0.4 [castle of glass]

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"No death can touch the crooked young"

L'autobus è affollato, nonostante siano le undici del mattino.

Non volendo perdere ore di lezione ho fatto lo sforzo di andare a quelle delle otto, nove e dieci; le altre le recupererò di pomeriggio, o forse domani.

Il mio piede non smette di molleggiare ripetutamente sul pavimento del mezzo di trasporto, la mia mano destra aggrappata al sostegno di plastica è sudata, come lo è anche quella che sta reggendo la macchina fotografica, anche se l'ho appesa al collo.

Improvvisamente sento in bocca il sapore del sangue che si mischia a quello della saliva; il labbro mi sta sanguinando da quanto lo sto mordendo.

La sensazione che sto provando adesso è paragonabile ad essere consapevoli di avere una bomba nello zainetto, che non sai se e quando esploderà.

-Oh, Aiden? Aiden!- sussulto, scuotendo leggermente la testa, rendendomi conto di star fissando una donna paffuta con una retina trasparente in testa.

-Capisco che l'attesa è brutta, specie in questa situazione, ma se vuoi pensare alla contessa sexy piuttosto che ascoltarmi, dillo pure.- Newton fa il finto risentito, guardando fuori dalle porte a vetri del bus.

-Scusami Newt. Che mi stavi dicendo?- lui alza gli occhi al cielo, per poi tornare a guardarmi.

-Che ti conosco, e non ci credo che vai da lei solo per vederla.- incrocia le braccia, poggiandosi con una spalla al sostegno dove mi sto reggendo anche io.

-Nemmeno io credevo che la Terra fosse rotonda, e invece...- dico sarcasticamente.

-Che simpatico- fa il ragazzo davanti a me, con aria scettica.

Certo che c'è un secondo fine, ma è l'ultima persona a cui lo direi. Ci ho riflettuto tutta la notte, e tutt'ora non sono sicuro della mia scelta.

Tutto questo, ammesso che ci faranno entrare.

Alla fermata predestinata scendiamo velocemente, e cominciamo a camminare verso Via Stockholm, che a quanto dice il GPS di Newton è una via di un'incrocio che sembra stare nel nulla: infatti nella grafica del telefono appare come una strada che spacca in due il beige che contraddistingue chilometri e chilometri di prati.

Passo dopo passo, l'ansia cresce sempre di più: e se si fosse accorta della fotografia?

Che stupido che sono, certo che se ne è accorta!

E se si fosse girata apposta per essere fotografata?

E se invece non se ne fosse accorta e si fosse girata solo per il vento?

-Okay, io con te ci rinuncio!- Newton si lamenta nuovamente e io sbuffo sonoramente.

-Vorrò vedere te alla tua prima cotta.- bofonchio, prendendogli il telefono di mano e strizzando gli occhi, osservando un incrocio segnalato solo da un cartello cadente.

-Non credo mi vedrai mai innamorato di qualcuno.- queste parole uscite dalla bocca di Newton mi stupiscono.

-In che senso?- mi giro verso di lui, evitando un sasso che sembrava essere messo lì apposta per farmi inciampare.

Sembra essersi rabbuiato tutt'un tratto, i suoi ricci rossi si muovo in sintonia con il vento, che nonostante il sole caldo mi fa rabbrividire.

-Niente, Aid. Fai finta che non abbia detto nulla.-

Faccio qualche passo veloce, mettendomi davanti a lui, e fermandolo, guadagnandomi un paio di occhi celesti curiosi su di me.

-Me ne parlerai mai?- gli chiedo di getto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 16, 2016 ⏰

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