, consiglia alla rondine di migrare verso l'Egitto, ma lei, affezionata alla statua, resta a farle compagnia, fino a lasciarsi morire ai suoi piedi. Il Sindaco, notando la statua tutta spoglia e grigia e l'uccello morto, decide di abbatterla e di fonderne il ferro, chiedendo di farne costruire una che lo rappresenti. Ma il cuore di piombo del principe non si fonde e viene buttato insieme al corpo della rondine.

Un giorno Dio chiede ad un angelo di portargli le due cose più preziose della città e l'angelo gli reca il cuore di piombo del Principe e il corpicino della rondinella.

E' un libro strano, ma talmente pieno di significato e amore, tra tutti i libri che esistono lui ha scelto proprio questo, non avevo mai letto un libro prima d'ora, per essere sincera non ne avevo nemmeno toccato uno, questo è il primo  che ho preso tra le mani e l'ho realmente letto, non credevo di farlo, non credevo di appassionarmi tanto a delle parole scritte su dei fogli bianchi.

"grazie Logan" sussurrai al vento nascondendo il libro sotto il cuscino, glielo avrei riportato al prossimo appuntamento.

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