0.2 [financier]

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"It's like I'm sleepwalking"

-E come si chiama?-

Le parole di Newton vengono storpiate dall'appiccicosa pasta al forno della mensa.

-Non abbiamo parlato, Newt. A malapena sono rimasto cosciente, davanti a lei.-

Rivolgo uno sguardo sconsolato al mio vassoio, per poi rassegnarmi al fatto che dovrò accontentarmi di mangiare solo una mela per sopravvivere, nonostante stia letteralmente morendo di fame.
Non voglio vomitare un'altra volta per il cibo scadente che distribuiscono qui.

-Non avete parlato,- il ragazzo davanti a me si batte una mano su una coscia, rivolgendo lo sguardo altrove per pochi attimi -questa è bella. L'hai almeno ringraziata? Porca miseria, ti ha ritrovato la Canon, fai la figura del coglione sprovveduto se non le hai nemmeno detto un "grazie".-

Accentua il tutto agitando la forchetta, per poi far cadere sul tavolo un residuo di sugo.

Io tiro fuori la lingua.
-Ma solo a me sembra gelatina?-

-La gelatina ha un gusto migliore, così come anche la bile di pecora, rispetto a...- arriccia il naso -sta cosa.-

-Ma tu la mangi lo stesso.- alzo le sopracciglia, evidenziando un fatto ovvio.

-Perché ho fame, magari?-

-Anche io ho fame, ma mi trattengo dal buttare giù roba radioattiva!-

Un vassoio viene poggiato al mio fianco, insieme a uno sbuffo sonoro.

-Scusate il ritardo, quell'idiota dell'ultima ora ci ha trattenuto venti minuti in più, voglio morire.-

Nina porta alla bocca della pasta, per poi sputarla nuovamente nel piatto.

-Gelatina scaduta.- dico io.

-Bile di pecora.- Newt sembra contento per la sua spiegazione di cosa potrebbe essere quel sugo.

-Bubboni di topo sopravvissuti a Cernobyl.- mormora Nina a denti stretti, arricciando il naso e passando subito alla mela, come me.

-E tutta questa fantasia da dove viene?-
Chiedo io, guadagnandomi un grugnito da parte sua.

-E tu mi hai fatto cambiare discorso, sei un bastardo.- Newton si rivolge a me, per poi indicarmi con la forchetta, ancora sporca della salsa di pomodoro dalla dubbia provenienza.

Io faccio spallucce, facendo interessare anche la ragazza al mio fianco.

-Vero! Stamattina dovevi parlarci di quella ragazza...-

-Va bene, va bene!- perdo la pazienza.

-Io vi dico dell'incontro e voi non mi stressate più, d'accordo?- tengo le sopracciglia alzate, invogliando una risposta positiva.

-Chissene frega dell'incontro, io voglio sapere lei com'è fatta.- Nina addenta la mela acerba, masticandola difficoltosamente.

Nemmeno le mele mature sanno prendere.

-Uh, vero, anche io voglio sapere.- Newton abbandona i suoi tentavi con la pasta, sposta il vassoio e poggia i gomiti sul tavolo, per far sorreggere la testa, come un bambino pronto ad ascoltare una fiaba.

Mi mordicchio un labbro, trovandomi in difficoltà non avendo ancora iniziato.

Ma lei non si può raccontare.
Non posso raccontare loro di come mi sono perso in quei buchi neri che sono i suoi occhi, o di come avrei voluto passare una mano fra i suoi lunghi capelli color confetto.

SempiternalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora