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Durante la notte, preso dall'euforia, cominciai a mettere degli effetti sonori horror con il cellulare ed a fare spaventare i miei amici; finché non fummo stanchi e ci addormentammo. Il giorno seguente Daniel e Giorgio tornarono a Torino. Nel pomeriggio mi misi a lavoro per montare il video sulla tavola Ouija: le ore trascorrevamo senza che me ne rendessi conto; stranamente, mi sentivo iperattivo, avrei potuto continuare all'infinito. Erano le 23:42. Sentii degli strani rumori intorno a me; in un primo momento pensai fossero i vicini e non prestai loro nessuna attenzione. Ad un tratto sentii un forte tonfo, come un sacco di patate che cade sul pavimento, proprio vicino a me; fu così forte che feci un balzo sulla sedia. Staccai gli occhi dal monitor e mi guardai intorno: non c'era nulla di strano in camera mia. Mi rimisi a lavoro; ma non trascorsero neanche cinque minuti che sentii nuovamente un forte rumore, questa volta proveniva dalla cucina.

"Che cazzo sta succedendo?" Cominciai a pensare. Mi alzai dalla sedia e mi diressi in cucina; accesi la luce, scrutai attentamente ogni angolo e non riscontrai nulla che non andava. Mentre mi voltavo per tornare in camera, per una frazione di secondo, ebbi l'impressione di vedere una figura scura con la coda dell'occhio. Fissai lo sguardo in quella direzione poi, mi avvicinai. "Non c'è un cazzo! Forse dovrei andare a letto, questa cosa degli spiriti mi sta giocando un brutto scherzo." Pensai. Pochi istanti dopo, la porta della mia stanza sbatté, come se qualcuno l'avesse chiusa con un calcio. Mi girai di scatto, adesso cominciavo seriamente a preoccuparmi. Sentii le gambe cedermi e mi sedetti sul divano. Toc-toc. Toc-toc. Toc-toc. C'era qualcuno dentro la mia camera e bussava ad intervalli regolari sulla porta.

Preso dal panico, mi guardai intorno in cerca d'aiuto poi, velocemente aprii il cassetto in cui tenevo le posate e presi un grosso coltello. Le bussate sulla porta si facevamo sempre più forti; con il cuore in gola mi avvicinai alla porta della mia stanza, poggiai lentamente la mano sulla maniglia e provai ad entrare. La porta era chiusa. "Non è possibile..." Pensai terrorizzato. <<Chi c'è lì!? Apri la porta, subito!!>> Urlai continuando a far leva sulla maniglia, ma questa non si mosse di un millimetro. I rumori continuarono sempre più forti, tant'è che potevo vedere la porta tremare ad ogni colpo. Convinto che ci fosse qualcuno in casa mia, presi il telefono e chiamai la polizia. Dopo una ventina di minuti, suonò il campanello; erano due agenti. Pochi istanti prima, che essi mettessero piede in casa, i rumori cessarono. <<Che succede?>> Mi chiese uno di loro.

<<C'è qualcuno dentro la mia stanza, si è chiuso dentro e continua a bussare sulla porta!>> Risposi visibilmente turbato. 

OtherWorld || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora